Nella foto: Statua Maria Maddalena di Andrea della Robbia

Lo scorso 21 febbraio il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini ha restituito a Berlino la statua della Maddalena di Andrea della Robbia, per farla riconsegnare alla famiglia ebrea tedesca che ne era proprietaria e alla quale fu sottratta dai nazisti durante la II guerra mondiale. La cerimonia di restituzione si è svolta presso il Martin Gropius Bau alla presenza della sottosegretaria alla Cultura tedesca Monika Grütters. Franceschini ha sottolineato l’importanza della restituzione di un’opera finita in Italia «per errore» e lì rimasta «inconsapevolmente» per tanto tempo.

La scultura in terracotta invetriata raffigurante Santa Maria Maddalena, alta circa un metro, capolavoro di Andrea della Robbia (1435-1525), era conservata nei depositi della Galleria degli Uffizi di Firenze. L’opera era in effetti di proprietà della galleria Drey di Monaco di Baviera. Nel 1935, a causa delle persecuzioni antiebraiche del nazionalsocialismo, i proprietari furono costretti a cedere l’attività allo Stato e ripararono negli Stati Uniti. Le collezioni vennero vendute all’asta nel 1936, e Maddalena fu acquistata da Hermann Göring, maresciallo del Reich, ministro dell’Aeronautica e comandante della Luftwaffe, tra i gerarchi del nazismo più vicini al Führer Adolf Hitler. Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti avviarono la restituzione ai legittimi proprietari, come musei e privati, delle opere trafugate dai nazisti. La Maddalena venne riconsegnata dalla Repubblica federale tedesca all’Italia nel 1954 in attuazione dell’accordo dell’anno precedente tra capi di governo dei due paesi, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi, che prevedeva tra l’altro la restituzione delle opere d’arte giunte in Germania in maniera illegale durante la guerra. Recentemente, anche grazie alle indagini del Comando dei Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, si è scoperto che la Maddalena di della Robbia era di proprietà della galleria Drey. La scultura verrà quindi restituita agli eredi delle famiglie Drey e Stern, proprietarie della raccolta.

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