La Turingia è uno dei Länder più piccoli della federazione tedesca e conta poco più di due milioni di abitanti. Dopo la seconda guerra mondiale fu incorporata nella Germania comunista. Vi è quindi ancora viva la memoria della SED, la Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, che fu lo strumento politico della dittatura comunista ai tempi del muro e del filo spinato.
Tutti ricordano il fuggifuggi generale dopo la caduta del muro di Berlino, lo scioglimento della SED e la nascita dalle sue ceneri del partito “ Die Linke”, La Sinistra. Effettivamente Die Linke, ai primi degli anni novanta, raccoglieva i consensi dei nostalgici e di coloro che nella riunificazione della Germania vedevano una sorta di annessione della loro Repubblica Democratica Tedesca da parte della Repubblica Federale di Germania. Die Linke era anche il partito in cui la parola “marxismo” non faceva vomitare, come nelle altre compagini politiche, e dove trovavano comprensione e solidarietà tutti quelli che avevano le tasche piene di essere trattati come schiavi liberati dai ricchi fratelli occidentali, pronti a regalare banane a tutti coloro che passavano la frontiera ormai aperta come a scimmie uscite dallo zoo. Un sentimento forte e condiviso da tutta la parte orientale della Germania riunificata, tanto da portare questo partito al Bundestag, al Parlamento tedesco.
I primi a distanziarsi da questa nuova sinistra, ancora sotto osservazione dei servizi segreti tedeschi perché potenziali sovvertitori dell’Ordine democratico e della Costituzione, furono proprio i “compagni” dell’altra parte della Sinistra tedesca e cioè la Spd. Sin dall’inizio la Spd ha quindi assunto un atteggiamento da esorcista nei confronti dei Linke, arroccandosi su una posizione di unico difensore dei principi di tutela e di solidarietà nei confronti dei lavoratori tedeschi e dei meno abbienti della ricca Repubblica Federale. Tutto a posto sino a quel momento, visto che la storia ha sempre visto la socialdemocrazia tedesca al posto giusto: dalla parte dei lavoratori.
Un brutto giorno, però, la guida del partito venne assunta da Gerhard Schröder, passato poi alla storia come l’inventore della “Agenda 2010”, divenuto lo strumento del più brutale abbattimento di tutela dei lavoratori mai visto nella storia moderna della Germania. È stato Schröder a inventare il precariato dei Mini Jobs, le Agenzie interinali di collocamento, la soppressione del sussidio per disoccupati, accorpandolo a quello sociale per non abbienti e via dicendo, con una serie di mortificazioni che portavano e portano un lavoratore disoccupato, dopo trent’anni di onorato lavoro, all’umiliazione del sussidio per non abbienti. A quel punto i lavoratori, anche quelli della parte occidentale della Repubblica, cercavano uno sbocco reale dove far convogliare le proprie esigenze.
Ma i Linke facevano ancora paura. Troppo comunisti, spaventosi Marxisti. Quando poi un socialdemocratico purosangue, come Oskar Lafontaine fece il grande passo lasciando la Spd e assumendo con Gregor Gysi la guida dei Linke, iniziava lo sdoganamento di questo Partito in tutto il territorio tedesco. La Spd non ha saputo reagire e non ha mai digerito il “tradimento” di Oskar Lafontaine e invece di fronteggiare la perdita dei voti dei lavoratori, con una politica di sinistra degna di questo nome, si buttava piuttosto nelle braccia della Cdu, accettando di governare con la cancelliera Merkel in una posizione di fanalino di coda.
E rieccoci alla Turingia. La piccola Turingia è sulla strada giusta per passare alla storia come il primo Bundesland in cui al governo si trova una nuova sinistra riformata e ricompattata, composta dai Linke, dalla parte più progressista dei Verdi e dalla Spd. Insomma, a livello di governo regionale è caduto un tabù. Linke e Spd insieme al Governo capeggiato da un uomo dei Linke, Bodo Ramelow, che ora dovrà dimostrare se da questo connubio nasce una specie di Frankenstein o un illuminato fautore dei principi di solidarietà per il mondo operaio.
Se, infatti, in Turingia tutto va bene, il primo a doversi cospargere il capo di cenere sarà proprio il Presidente della repubblica Federale di Germania Joachim Gauck, il quale non ha voluto fare a meno di esprimersi in maniera critica contro i Linke, domandandosi se questo partito avesse raggiunto la necessaria maturità per assumere la guida di un governo. Al Presidente della Repubblica è sfuggito che con questa domanda ha messo in dubbio anche la maturità di milioni di cittadini tedeschi che con il loro voto a questo partito hanno dato la loro fiducia. Distorsione professionale. Joachim Gauck è un Pastore protestante. Forse troppo abituato a parlare ai suoi fratelli, come a un gregge di pecorelle smarrite.