All’ultimo congresso della bavarese CSU, il partito gemello della democristiana CDU, sembrava di essere tornati per un momento ai tempi del cancelliere Helmut Kohl e del mitico Segretario della CSU Franz Josef Strauss. Ai tempi cioè in cui il vassallo bavarese alzava la voce contro il Cancelliere Federale con la velata minaccia: senza di me, crolla il ponte di comando!
Franz Josef Strauss riteneva che il cancelliere Kohl fosse un incapace. Kohl riteneva che Strauss fosse pericoloso per l’intero elettorato democristiano. Altri tempi. Resta però attuale l’esigenza della CSU di stabilire, di tanto in tanto, la propria autonomia all’interno di un rapporto tra partiti che in tutta Europa è più unico che raro. La CDU, Christlich- Demokratische Union, e la CSU, Christlich- Soziale Union, non sono, infatti, semplici partiti gemelli. Sono gemelli sì, ma gemelli siamesi. Cioè due parti distinte di un corpo solo. Una simbiosi, in cui l’esistenza dell’uno definisce quella dell’altro.
Il problema della CSU, che alle elezioni politiche si presenta in Baviera esclusivamente con la sua sigla a rappresentanza dell’intera Democrazia cristiana tedesca, è che rappresenta la parte destra di questo sodalizio. La parte destra politica, quella cioè maggiormente esposta al rischio di perdita di consensi elettorali. A destra della CSU si muove, infatti, da qualche anno la ”Alternative für Deutschland”, AfD, che si distingue con il suo atteggiamento xenofobo camuffato da legittima preoccupazione della piccola borghesia tedesca. Il tutto fiancheggiato dal movimento popolare Pegida, un pauroso fenomeno di massa che riesce a portare in piazza anche gente con la faccia per bene ma col cuore da Ku Klux Klan.
Forse sono questi gli affanni e le preoccupazioni che hanno spinto Seehofer ad assumere un atteggiamento aggressivo nei confronti della Cancelliera Merkel durante l’ultimo congresso CSU a Monaco di Baviera.
La richiesta di Seehofer: all’entrata dei profughi in Germania va posto un limite. 200.000 ingressi l’anno è il massimo della sopportabilità tedesca.
La Cancelliera continua invece a ripetere che non è possibile stabilire un tetto massimo e che la soluzione di una giusta ripartizione dei profughi va cercata in ambito europeo.
Motivo questo che ha spinto Seehofer a lasciare la Cancelliera Merkel come una scolaretta, sola sul palco, alla fine del congresso, al momento di congedarla, umiliandola con una noiosa tiritera del tipo: questa è la nostra posizione e ascoltala bene, prima di andare a casa!
Un gesto di maleducazione, più che una dimostrazione di forza. Una mossa populistica che è servita a entusiasmare solo i miopi del partito bavarese.
La cosa più curiosa e politicamente efficace, è il fatto che la Cancelliera Merkel, con la sua apertura delle frontiere ai profughi che spingono dall’Austria, ha indebolito la SPD, partner di sinistra nell’accordo di governo, e ha spiazzato completamente l’opposizione parlamentare dei Verdi e dei Linke.
Seehofer si è pertanto manovrato in una posizione isolata. E non è la prima volta. Durante l’ultima campagna elettorale, lo smanioso bavarese, che probabilmente la notte sogna di essere la reincarnazione di Franz Joseph Strauss, ha preteso di mettere in programma elettorale il pedaggio autostradale per le autovetture straniere. Il tutto è naufragato davanti alla Commissione Europea, che ne ha ostacolato l’applicazione poiché in contrasto con il principio dell’equo trattamento all’interno dell’EU. Ora il Seehofer Horst ci riprova con la quota massima dei profughi, ma dovrebbe sapere di essere a priori condannato al fallimento, giacché a Bruxelles il lavoro va in tutt’altra direzione e cioè in quella della giusta ripartizione senza quote massime nazionali.
Poco importa. L’importante sembra essere per la CSU la messa in evidenza di un proprio profilo. Anche se è un profilo pessimo, mirato solo ad arginare perdite di consensi a destra. Un profilo pessimo ma anche labile. Risale a qualche giorno fa l’ultimo viaggio della Merkel in Baviera, ospite d’onore del vertice CSU riunito in conclave.
Niente platea di massa. Solo funzionari ed ecco che cambiano i toni di Seehofer, grande navigatore nelle tempeste dei bicchier d’acqua, o meglio dire dei boccali di birra per rimanere in tenore bavarese.
Seehofer ha si ripetuto la sua richiesta del tetto massimo di 200.000 entrate annue. L’ha però giustificata con la delicata posizione geografica della sua Baviera, che si trova all’ingresso della Germania al lato sud, da quella parte cioè, da dove spingono masse d’immigrati.
Ha usato toni più garbati, quasi scusandosi di essere costretto a farlo e ammettendo che la sua richiesta è forse prematura rispetto ai tempi dettati dall’UE. Ritorna l’armonia dei gemelli siamesi, convinti più che mai che un’operazione chirurgica per staccarli significherebbe per entrambi solo una brutta fine.
Foto: La cancelliera Merkel con il ministro Seehofer