Anche le ultime elezioni di settembre hanno mostrato una scarsa presenza politica italiana a livello federale. Passato oltre mezzo secolo di soggiorno italiano in Germania, è ancora inutile cercare nomi e cognomi italiani al Bundestag. Abbondano invece gli amici di origine turca mentre scopriamo anche due deputati tedeschi di origine africana.
La percentuale dei deputati tedeschi con una biografia da migrante è salita al 5 %. Sono, infatti, trentacinque i membri del Bundestag ad avere un cognome che richiama alle loro origini lontane dalla Germania. Due deputati hanno origini africane e il numero dei politici di origine turca si è quasi raddoppiato, salendo da cinque a undici deputati.
Secondo il giornalista Achim Melde questo che sembra un grosso salto in avanti nella rappresentatività democratica, in realtà non sarebbe altro che solo un leggero avvicinamento a percentuali degne di essere considerate rappresentative. Il conto di Melde è semplice: i cittadini di origine turca costituiscono il 3,7 % della popolazione nazionale ma solo l’1,75% dei deputati. Quindi il salto da 5 a 11deputati di origine turca rappresenta solo un lieve aumento di una partecipazione che comunque resta deficitaria. Non abbiamo ancora capito se sia lecito fare questo confronto proporzionale, anche rivolgendo lo sguardo alle altre minoranze etniche della Germania.
E, giusto per avere le idee più chiare, siamo andati a guardare le percentuali di rappresentanza italiana al Bundestag. Ora spero veramente che qualche lettore riesca a contraddirmi, ma io d’italiani o di origine italiana al Bundestag non ne ho trovato nemmeno uno. Eppure in Germania vivono quasi settecentomila italiani che equivalgono allo 0,7 % circa della popolazione totale. Lo 0,7% nella vita quotidiana e lo 0% nella vita parlamentare federale? E perché? Qualcuno si è occupato del fenomeno? Si faccia vivo.
Altrimenti abbiamo serie difficoltà a capire come mai dopo oltre mezzo secolo d’immigrazione italiana in Germania (teniamo conto solo di quella del dopoguerra e parliamo quindi della terza generazione) nemmeno un sindaco di una città, nemmeno un deputato con chiare origini italiane. Certo, lo sappiamo anche noi che il numero degli italiani con la doppia cittadinanza (e quindi con il doppio diritto di voto) o semplicemente naturalizzati è minimo rispetto al numero dei turchi che hanno acquisito la cittadinanza tedesca. E cittadinanza tedesca significa voto a favore dell’uno e l’altro partito tedesco e voto per un partito tedesco significa interesse ad accogliere e formare potenziali portatori di consensi nelle proprie fila.
E così non ci resta che andare a vedere quali partiti tedeschi hanno fatto bene questo ragionamento: candidato origine straniera uguale voti di elettori stessa origine. Ecco la classifica: solo un deputato con origini turche al Bundestag fa parte della Cdu/Csu. La Spd e I Linke sono i partiti con la maggioranza di deputati stranieri. Tradizionalmente disponibili ai candidati stranieri si sono rivelati però i Verdi che ora sono presieduti da Cem Özdemir, popolarissimo politico di origini turche dall’accento della Slesia.
Ma anche i Liberali della Fdp contavano propri deputati di origine straniera prima della loro esclusione dal Bundestag a causa dello sbarramento del 5%. Ok. Italiani zero, perché zero con doppio passaporto. E le elezioni europee? Ecco, gli italiani potrebbero almeno distinguersi come candidati alle elezioni europee per un partito tedesco. Macché. Anche in questo tipo di consultazioni zero assoluto. Nella scorsa legislatura vi era stato un candidato dal Saarland, certo Giacomo Santalucia piazzato al numero tre della lista regionale alle europee della Cdu. Il Santalucia raccontava a Radio Colonia che alle prossime europee il numero uno in lista sarebbe stato suo. Ma niente da fare.
Anche lui è nuovamente finito al terzo o quarto posto di una lista elettorale che garantisce un solo seggio al numero uno in lista. Eppure non si può certo dire che gli italiani, pronipoti di Machiavelli, non abbiano voglia o talento nel far politica. Chi come noi osserva i fatti e fatterelli politici in Germania ha assistito alla passione della gente che si è mobilitata per spedire qualche amico al parlamento italiano. Solo al Bundestag no. La scalata degli italiani nei partiti politici si ferma a qualche consiglio comunale o circoscrizionale e, onestamente, non ci spieghiamo il perché.
Fiorello La Guardia diventava sindaco di New York come emigrato della seconda generazione. Noi in Germania siano giunti alla terza di generazione e di scalata politica niente in vista. Non ci resta che guardare dove, eventualmente, ci sarebbe ancora posto. Dai Verdi sembra tutto occupato. 7 dei 63 seggi verdi sono occupati da onorevoli con una biografia da migrante e costituiscono l’11,1 % dei deputati di quel colore.
I Linke portano al Bundestag il 10,9 % dei loro deputati con un cognome straniero. Poi troviamo i Socialdemocratici con dodici deputati di origine straniera che occupano il 6,3% dei seggi Spd e alla fine troviamo la Cdu con il 3,1 % di stranieri e la Csu con 1,8% (1 su 65 deputati). A questo punto, sembrano essere questi due ultimi partiti quelli che offrono migliori possibilità di piazzamento. Allora, ne riparliamo tra quattro anni alle prossime elezioni, per festeggiare il primo deputato di origini italiane al Bundestag?