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di Licia Linardi - 

Nelle ultime settimane, in Europa e nel mondo, il numero degli infettati da Covid-19 è salito drasticamente. Ci sono 723.000 casi d’infezioni in tutto il mondo e 34.000 morti. In Germania si è raggiunta quota 62.000 e i decessi sono per il momento 541. Mentre in Italia la situazione è molto più grave, si hanno dei numeri molto più alti di decessi e d’infetti. Il direttore generale dell’Oms, Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che “dobbiamo combattere, unirci e accendere. Combattere il virus con ogni risorsa a nostra disposizione; unirci per affrontare insieme questa pandemia, siamo una sola umanità con un unico nemico comune. Nessun Paese deve combattere da solo. E infine accendere la potenza industriale e l’innovazione del G20 per produrre e distribuire gli strumenti necessari per salvare vite umane”. “ Dobbiamo fare una promessa alle future generazioni, dicendo mai più. Le epidemie virali continueranno a esserci perché sono un fatto della vita, che noi, però possiamo influenzare“ ha dichiarato nel suo discorso alle Nazioni, il direttore Ghebreyesus.

Abbiamo ritenuto necessario porre alcune domande all’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo al Covid-19.

Ci potrebbe spiegare cosa è un Coronavirus?
I coronavirus sono una grande famiglia di virus che possono causare malattie sia negli animali, sia nell’uomo. Nell’essere umano questi virus possono causare infezioni respiratorie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi, come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave SARS. Il coronavirus scoperto recentemente causa la malattia da coronavirus COVID-19.

Quali sono i sintomi da Covid-19?
I sintomi più comuni di COVID-19 sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare sintomi diversi come dolori, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o anche diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente. Vi sono poi persone che si infettano ma non sviluppano alcun sintomo e non si sentono male. La maggior parte delle persone, circa l’80%, guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Mentre altri si ammalano gravemente sviluppando difficoltà respiratorie. Le persone anziane e quelle con problemi di salute come ipertensione, problemi cardiaci o diabete, hanno la maggiore probabilità di ammalarsi gravemente.

Quali risultati dobbiamo aspettarci dai provvedimenti presi in Europa e nel mondo?
Noi crediamo che i Paesi debbano avere un atteggiamento comprensivo, il punto più importante per tutti è la delimitazione e il non espandersi dell’epidemia.

Perché si usa il termine epidemia e non pandemia?
La parola “pandemia” deve essere usata con prudenza. È un sostantivo che se è usato in un contesto sbagliato può causare un’isteria collettiva. Ciò però non toglie la gravità del caso. Non cambia quello che noi dell’Oms stiamo facendo e non cambia ciò che dovrebbero fare i Paesi. Non si è mai vista una pandemia provocata da un coronavirus, questa è la prima volta.

Il virus può sopravvivere nell’aria o sugli oggetti?
Non è certo per quanto tempo possa sopravvivere il virus che causa COVID-19 sulle superfici, però dagli studi fatti sembra comportarsi come altri coronavirus. Questi studi dimostrano che i coronavirus, insieme alle informazioni preliminari che abbiamo sul virus COVID-19, possono persistere sulla superficie per alcune ore o fino a diversi giorni. Ciò può variare dal tipo di superficie, dalla temperatura o dall’umidità dell’ambiente. Per questo, se si ritiene che una superficie possa essere infetta, bisognerebbe pulirla con un semplice disinfettante, lavarsi le mani con un’acqua e sapone ed evitare di toccare gli occhi, la bocca o il naso.

Quali precauzioni si possono prendere durante questa epidemia?
Basandoci sulle informazioni ricevute fino ad oggi e sulle nostre esperienze fatte con altri coronavirus, il COVID-19 si può diffondere da persona a persona tramite le gocciole respiratorie che sono prodotte quando una persona ammalata tossisce o starnutisce e tramite un contatto stretto. Ecco perché è importante stare a più di un metro di distanza da una persona malata e lavarsi regolarmente e accuratamente le mani, perché lavarsi le mani con acqua e sapone o facendo uso di detergenti a base di alcol, si uccidono i virus che potrebbero esserci sulle mani.

In un’intervista un virologo italiano ha parlato della possibilità di creare un siero da pazienti guariti del COVID-19, il quale si potrebbe utilizzare come vaccino contro il virus, proprio come si è fatto con l’Ebola. Lei cosa ne pensa di questa teoria?
Ad oggi, non esiste un vaccino e nessun medicinale antivirale specifico per prevenire o curare il COVID-19. Tuttavia, le persone colpite possono ricevere cure specifiche per alleviare i sintomi, le persone con malattie gravi possono essere ricoverate in ospedale e grazie a questi interventi notiamo un miglioramento nei pazienti. Sono stati testati attraverso studi clinici possibili vaccini, sieri e alcuni trattamenti farmacologici specifici, e noi dell’OMS stiamo coordinando tutte queste ricerche per sviluppare vaccini e medicinali per prevenire e curare il COVID-19

Perché la mortalità causata dal coronavirus in Italia è più alta rispetto gli altri paesi?
Il rapporto di mortalità in caso di decesso è un termine usato in epidemiologia per indicare il rapporto tra le persone che muoiono di una specifica malattia e il numero totale di persone infettate da quella stessa malattia in un certo periodo. I tassi di mortalità dei casi non sono costanti, possono cambiare notevolmente durante un’epidemia se, ad esempio, si scoprirebbe che ci sono molti più infettati di quanto si pensasse inizialmente. Il tasso di mortalità può anche essere diverso da paese a paese a causa dei fattori demografici, ad esempio le differenze nella struttura per età della popolazione. Nel caso del covid-19, i pazienti che sono deceduti a causa della malattia sono stati infettati in media 2-3 settimane prima. Da ciò si può dire che l’epidemia in Italia è in evoluzione da molto più tempo rispetto ad altre località europee e quindi per questo si ha un numero maggiore di pazienti rispetto agli altri paesi, molti dei quali sono guariti e sono stati dimessi e altri, è triste dirlo, sono deceduti. Nelle prime fasi dell’epidemia è possibile che si verificano più casi di infezioni negli adulti in età lavorativa, prima che l’epidemia si diffondi agli anziani, dove il tasso di mortalità è molto più elevato. Altri paesi europei, che sono all’inizio dell’epidemia, potrebbero iniziare a registrare tassi più elevati nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Infine, la sensibilità del rilevamento dei casi fa la differenza, perché i sistemi di sorveglianza nazionale variano nella loro capacità di rilevare il numero dei contagiati. Il non individuare tutti i casi infetti da Covid-19, soprattutto quelli più lievi, potrà influire enormemente sul tasso di mortalità dei soggetti.

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