Da fonti sicure e altolocate, supportate anche da vari agenti di Città del Vaticano, con cui il nostro Giornale ha da sempre legami stretti e familiari, abbiamo appreso una notizia già da tempo oggetto d’inchiesta giornalistica di La Repubblica, del Figaro di Parigi e del New York Times. Ma noi, il Corriere d’Italia di Francoforte sul Meno, siamo arrivati prima di tutti, la notizia è certa: Il Governo Italiano ha tentato una missione segreta nel cuore, anzi sulla testa, di un membro del Governo tedesco!

È appurato che in una seduta notturna il Capo del governo italiano, che controlla direttamente il meglio dei Servizi Segreti nostrani, ha ordinato una missione che nessuno avrebbe mai creduto possibile. Agire sulla testa di un Ministro tedesco!

Ora i nostri lettori si chiederanno: ma come? La testa di un Ministro tedesco? La Germania è un Paese amico, alleato, con turisti che tutte le stagioni ci portano carriole di Euro e si accontentano pure della pasta scotta, che sono sì un poco petulanti, ma pur sempre amici… no, noi in missione segreta nel cuore del Governo tedesco? Non è possibile!

E invece sì. Pare che il Capo del Governo italiano abbia spinto i vertici dello Stato Maggiore ad intervenire in silenzio, con rapidità e decisione! 

Sembra, però, che alla base della decisione di intervenire con il fior fiore dei nostri agenti segreti (per intenderci: quelli che se sbagliano a schiacciare un bottone in macchina ti buttano fuori un chilogrammo di farina doppio zero per una  cortina fumogena o un litro d’olio d’oliva per far sbandare l’inseguitore) ci sia stato una sorta di insofferenza da parte della consorte del nostro Primo Ministro, la quale guardando il telegiornale avrebbe detto al marito “A Mario… tu a quello lì, gli  devi dare una sistemata! Ora basta, una volta per tutte! Tu a quello gli devi dare un’acconciata perché così non è più sopportabile, fa male alla vista, è un’offesa a tutto il senso dell’estetica del nostro Paese, dell’Italia tutta, da Bolzano a Lampedusa! Ohé, Mariuccio, o fai qualcosa o torno da mammà!”

Davanti a tale determinazione è sembrato ovvio che il Capo del Governo della settima potenza economica mondiale, l’Italia, non poteva restare indifferente.

La prima fase dell’operazione si è mossa negli ambienti degli istituti di bellezza per uomini, tra i più rinomati parrucchieri per uomo italiani, ma anche tra i bravissimi e numerosissimi barbieri dei popolari quartieri di Roma, Napoli e Palermo… Insomma in quegli ambienti in cui anche la più grande schifezza d’uomo, dopo un trattamento di un tre quarti d’ora e con venticinque Euro, esce come rinato, profumato, ordinato, non certo Alain Delon, ma sicuramente conciato in maniera tale da non far più pena a nessuno. 

Ambienti a luci rosse? No, ambienti al neon! Tutto alla luce del sole, tutto illuminato e chiaro… niente passioni proibite, nessuna anomala perversione.

E in questi ambienti gli 007 italiani hanno reclutato i potenziali esecutori materiali dell’operazione. Da fonti sicure abbiamo appreso che i prescelti inviati speciali prelevati di notte, sono stati portati negli scantinati più nascosti del palazzo segreto dei servizi segreti. Tolti i cappucci e sciolti i bavagli, i predestinati hanno appreso i dettagli della missione: recarsi a Berlino in assoluto segreto, intrufolarsi nei bagni del Parlamento tedesco, il Bundestag, attendere che l’oggetto della missione segreta si recasse a fare pipì e poi, e poi zack! Con quattro rapidi colpi di forbici, rasoio classico, rasoio elettrico e pettine formato medio, rifilare al sequestrato un’acconciatura maschile degna di questo nome! Fin qui tutto ok! Gli uomini decisi a tutto hanno aderito: per la Patria e il senso dell’estetica che distingue l’Italia da tutto il mondo civile e da millenni, la missione deve essere fatta.

 Poi, poi lo sgomento! Quando i barbieri rapiti hanno appreso che l’obiettivo era la capigliatura del Ministro per la Salute tedesco Karl Lauterbach… sono stai presi dal più nero sconforto! No… Lauterbach no, quella pettinatura non è sanabile, nemmeno con le armi chimiche. Nulla da fare. A nulla sono servite ore di interrogatorio, di ricatto, di minacce di privare i barbieri dei piaceri più elementari della vita: un anno intero senza pizza (si un anno senza pizza) senza pasta, niente mozzarella, mortadella e prosciutto di parma. Una tortura che nemmeno a Guantanamo hanno avuto il coraggio di applicare.

Ma la risposta è stata no! Missione impossibile. La pettinatura di Lauterbach è un caso irrisolvibile, mandateci al confino a Basilea, metteteci sotto processo, ma noi la testa di quello lì non la possiamo acconciare! Ora ci sono da temere gravi conseguenze in famiglia del nostro Capo del governo.

Un pesce d’aprile? Eh sì un pesce d’aprile ma l’acconciatura di Lauterbach è veramente impossibile, quello non è uno scherzo!

Chiudo l’articolo su Lauterbach con questa frase di Bertolt Brecht:  „Was sind das für Zeiten, wo/Ein Gespräch über Bäume fast ein Verbrechen ist. Weil es ein Schweigen über so viele Untaten einschließt!“ (Quali tempi sono questi, quando discorrere d’alberi è quasi un delitto, perché su troppe stragi comporta silenzio!

       

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