Autonomia differenziata, ne avevamo già parlato su queste pagine un anno fa, ora il ddl ha passato un primo vaglio del Consiglio dei ministri – Molti sono i movimenti di cittadini che si oppongono all’Autonomia differenziata, raccolti sotto la siglia NoAd. Quali sono i punti problematici dell’Ad?

Giovedì 2 febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sull’Autonomia differenziata (Ad) che porta la firma del ministro per gli affari regionali e per le autonomie, il leghista Calderoli. Il testo si compone di dieci articoli ed è frutto di un lungo percorso che porta al compromesso fra l’Autonomia differenziata delle Regioni, voluta fortemente dalla Lega, ed il presidenzialismo, obiettivo di Fratelli d’Italia. Nella bozza si prevede che le Intese Stato-Regioni sono consentite solo “subordinatamente alla determinazione” dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), per garantire su tutto il territorio nazionale gli stessi diritti civili e sociali nelle materie prescelte dalle Regioni, e valgono per un massimo di 10 anni. Le Camere hanno ora sessanta giorni per esaminare le intese. Tutto bene, si potrebbe dire, a parte il pressing voluto dalla Lega per intestarsi un possibile successo elettorale alle elezioni regionali della Lombardia del prossimo 12 febbraio.

Tutto bene? Ed anche NO

Inizia così il suo percorso attuativo che deve essere contrastato. Alcune associazioni di categoria annunciano la mobilitazione e in previsione dell’approvazione del ddl si era tenuta già il 30 gennaio a Roma l’Assemblea Nazionale del Tavolo contro ogni Autonomia differenziata. Questa ha riunito associazioni, comitati, sindacati e forze politiche, che si oppongono al progetto di Autonomia. Nella partecipata Assemblea Nazionale dei movimenti contro ogni Autonomia differenziata (NO AD) sono stati ben evidenziati, sia nelle relazioni iniziali dei proff. Gaetano Azzariti e Paolo Liberati (rispettivamente su aspetti costituzionali ed economici del complesso tema dell’autonomia differenziata) sia di Marina Boscaino, coordinatrice del Tavolo, gli aspetti insidiosi e del ddl Calderoli e del metodo anticostituzionale con cui il governo sta procedendo. Questi aspetti sono stati approfonditi ed arricchiti dai 45 interventi dei rappresentanti delle varie sigle NO AD, sui quali poi si è sviluppato un dibattito che ha portato a definire gli strumenti e le strategie di lotta contro il progetto chiaramente eversivo di Autonomia differenziata.

In più di vent’anni la questione dei LEP non è stata mai affrontata. Ora dovranno essere stabiliti entro un anno

Secondo il ddl, i LEP, che riguardano soprattutto tre materie, sanità, trasporti ed istruzione, dovranno essere definiti con un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio, quindi non da un procedimento legislativo parlamentare. Se si pensa che in più di 20 anni la questione dei LEP non è stata mai affrontata, ci si chiede come in un anno si riescano a definire i bisogni standard su tutto il territorio nazionale, quando il divario nord-sud, aree urbane ed aree interne è enormemente avanzato. Inoltre non sono previsti fondi, come si evince dall’articolo 8 del ddl, in quanto dall’attuazione “non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Ci si chiede quindi come potrebbero essere ridotte le diseguaglianze

Le misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’Autonomia differenziata e quelle che non lo fanno non sono previste dalla legge di bilancio, per cui si rischia un’approvazione del ddl come atto di indirizzo votato in Parlamento, senza coinvolgimento dello stesso nella definizione delle intese e senza la preventiva definizione dei LEP, che solo nell’istruzione possono diventare molto complessi, per cui dall’opposizione se ne chiede lo stralcio dall’Autonomia differenziata.

Una procedura di approvazione del ddl assai poco democratica

Bisogna inoltre tener conto delle 23 materie concorrenziali previste dall’art.116 comma 3 Titolo V della Costituzione, richieste da Veneto e Lombardia, per comprendere lo stravolgimento dell’assetto unitario del Paese con la regionalizzazione di ambiti di enorme interesse politico, sociale, giuridico, con la conseguente distruzione dei contratti collettivi di lavoro. Inoltre resta il problema del testo “blindato”, che non potrà avere emendamenti in Parlamento, e non potrà essere sottoposto a referendum abrogativo. Infine, quale Regione chiederebbe dopo 10 o 12 anni il recesso dell’autonomia? Probabilmente nessuna, è il parere dall’Assemblea.

