Un grande successo se fosse stato gestito con maggiore lungimiranza. Purtroppo è mancata una seria ed efficiente politica di promozione da parte del governo italiano con la conseguenza che agli investitori tedeschi non è parso vero di potersi occupare loro della domanda di cucina italiana. Attualmente sono operativi sul mercato tedesco ben cinque gruppi imprenditoriali non italiani che hanno scommesso sulla cucina “made in Italy”. In ordine alla loro apparizione sul mercato questi gruppi sono: XII Apostoli, Vapiano, L’osteria, Tialini e La Tagliatella.
Il più numeroso è il gruppo Vapiano che ha esordito nel 2002 ad Amburgo e che in questo momento gestisce 150 ristoranti in ventinove Paesi. Seguono L’Osteria con circa 60 ristoranti in Germania e 4 in Austria e la Tagliatella che all’interno del gruppo AmRest (650 ristoranti) si sta rapidamente espandendo in Spagna in Germania e nell’Europa orientale. Gruppi tutti molto ben organizzati e che come i ristoranti delle catene “L’osteria” e “La Tagliatella”, si distinguono per la qualità dell’offerta e per il livello del servizio. Il loro atteggiamento nei confronti della cucina italiana e il modo di servirla a tavola é molto rispettoso delle tradizioni del “made in Italy.
Governo, istituzioni e stampa italiana non potranno far nulla per modificare o eliminare l’interesse dei gruppi tedeschi per la cucina italiana. E’ giusto seguire con interesse il trend ma è abbastanza improbabile che l’iniziativa del “Italian Sounding” possa aiutare il consumatore tedesco a capire che stia veramente mangiando qualcosa d’italiano. Non è questo però il vero problema. L’Osteria e La Tagliatella usano prodotti italiani originali e quello che essi copiano è soltanto il modo di preparare le pietanze. Questo non glielo potrà mai impedire nessuno. È uno sviluppo deplorevole e però ormai irreversibile.