Foto: Pergamon-Panorama Foto di Tom Schulze ©asisi

Annessa al Pergamon Museum di Berlino l’esibizione offre suggestioni uniche e contribuisce alla comprensione della storia

Nella mitologia greca la Gigantomachia è la lotta tra i giganti e gli dei dell’Olimpo e rappresenta simbolicamente la rivolta del caos contro l’ordine e la legge. Essa è raffigurata nel fregio dell’Altare di Pergamon, capolavoro dell’arte ellenistica, noto anche come Altare di Zeus, oggi parzialmente ricostruito nel Pergamon Museum di Berlino, uno dei musei più famosi e visitati della capitale tedesca. Misurando oltre due metri di altezza e più di cento di lunghezza, la dimensione del fregio dell’Altare di Zeus era pari a quella del fregio del Partenone. L’argomento della Gigantomachia era rappresentato nel suo insieme come un grande evento cosmico simultaneo. Tra le scene maggiormente incisive spicca quella della dea Atena che sottomette comodamente il gigante Alcioneo.

Pergamon, antica città dell’Asia Minore poco distante dalle coste del Mar Egeo, conobbe il suo massimo splendore nel III secolo avanti Cristo sotto la dinastia degli Attalidi che ne fecero un centro artistico di grande importanza. Oggi è un sito archeologico situato a ridosso della città di Bergama, nella provincia di Smirne in Turchia. Dal 1999 è patrimonio Unesco dell’Umanità. L’Altare di Zeus doveva avere una pianta di almeno 36 metri per 34 ed era situato in una delle zone più alte dell’acropoli. Vitelli e tori venivano regolarmente portati all’altare per essere offerti in sacrificio a Zeus. La parte ricostruita a Berlino è quella costituita dalla scalinata anteriore, ampia circa 20 metri, che portava a un colonnato superato il quale si accedeva a un cortile interno che conteneva l’altare sacrificale. Forma e dimensione dell’edificio sembrano rifarsi alla descrizione che Omero da del palazzo di Zeus sul monte Olimpo.

Dal 2014 l’Altare di Pergamo non è più visitabile perché sottoposto a restauri che dureranno fino al 2024. Dal 2018 tuttavia è possibile vedere una ricostruzione panoramica della città di Pergamo. A realizzarla è stato Yadegar Asisi, artista e architetto berlinese di origini iraniane. La realizzazione è una replica rivista e migliorata dell’esposizione panoramica già attuata nel 2011-2012 che, in esattamente un anno di apertura, ha attirato un milione e mezzo di visitatori di tutto il mondo.

La panoramica a 360 gradi offre una rappresentazione di Pergamon nel II secolo dopo Cristo, quando la città era sotto il dominio romano, precisamente ai tempi dell’imperatore Adriano che la visitò nel 124 d.C.. L’intera città è riportata in vita in tutte le componenti che ne costituivano il tessuto umano e sociale, dall’anfiteatro, ai templi di Atena, Dionisio e Traiano, alle concerie, al mercato degli schiavi, all’officina degli scalpellini, all’Altare di Zeus. Moltitudini di persone di entrambi i sessi e di tutte le età – è stato calcolato che a quel tempo Pergamon contava circa 150.000 residenti, schiavi compresi – riempiono gli spazi rappresentati rendendoli vivi e armoniosi. Sono cittadini di Bergama che si sono prestati ad essere fotografati indossando costumi dell’epoca. Tutt’intorno la macchia mediterranea e la vista, a perdita d’occhio, di colline e pianure attraversate da corsi d’acqua e di montagne in lontananza. Le suggestioni visive sono accompagnate e amplificate dagli effetti luminosi che creano l’alternanza giorno-notte e dalla colonna sonora che si ripete ogni dieci minuti.

Quella di Pergamon non è l’unica esibizione panoramica creata da Yadegar Asisi.

La prima fu “Everest”, realizzata nel 2003 a Lipsia. Ad essa seguirono, per durate medie di circa due anni, svariate altre esibizioni tra cui Roma ai tempi dell’imperatore Costantino; Dresda barocca; Dresda 1945; Amazonia; Grande Barriera Corallina; Titanic e altre ancora. Sempre a Berlino dal 2012 al Checkpoint Charlie è possibile visitare “Die Mauer” in cui Asisi condensa numerosi aspetti della guerra fredda in un’esposizione panoramica che mostra il Muro visto da Ovest verso Est, nella Sebastianstrasse, in una grigia giornata di novembre degli anni ‘80.

Quasi tutte le esposizioni panoramiche di Asisi hanno avuto luogo in città della ex-DDR dove l’artista ha vissuto fino al 1978. La scelta di allestirle nella Germania-Est è legata alla storia personale di Asisi, nato da genitori iraniani a metà degli anni ’50. A quel tempo la Persia era una dittatura sotto il giovane Scià Reza Pahlavi. Il padre, ufficiale dell’esercito e membro del partito comunista vietato Tudeh, si rivoltò contro il suo regime. Fu smascherato e giustiziato insieme ad altri 19 uomini nel 1955. A seguito di accordi tra il Tudeh e il SED (Partito di Unità Socialista di Germania) la madre ottenne rifugio politico nella ex-DDR insieme a 4 figli. Durante il viaggio Yadegar nacque a Vienna. Asisi trascorse la sua infanzia e la sua giovinezza nella dittatura del SED a Halle e Lipsia. A Dresda studiò architettura. Nel 1978 la situazione politica cambiò radicalmente a causa della rivoluzione islamica guidata dall’Ayatollah Khomeini che, dopo il rovesciamento dello Scià, prese il potere a Teheran.

Yadegar Asisi venne espulso dalla ex-DDR e visse nella patria dei suoi genitori per un anno, poi tornò a Berlino Ovest. Fino al 1984 studiò pittura e frequentò l’Accademia delle Belle Arti. Negli anni successivi e prima di dare sfogo alla sua vena visionaria, l’artista ha svolto attività didattica. Contemporaneamente ha maturato la consapevolezza della strumentalizzazione subita durante gli anni trascorsi nella DDR che tuttavia non ha mai rinnegato. In un articolo del quotidiano Die Welt Asisi afferma: “Nella Germania dell’Est ho trascorso una infanzia felice, indipendentemente dal tipo di società. Le persone e la DDR sono una parte del mio sviluppo che non voglio perdere.”

Ma torniamo al Altare di Zeus di Pergamon. Perché dopo due millenni dopo continua a sedurci così? La verità è che sappiamo molto poco di questo meraviglioso monumento. Il suo misticismo enigmatico è accentuato dalla mancanza di fonti certe sulle date di inizio e di completamento dell’opera e sul suo significato. In virtù dell’accordo col sultano dell’Impero Ottomano Abdul Hamid II dal 1886 è a Berlino. Averlo collocato fuori contesto ne rende ancor più difficile l’interpretazione. Questo limite riguarda e accomuna i reperti archeologici collocati nei musei di tutto il mondo. Il merito di Yadegar Asisi è quello di averlo riportato, sia pur artificialmente e grazie al connubio tra arte e scienza e tra storia e tecnologia, nel suo contesto originale restituendogli vitalità e dignità. In un momento in cui le coste del Mediterraneo, che per millenni fu culla di civiltà, sono sempre più caratterizzate da conflitti e migrazioni, dobbiamo essere grati a Yadegar Asisi per averci aiutato a capire il ruolo svolto dalla città di Pergamon nell’antichità.

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