Ebbene sì, ancora due star si uniscono per la gioia dei loro fan. In più di tremila sono accorsi sabato 11 gennaio alla Porsche Arena di Stoccarda. Toto Cutugno e i Ricchi e Poveri, i protagonisti assoluti di successi resi famosi in tutto il mondo, sono tornati in Germania a emozionare il pubblico. Difficile riassumere la loro carriera, nemmeno in un’enciclopedia, quindi mi limito nel dirvi che sono autori di grandi successi sia in Italia e all’estero. Il Corriere d’Italia ha incontrato le due icone della musica leggera italiana e l’ospite che ha aperto lo storico evento, Gino Castelli.

Partiamo subito con la storica coppia: I Ricchi e Poveri, con più di cinquantadue anni di carriera artistica. Contano ben dodici presenze al Festival di Sanremo, sono tra gli artisti italiani più amati in assoluto con più di venti milioni di dischi venduti nel mondo. Hanno ritirato innumerevoli premi e consolidato negli anni l’appellativo di “ambasciatori della musica italiana nel mondo”.

“Con Toto Cutugno, siamo due amici che hanno preso quest’avventura di venire qua a Stoccarda a divertirci e a divertire la gente”, ci dice Angelo. Entrando nel vivo dell’intervista, chiedo della loro vittoria Sanremo con “Se m’innamoro” e com’è nata. “Questa è una domanda che dovresti fare più al pubblico che ci ha votato…” ci dice Angela. “Se ci fossimo votati noi, avremmo vinto sempre…”, interviene scherzando Angelo “… Sei gentile comunque a tenere in mente le classifiche dei nostri successi, io non me li ricordo tutti. Abbiamo però il secondo posto con “ La prima cosa bella”, c’è anche “Che sarà” e “Sarà perché ti amo”. Chiediamo come sono nati I Ricchi e Poveri e la formula del loro successo. Angela ci risponde:”Non lo so davvero. É stato inaspettato ma ci speravamo tanto. Eravamo quattro ragazzi a cui piaceva cantare e suonare. Buttati sempre sulle spiagge e giocando sono nate delle belle canzoni. Ci siamo innamorati di questo. A Milano ci hanno ascoltato ma, mentre a Fabrizio De André non siamo piaciuti, Franco Califano credette in noi e ci portò al Festival di Sanremo con la “Cosa prima bella”. Da lì è stato un continuo crescendo.”

Ci incuriosisce sapere come nasce una canzone. “Una canzone nasce da un momento di passione, di pensiero, nell’esprimere i propri desideri e sogni, ci risponde Angelo. Talvolta anche per caso come “M’innamoro di te” nata ad esempio in Germania, alla fine di un concerto. Riuniti con tutti i musicisti e i fan, ognuno raccontava la propria storia. Tutti si erano innamorati di un loro sogno o un desiderio, aggiunge Angela, ritrovandosi a dire la stessa parola “m’innamoro di te”.

Pur se un po’ affaticato, con grande umiltà, anche Toto Cutugno ha voluto riceverci.

Il cantautore conta un record di trenta partecipazioni al Festival di Sanremo, tra interprete e compositore. Ha consacrato una vittoria con il brano “Solo noi” e negli anni sei secondi posti, da “Serenata”, “Figli”, “Emozioni”, “Le mamme”, “Gli amori” e “Come noi nessuno al mondo”. All’Eurovision Song Contest porta inoltre l’Italia sul podio con “Insieme”. Ha conquistato anch’egli l’appellativo di Ambasciatore della musica italiana nel mondo. “È bellissimo essere qui a Stoccarda. Non vedo l’ora di salire sul palco, perché mi emoziono e spero di dare emozioni al pubblico che è in sala”, ci dice Toto Cutugno. Come sai, ho iniziato come compositore. Ho avuto la fortuna di scrivere la mia prima canzone a Joe Dassin. Grazie a lui, incominciò la mia carriera da compositore. Ho scritto per una sfilza di artisti, da Dalida, Michel Sardou, Johnny Hallyday, a Mireille Mathieu etc. Poi mi sono messo a cantare vincendo il Sanremo dell’80. Ho scritto per altrettanti amici come Mina, Ornella Vanoni, Celentano, Ricchi e Poveri, Albano, ecc”. Ferma restando a Sanremo, spontaneo è il mio rammarico di non trovarlo in questa edizione ma lui, con grazia, risponde: “Vedi cara Angela, Sanremo è nel mio cuore, ma non ci vado più, perché ormai non c’è più quell’emozione e quella paura. Sanremo comunque lo guardo tutti gli anni. Ascolto le canzoni ma non le giudico, perché non è giusto farlo. Mi piacciono o no. Ritengo il Festival, una manifestazione importantissima sia per l’Italia sia per il mondo. Eppure anche l’Eurofestival, se pur poco seguito in Italia, è una kermesse importante e dove ho avuto la fortuna di vincere con “Insieme”, un brano che parla appunto dell’Europa. Termino chiedendo al Maestro Cutugno un consiglio fondamentale, da dare ai giovani desiderosi di emergere ma che spesso attraverso i social cadono in tranelli, per colpa di chi si “autoproclama” organizzatore, manager e promoter dalla notte al giorno, o studio di registrazioni improvvisato tra le mura di casa, con il solo scopo di arrotondare dopo il lavoro in fabbrica. “L’umiltà”, ci risponde Toto Cutugno con fermezza, “Essere umile. Non essere presuntuosi. Lavorare bene e seriamente. Avere rispetto anche degli altri. Tanto, se c’è del talento prima o poi esce fuori!”

In quattro ore hanno presentato brani appartenenti anche alla memoria collettiva, trascinando i fan in un viaggio musicale, tra i ricordi ed emozioni. Il concerto è stato dedicato al pubblico, come giusto che sia. Quelle di Toto Cutugno inoltre, non sono state semplici canzoni, ma vellutate poesie arricchite di pensieri, espressioni e parole di saggezza. Ha scherzato e portato il pubblico anche a riflessioni. Gesti sensibili e mirati dritti al cuore, cose che solo i “Giganti Italiani” sanno fare come: umilmente cantare a cappella “l’Italiano” attraverso le nostre telecamere. Stappare uno Champagne e brindare sul palco con una mamma scelta a caso, per poi dedicare la celebre canzone “Le Mamme”. La libertà di far salire sul palco una coppia in delirio. Farsi sorprendere da una donna che con garbo bacia la fonte delle sue melodie, le labbra. L’umiltà di dare il suo microfono ad un giovane talentuoso e regalargli l’ebrezza di cantare su quell’imponente parco e pubblico e ascoltarlo intensamente. Rivelare di avere vinto la battaglia contro un male, il tumore. Ringraziare per questo il buon “Dio” ma rimproverarsi e scusarsi lo stesso con i fan perché dice: “non è corretto che un cantante stia seduto davanti al suo pubblico per l’intero concerto ma del resto…, termina riflessivo, …un patto per rimanere su questa terra dovevo pur farlo, o no?”. Ringrazia con fermezza la Cancelliera tedesca Angela Merkel per quello che fa per i nostri connazionali italiani emigrati in Germania e la invita con tenacia a uno dei suoi concerti, per dedicarle una sua canzone scritta apposta per lei. Il reportage televisivo realizzato in collaborazione con la SDA FotoVideo Production è visibile al sito ufficiale di televideoitalia.net e corriereditalia.de

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