Con lettera del 25 ottobre scorso, il Dr. Tommaso Conte, Coordinatore dell’Intercomites, ha evidenziato all’Ambasciatore d’Italia a Berlino che il numero degli italiani in Germania, tra iscritti A.I.R.E., residenti di fatto e temporaneamente soggiornanti, obbligati a rivolgersi al proprio consolato per basilari servizi statali, si aggira ormai attorno al milione di cittadini. Si tratta di connazionali che hanno subito seri disagi nei servizi consolari nella prima fase della pandemia.

Dopo l’evolversi dei fatti nella primavera scorsa, il Coordinatore Intercomites afferma tuttavia che: “Lo shock della fase iniziale di questo epocale fenomeno è però passato e l’esperienza accumulata dovrebbe offrire una visione più ampia sull’arco di strumenti più efficaci”.

Tommaso Conte asserisce nella sua lettera: ”È nostro dovere rappresentare i gravi disagi che la collettività ha subito nella prima fase della pandemia: appuntamenti ottenuti con mesi di anticipo sono saltati, il numero dei connazionali accettati agli sportelli consolari è stato drasticamente ridotto, i tempi per essere ricevuti si sono drammaticamente allungati”.

L’Intercomites-Germania fa poi il punto della situazione, rappresentando all’Ambasciata che: “La media di apertura al pubblico dei consolati in Germania è, al momento, di 17,5 ore settimanali spalmate su cinque giorni lavorativi. Il numero di persone che possono accedere alle sedi consolari, compatibilmente con l’esigenza di evitare assembramenti, è stato di conseguenza ridotto. La situazione attuale prevede attese dai tre ai cinque mesi per un passaporto o per una carta d’identità. Ogni singolo caso, che richieda interventi a carattere d’urgenza o comunque fuori dagli schemi del regolare appuntamento online, comporta altresì uno stress insopportabile nell’uso dei regolari canali di comunicazione, siano essi quelli personali, telefonici, per posta ordinaria o per posta elettronica. Questo è quanto rappresentato quotidianamente agli eletti dalla nostra collettività in Germania. Questo è quanto il mandato di legge, che stabilisce il ruolo dei Comites, ci obbliga a fare presente all’Autorità diplomatica e consolare”.

Con la lettera all’Ambasciatore, il Presidente del Comites di Stoccarda e Coordinatore Intercomites non si limita però alla sola segnalazione di una situazione di disagio: ”Gli ottimi rapporti e il dialogo franco e sereno in atto tra l’Ambasciata, i Comites e l’InterComites, ci incoraggiano ad andare oltre la mera segnalazione con un’ipotesi di soluzione, che ci permettiamo di proporre: – Divisione del personale consolare in due gruppi giornalieri e con orario di lavoro distinto, per evitare le totali chiusure in caso d’infezione tra i componenti degli stessi;

– Ampliamento degli orari di accesso agli sportelli consolari con due turni: uno di mattina, l’altro di pomeriggio, per esempio ore 9.00 -12.30 e ore 13.00- 17.30, per evitare assembramenti nelle sedi consolari e, contemporaneamente, ampliare il numero massimo degli appuntamenti.

– Assunzione immediata di personale temporaneo, con contratto a termine, da impiegare per lo smaltimento delle pratiche accumulate nei mesi di parziale fermo.

– Dotazione degli strumenti informatici al personale collocato in telelavoro (concessa in via “sperimentale” in Germania solo a poche sedi consolari) per la comunicazione diretta e quotidiana con i connazionali in orario esteso, sia in modalità telefonica sia per posta elettronica.

– Nella rotazione di presenza impiegare il personale che ha assolto il turno di servizio al pubblico per la restante giornata lavorativa in modalità di telelavoro con compiti di predisposizione degli atti, del disbrigo della corrispondenza telematica, telefonica e di posta cartacea.

– Apertura di una “Hot line con più linee”, gestibile anche in telelavoro e dedicata alla guida del programma “Prenota Online” per il rilascio delle Carte d’identità elettroniche”.

La lettera dell’Intercomites termina con l’invito all’Ambasciata affinché ”da Berlino giunga chiaro il segnale che i Consoli, ora più che mai, dedichino al meglio tutte le loro risorse, ascoltino le richieste dei connazionali e assolvano celermente i loro obblighi amministrativi, per i quali sono stati inviati in missione in questo Paese. Ogni energia sottratta ai servizi consolari, poiché dedicata alla diffusione e alla cura della “Immagine dell’Italia”, sarebbe, a nostro parere, una mera contraddizione agli occhi dei connazionali, se non accompagnata da un sufficiente rendimento dei servizi alla collettività”.

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