Il tema dell’incontro è stata l’estensione della scuola per far fronte all’elevato numero di studenti attesi per il prossimo anno scolastico. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti degli studenti, degli insegnanti e dei genitori. All’ingresso della scuola più di un centinaio di persone, perlopiù genitori, hanno accolto le rappresentanze con striscioni e cartelli invocanti ad una soluzione immediata.
La Scuola Europea di Francoforte (ESF), nasce una decina di anni fa per offrire ai funzionari della Banca Centrale Europea (BCE) un servizio scolastico di livello internazionale. Le Scuole Europee sono istituti scolastici ufficiali posti sotto il controllo comune dei governi dei Paesi membri dell’Unione Europea. Esse vennero istituite nel 1953 per promuovere la mobilità dei funzionari europei e delle loro famiglie.
La Scuola Europea dà la possibilità di conseguire il Baccalaureato Europeo, una licenza liceale riconosciuta in tutta Europa. La sede di Francoforte è una delle più giovani.
Nata nel non lontano 2002, supporta quattro sezioni linguistiche, tedesco, inglese, francese ed italiano. Ad oggi la popolazione scolastica si aggira sui 1200 studenti e copre l’intero percorso scolastico dall’asilo alle superiori. Prerogativa delle scuole europee è fornire supporto linguistico agli studenti non aventi una propria sezione come lingua madre con un programma chiamato SWALS (students without a language section) che ad oggi nella sede di Francoforte conta ben 16 lingue.
Nel panorama scolastico regionale, la Scuola Europea è l’unica ad offrire una sezione italiana con insegnanti madrelingua inviati periodicamente dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano, accessibile anche a studenti non affiliati alla BCE, anche se solo a complemento di classi già esistenti. La sede di Francoforte, fin dalla sua nascita, ha sofferto di carenze strutturali dovute agli spazi limitati. Organizzata come un campus in un fazzoletto di terra grande poco più di un campo da calcio, con edifici adibiti a classi, refettorio, palestra e un giardino con moderne strutture sportive, la Scuola è costretta a utilizzare portacabin per sopperire alla mancanza di spazi, per alloggiare le classi elementari.
Il costante aumento della popolazione scolastica non è mai stata valutato in una prospettiva di lungo periodo. La limitata capacità ricettiva della ESF, vuoi per la scarsa lungimiranza della passata amministrazione, vuoi per l’inerzia tipica delle amministrazioni locali, ha favorito il rapido sviluppo di altre scuole internazionali, più integrate con il sistema scolastico tedesco, ma meno appetibili per coloro che desiderano un curriculum scolastico più flessibile, rispettoso della pluralità linguistica e che permetta una effettiva mobilità di ritorno, ad esempio un sicuro accesso alle università italiane.
La situazione logistica, già difficile, si è aggravata con la nascita del nuovo istituto europeo di vigilanza bancaria che prevede di accogliere nella sola Francoforte più di mille nuovi dipendenti nell’arco di un anno. Il conseguente aumento di funzionari europei con famiglie al seguito, sta generando una impennata della domanda scolastica stimabile nell’ordine del migliaio di nuovi studenti, che la Scuola Europea fa difficoltà a soddisfare.
Gli accordi di ospitalità sottoscritti dal governo tedesco in favore degli istituti europei vecchi e nuovi prevedono l’obbligo di fornire spazi e finanziamenti adeguati, ma la lentezza delle amministrazioni competenti nel gestire strutture che non rientrano nei parametri della amministrazione tedesca quali una Scuola Europea, rendono il percorso tortuoso e poco efficace.
La ricerca di una soluzione definitiva che preveda un effettivo ampliamento delle strutture odierne o la costruzione di un nuovo campus è lungi dall’essere definita. Nel corso dell’ultimo anno, numerosi tentativi sono stati intrapresi sia dall’amministrazione scolastica che dall’associazione dei genitori per trovare una soluzione, seppur temporanea, all’imminente afflusso di studenti. Non ultime la lettera di richiesta di intervento alla cancelliera Angela Merkel e la richiesta di intervento al presidente della BCE, Mario Draghi.
Dall’ultimo incontro tra la Scuola e le amministrazioni competenti, si è adottata la soluzione ad interim a cui la scuola lavorava da tempo, che prevede l’installazione di moduli prefabbricati in un terreno limitrofe. Una estensione che dovrebbe ospitare oltre alle classi dell’asilo e della 1.a elementare, anche una cantina ed una palestra. Ma non è chiaro quale sia (e se ci sia) il progetto di sviluppo per dare alla scuola una sede definitiva.
Un istituto come la Scuola Europea, che dovrebbe rappresentare un modello istituzionale e pedagogico al quale anche il sistema scolastico tedesco potrebbe ispirarsi, abbisogna di una sede adeguata che dia ai suoi studenti la stessa dignità di ogni altro istituto internazionale.