Servizi consolari. Il Sindacato del MAECI Confal-Unsa contro l’impiego di Patronati e Consoli onorari nei centri di nuova e vecchia emigrazione

Il Coordinamento Esteri della Confsal-Unsa continua la sua battaglia contro l’impiego di Consoli onorari in sostituzione di regolari Uffici consolari e contro il passaggio dei servizi consolari ai Patronati all’estero. In una nota del Sindacato con il maggior numero d’iscritti alla Farnesina, si apprende che la strategia di affidare i servizi consolari a Patronati e Consoli onorari: “è un percorso pieno d’insidie e pericoli.

Il pericolo numero uno è la conseguente e inevitabile riduzione del numero di lavoratori MAECI sulla Rete estera”. Il Sindacato si allaccia alle ultime dichiarazioni del Direttore Generale Vignali alla plenaria del CGIE sull’impiego dei Patronati e afferma: “Finalmente è chiaro anche al MAECI che è poco ragionevole affidare i servizi consolari a enti che all’estero non hanno nemmeno una chiara veste giuridica.

In Svizzera, Germania, America Latina e altrove vedrete targhette di ottone luccicanti che li definiscono ora associazioni, ora “filiali” delle loro centrali romane, ora annidate in organizzazioni sindacali estere, mentre sfuggono al controllo dei Consolati “scordandosi” di doversi registrare per le verifiche di legge. Vesti giuridiche variopinte come gli hippies degli anni sessanta che non offrono affidamento e garanzie come, ad esempio, quelle necessarie nel trattamento dei dati personali”.

Il Sindacato chiede contemporaneamente il maggiore impiego di personale sulla rete estera, affermando che: “I Consolati devono essere rafforzati in quanto a personale di ruolo e a contratto, devono essere ammodernati, messi in condizione di poter essere efficacemente e dignitosamente al servizio di una collettività italiana all’estero in crescente aumento.” Pesanti sono le accuse della Confsal-Unsa verso il Dicastero degli Esteri sull’impiego di Consoli onorari al posto di regolari Uffici consolari.

Secondo il Sindacato il MAECI, sotto quest’aspetto, sarebbe sordo, cieco e smemorato. “Amnesia poiché il MAECI si è dimenticato a cosa servivano i Consoli Onorari: funzionari senza stipendio, che “honoris causa”, inauguravano qualche mostra, tenevano alta l’immagine del Paese ed emettevano qualche foglio di viaggio al turista italiano, che aveva perso il portafogli sotto le palme di qualche spiaggia sperduta di un Paese esotico, dove non valeva la pena tenere in piedi una “regolare” rappresentanza consolare.”

Per quanto riguarda la perdita della vista e dell’udito, la sede romana della Confsal-Unsa Esteri afferma che: “La Farnesina continua a restare cieca di fronte a tutti i disagi che insorgono ovunque sia attivo un Console onorario al posto di un vero e proprio Ufficio Consolare. Ciechi sì, ma anche sordi, poiché la Dirigenza del MAECI continua a non ascoltare gli allarmi lanciati dai Consoli nei centri di nuova e vecchia emigrazione, che quotidianamente hanno a che fare con i loro colleghi “onorari” poiché i Consoli “veri” devono correre continuamente a soccorso di quelli “onorari”.

Il Sindacato Confsal –Unsa conclude che: “le nozze con i fichi secchi non si possono fare, inutile tentare, com’è del resto inutile tentare d’avere una botte piena e una moglie ubriaca”, chiedendo di porre fine agli esperimenti con la domanda: “ Volete servizi migliori per gli italiani all’estero? Allora servono più impiegati da Roma e assunti in loco e che non siano precari. Punto e basta”.

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