Che fare per contrastare questa Autonomia differenziata? Il ruolo dei sindaci

Durante la discussione sono state proposte e deliberate azioni concrete di informazione, contrasto e mobilitazione contro l’AD, lanciando un appello a tutti i sindacati e le forze politiche e associative per convocare una grande manifestazione nazionale a Roma coinvolgendo decine di migliaia di cittadini e lavoratori da tutto il Paese, i sindaci già contrari ed altri aggiuntisi, tutti uniti per il ritiro dell’Autonomia differenziata. Il ruolo dei sindaci risulta fondamentale nel trasferire consapevolezza del pericolo che l’autonomia differenziata comporterebbe in termini di eguaglianza dei diritti, soprattutto alle cittadine e ai cittadini del Sud, prime e principali vittime di un provvedimento che colpirà tutto il Paese, e su quanto il regionalismo differenziato inciderà negativamente sulle attività e sulle competenze dei comuni stessi. Contro l’articolo 116 si stanno muovendo gruppi come Giustizia e Libertà ed il Comitato per la Democrazia Costituzionale, promuovendo una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che precede la cancellazione del suddetto articolo. Ma un maggiore contrasto potrà essere attivato anche dalla capacità che i singoli soggetti del Tavolo NO AD avranno nel creare ulteriori comitati territoriali e coordinamenti regionali.

Informare all’estero

Per questo motivo il Coordinamento Donne di Francoforte, di cui faccio parte, è presente a questa lotta fin dall’inizio, nel 2019, e si sta prodigando attraverso le reti associative all’estero affinché i connazionali residenti fuori dal Paese ne siano informati e fungono da moltiplicatori nei luoghi d’origine in Italia, tenendo conto che ancora gran parte dei residenti in Italia non è al corrente dello stravolgimento costituzionale che incombe sul Paese. Auspichiamo che molte più associazioni di italiani all’estero aderiscano al Tavolo ed a questa giusta lotta contro lo sfascio del Paese è la diseguaglianza dei cittadini.


Articolo 116, terzo comma, della Costituzione

Raccolta firme per l’abolizione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione L’articolo 116, terzo comma, della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. “regionalismo differenziato” o “regionalismo asimmetrico”, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma). (Fonte camera.it)

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/


Aderiscono al tavolo NoAd

Associazioni Anpi area Sud – Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà – Associazione Diritti in Comune a Ciampino – Associazione Indipendenza – Associazione Le Lampare basso Jonio cosentino – Associazione Mondragone Bene Comune –– Associazione Solidarietà cittadina – Attac Italia – Carta di Venosa – Carteinregola – Casa Internazionale delle Donne – Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata – Coordinamento 2050 – Coordinamento donne italiane di Francoforte – Coordinamento metropolitano no Autonomia Differenziata Napoli – Donne in nero UD – Forum per il diritto alla salute – Forum Italiano Movimenti per l’Acqua – Giuristi Democratici – Liberacittadinanza – Libertà e Giustizia – Medicina democratica – Non una di meno RC – Osservatorio Unione Europea – Parma Città Pubblica APS – Priorità alla scuola – Rete Recovery Sud – Rete dei Numeri Pari – Rete Città in Comune – Rete Rosa – Roma XII Beni Comuni – Sardine di Francoforte – Società della Cura – Spazio donna di RC

Riviste Lavoro e Salute – Left – Su la testa – transform! Italia – Volere la Luna

Sindacati CGIL Democrazia e Lavoro – CGIL Riconquistiamo Tutto – COBAS – FLC CGIL – SGB – USB

Formazioni politiche Confederazione Sinistre Italiane – demA Democrazia e Autonomia – Democrazia Atea – Dipende da noi Marche – Europa Verde – Futuro Meridiano – Giuristi Democratici – LabSud La riscossa del Sud Laboratorio permanente – ManifestA – Milano in Comune – Movimento Equità territoriale – Partito Comunista Italiano – Partito della Rifondazione Comunista – Partito del Sud – Possibile – Potere al Popolo! – Primavera Democratica – Rete Città in Comune – Risorgimento Socialista – Sinistra Italiana – Unione Popolare

Siti dove informarsi:

https://perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog/

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