Il 13 gennaio, presso la Südseite – Internationale Buchhandlung, è stata organizzata una interessante manifestazione per informare sui fenomeni della mafia. Dopo il saluto di Giuseppe Zambon che ha messo a disposizione la libreria, gli ospiti della serata hanno aperto il dibattito. Laura Garavini, attuale capogruppo del Pd nella Commissione antimafia e promotrice dell’iniziativa “Mafia? Nein, Danke”, illustra la situazione sulla mafia sia in Italia che in Germania e ribadisce l’esistenza di una mafia particolarmente attiva anche in Germania.
Francesco Forgione, direttore del quotidiano Liberazione, introduce i presenti nella dinamica di queste organizzazioni: come nascono, come si muovono, come vivono, cosa vogliono. Organizzazioni che non saranno mai presenti in territori dove manca lo sviluppo e che, con un fatturato annuo tra i 120 e i 150 miliardi di euro, superano di gran lunga il fatturato della Fiat. Di questa ricchezza solo una quota, tra il 20 e il 40 per cento, viene reinvestita legalmente, mentre il 60% entra nell’economia illegale.
Negli anni ’50 arrivò la mafia calabrese a Duisburg (si nomina Duisburg perché tutti ricordiamo la famosa strage avvenuta il 15 agosto 2007). Queste organizzazioni sono diventate così abili che in un giorno sono in grado di organizzare 70 movimenti di capitale in 70 diverse banche e in 70 diversi Paesi, e ciò senza alcun controllo; controllo che oggi, comunque, in virtù della globalizzazione, è molto meno attivo.
Forgione presenta il percorso della cocaina, uno dei prodotti che permettono un guadagno elevatissimo. Un kg di cocaina in Colombia al produttore costa 1000 euro. Quando la merce passa al trafficante costa 15.000 euro. Quando il trafficante colombiano la passa al mafioso, questi la paga 25.000 euro. Quando il mafioso a sua volta la porta in Germania (da 1 kg di coca se ne producono 4) ogni Kg rende 50.000 euro. Questi traffici vengono condotti da gente semplice e quando la polizia arresta qualcuno di loro colpisce solo la struttura di trasporto.
La mafia cerca di creare uno Stato parallelo ed ha come fine il controllo della Pubblica amministrazione, degli appalti, del voto, l’accumulazione di potere economico e vuole passare di fatto da normale organizzazione criminale ad un vero e proprio sistema di potere di dimensione internazionale. Le mafie -dice Forgione- possono esistere attraverso il controllo dei territori di partenza. Sono attive negli Stati Uniti solo se controllano Corleone; esistono in Canada solo se controllano Gioia Tauro e così via. A differenza di altre organizzazioni, la ‘Ndrangheta è l’unica che si espande riproducendo un modello antropologico culturale. La notte della strage nel ristorante “da Bruno”, a Duisburg, venne trovata in una sala un tavolo con 13 sedie.
Il 13 è un numero simbolico che ricorre spesso nei loro riti di affiliazione. I 13 candelabri, i 13 cavalieri morti per l’onore, i 13 cavalieri morti d’infamia, le 13 fontane, ecc. Sono riti, questi, che hanno accompagnato la ‘Ndrangheta già dalla metà dell’800. Noi abbiamo cominciamo a conoscerla negli anni ’50, nota prima come Onorata Società o Picciotteria. I gruppi di affiliazione della ‘Ndrangheta sentono il bisogno di riprodurre un rito arcaico perché nell’era della globalizzazione quel rito soddisfa un bisogno d’identità. Forgione sostiene che „bisogna combattere l’ipocrisia che non vede le mafie finché non insanguinano le strade. Duisburg ha acceso i riflettori sul fenomeno, e da allora molte cose sono arrivate al’opinione pubblica. Dunque bisogna cercare la mafia là dove non si vede“.
“La politica -continua Forgionedeve ripulire se stessa. Deve costruire regole trasparenti sui finanziamenti pubblici. La forza delle mafie è nella debolezza della politica. Siamo in un mondo senza regole e senza controlli. La collaborazione tra la polizia tedesca e italiana non è buona“ conclude Forgione. E qui si inserisce un altro ospite della serata, Jürgen Roth, scrittore e giornalista, autore del libro Mafialand Deutschland.
Roth spiega che in Germania si parla solo di criminalità organizzata. Qui la mafia non è solo italiana ma anche cinese e russa: organizzazioni criminali con altre strutture impegnate a sfruttare soprattutto materie prime come petrolio o rame. Rispetto a queste mafie dell’est, la mafia italiana è più tranquilla. Forgione è autore del volume Mafia export sulla diffusione delle mafie italiane nel mondo e sulle rotte della droga. Il libro corredato di carte geografiche mostra precisamente i luoghi di origine delle mafie ed i luoghi scelti in Europa e nel mondo per poter acquisire capitali attraverso il riciclaggio del denaro.
Maurella Carbone e Paola Ricitano hanno curato la serata a Francoforte. Hanno organizzato la Sinistra Ecologia e Libertà di Francoforte e il circolo Pd P. Pasolini di Mannheim.