La risposta del Ministro Giarda sul "condivisibile" rinvio delle elezioni dei Comites e Cgie è un segnale d’allarme? Forse no, ma sicuramente c’è da riflettere. Occasione per farlo è stata la puntata di "Linea Mondo", trasmissione condotta da Francesco Cuozzo sulla tv del Pd "Youdem". Ospiti in studio, il senatore del Pdl Giuseppe Firrarello, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, il deputato Pd eletto in Europa Franco Narducci, il direttore de "L’Italiano" e consigliere Cgie Gian Luigi Ferretti.
Collegati via web il presidente del Comites di Zurigo Paolo Da Costa e da Bruxelles il segretario generale del Cgie Elio Carozza. Da tutti una certezza: la questione economica è solo strumentale e, forse, nasconde ben altro. Per Firrarello "Giarda forse non ha avuto tempo di approfondire il tema, perché per rinnovare Comites e Cgie servono 6-7 milioni di euro, una somma che è ragionevole pensare si possa trovare". Insomma, "se il problema sono i soldi, la via c’è: i partiti politici si apprestano a rinunciare a una parte degli emolumenti per il rimborso elettorale, le elezioni si potrebbero finanziare così".
Anche per Narducci "i soldi non sono il vero problema". La situazione è "comica e drammatica insieme" senza contare che è "inverosimile che la proposta di rinvio sia giunta da un eletto all’estero". il deputato ha spiegato che, sì, un’interrogazione è importante, ma un decreto – come quello che indica il 30 dicembre 2012 come data limite – è un’altra cosa. Il punto è che nel paese serpeggia una "disaffezione" una "perdita di memoria" che non consente di mantenere alta l’attenzione sull’emigrazione. La situazione, per Ferretti, "è paradossale" perché, va bene la crisi, ma "neanche in un Paese del quinto mondo oserebbero dire "non facciamo le elezioni perché mancano i soldi. Comites e Cgie sono organismi che esistono per legge". Secondo Ferretti tutto consegue al "progetto" attuato dall’ex sottosegretario Mantica che "ha proposto la loro riforma, tenendoli in vita ma a limite della sopravvivenza così da dimostrare che non servono. E anche alcuni eletti all’estero ci sono cascati e hanno sostenuto la necessità della riforma".
Quanto al fatto che alcuni connazionali non sappiano dell’esistenza di Comites e Cgie, per Ferretti la conoscenza di un organismo non può essere un metodo di valutazione sulla sua utilità. Quanto ai diretti interessati, Carozza a nome del Consiglio generale ha confermato al conduttore Cuozzo che "il Cgie si sente il fiato sul collo da quattro anni. Questo attacco non è questione di soldi. È una questione politica, perché si vogliono annientare entrambi". Un attacco "totale e verso tutta la rappresentanza degli italiani all’estero". Non solo Comites e Cgie, ma anche i parlamentari eletti all’estero. "Attaccare Comites e Cgie – ha ribadito più volte Carozza, condannando "l’inciucio di certi eletti all’estero col vecchio Governo – significa attaccare anche i parlamentari". Chi opera nei Comites e nel Cgie "fa volontariato", ha ricordato Carozza che ha infine stigmatizzato l’Italia come Paese che "mantiene la casta, ma non chi fa volontariato".
Per il presidente del Comites di Zurigo, Paolo Da Costa, "dire che i Comites sono stanchi è una leggenda! I comitati hanno preso una posizione, già nel 2009: si doveva votare per il loro rinnovo. Nel 2004 chi si presentò alle elezioni ha assunto una responsabilità verso la collettività: svolgere il proprio lavoro indipendentemente dalle spinte esterne che poi, di fatto, negli anni, hanno disturbato il nostro funzionamento". Ma "nonostante i tagli, i Comites sono coscienti che sono chiamati a fare sacrifici, vista la crisi. Abbiamo cercato, credo tutti, delle "riserve" a livello locale per far fronte alle difficoltà finanziarie". Ora, ha aggiunto, "dobbiamo chiedere al Governo di onorare l’impegno e la data del 30 dicembre 2012". Risorse esterne che, ha denunciato Narducci, i Comites a volte fanno fatica a trovare perché "ostacolati dai Consolati".
Il deputato ha quindi criticato il contenuto dell’interrogazione di Razzi, di cui è stata ricordata la proposta di legge per abolire il Cgie, anche se, per Narducci la "responsabilità politica" di questa situazione risale all’ordine del giorno Zacchera di oramai quasi quattro anni fa. Nelle battute finali, Firrarello ha richiamato la riforma dei due organismi ponendo l’attenzione sulla modalità di voto e sostenendo che "non siamo riusciti a trovare una sua tutela, alla luce degli imbrogli elettorali dell’ultima elezione denunciati da tutte le parti politiche". Sempre sulla riforma Narducci ha sostenuto che la stessa "andava fatta in un clima di consenso e condivisione, guardando al futuro" ed invece così non è stato.
Veemente, infine, il richiamo di Carozza a "trattare con rispetto chi dedica tempo e soldi per occuparsi dei connazionali" e l’invito di Ferretti a guardare alla Francia: "il loro Cgie costa 6 volte il nostro, ma nessuno fa polemiche".