Nella foto: deposizione corona sulla tomba del Milite Ignoto. Foto di ©Sebastian Kraemer.

Celebrato anche al Waldfriedhof di Stoccarda il Centenario del Milite Ignoto

Con tutte le precauzioni imposte dalla pandemia che purtroppo continua a far registrare un preoccupante aumento di contagi e decessi, la Comunità italiana ha risposto numerosa alla celebrazione commemorativa dei Caduti di tutte le guerre. Mentre in Italia si celebra il 4 Novembre in Germania, la Giornata della Memoria (Volkstrauertag), cade la seconda domenica di novembre: reduci combattenti, autorità civili e militari si ritrovano nei cimiteri per rendere omaggio a tutti coloro che, con la propria vita, hanno pagato il prezzo più alto per quei valori di libertà di cui godono le generazioni contemporanee. Questa Giornata della Memoria italo-tedesca è organizzata da oltre 30 anni dal gruppo Alpini di Stoccarda della sezione Ana Germania.

Dopo l’obbligata sospensione per pandemia nel 2020, quest’anno, con tutti gli accorgimenti di uso della mascherina, sanificazione, distanziamento sociale e Green Pass, padre Daniele Sartori ha celebrato nella Cappella del Waldfriedhof la Santa Messa, solennizzata da mottetti sapientemente eseguiti dal coro della nostra Missione stoccardese, diretto dal maestro Detlev Dörner.

Fabio De Pellegrini, capogruppo di Stoccarda e presidente sezionale ha coinvolto anche i gruppi di Aalen-Schwäbisch Gmünd di Francoforte, il Nastro Azzurro dei Marinai, una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri, delle associazioni italiane e la sezione dei Gebirgsjäger locali con cui vi è ormai da tre decenni un indissolubile rapporto di amicizia che si traduce anche in partecipazione attiva all’Adunata Nazionale e nel sostegno finanziario di progetti a favore di popolazioni meno fortunate del terzo mondo.

Nel suo intervento De Pellegrini ha ricordato il Centenario dal Milite Ignoto e quei milioni di vite umane cadute al fronte, sotto i bombardamenti e nei Campi di prigionia.

Fortunatamente dalla fine del Secondo conflitto mondiale si è capito in Europa che l’odio non deve più trovare alcunché spazio.

La pace – sosteneva Francesco Petrarca – ha 5 grandi nemici: l’invidia, l’avidità, l’ambizione, la rabbia e l’orgoglio.

Se si riuscisse a scacciare questi cinque nemici, potremmo goderci la pace.

Di questa verità è fortemente convinto anche Christian Schweizer, capitano della sezione dei Gebirgsjäger di Stoccarda, in congedo ormai da alcuni decenni che nel suo intervento commemorativo ha inteso ricordare quanto questa “Giornata della Memoria” sia di vitale importanza per il popolo tedesco su cui pesano ancora come un macigno i milioni di vite umane distrutte da assurde guerre causate dalla inarrestabile bramosia di potere di pochi.

“Oggi dobbiamo piangere milioni di vittime innocenti di ogni età e di ogni nazione, annientate da un indescrivibile ed assurdo destino. In questo giorno piangiamo anche le vittime del terrorismo, delle persecuzioni politiche, dei soldati in missioni umanitarie in paesi in cui sacrificano la loro vita con lo scopo primario di porre fine a guerre fratricide e di aiutarle ad abbracciare la democrazia, la libertà e la dignità dell’individuo. Oggi – ha proseguito Schweizer – piangiamo anche le vittime dell’odio razziale e della violenza contro il diverso, contro gli stranieri. Ma non possiamo solo piangere – ha concluso l’ex capitano – dobbiamo adoperarci tutti per la riconciliazione e prevenire questi fenomeni fin dall’asilo con un’attenta educazione ai valori del rispetto del diverso e della crescita di un mondo comune, basato sulla pace e sui valori umanitari. “

Giulio Mattarocci, presidente dell’Associazione Nastro Azzurro dei Marinai italiani in Germania ha evidenziato l’importanza del ritorno ai valori della fratellanza dei popoli, del rispetto, del dialogo e della collaborazione.

“È così che le Comunità Nazionali possono concretamente rendere testimonianza a coloro che hanno sacrificato la loro vita per assicurare a noi e alle generazioni che verranno: la libertà e la democrazia”

A far da eco è stato il console generale a Stoccarda, Massimiliano Lagi che, ringraziando per la nutrita presenza della collettività e del presidente Comites Tommaso Conte, ha evidenziato l’instancabile e puntuale impegno della sezione Alpini di rinnovare ogni anno il ricordo dei caduti di tutte le guerre.

“L’odio, la violenza, il terrorismo e le guerre devono essere per noi e per l’intera umanità, un monito quotidiano.

Purtroppo la nostra realtà ci mostra quanto l’ondata di nazionalismi nel mondo minaccino la nostra vita. Soltanto con la pace, col rispetto reciproco e con un impegno collettivo possiamo contribuire ad affrontare le nuove sfide dell’umanità che attualmente sono: la pandemia e la tutela dell’ambiente dell’intero pianeta.

Questa stretta collaborazione fra gli Alpini e i Gebirgsjäger è un’importante tassello per la coesione dei popoli in Europa e nel resto del mondo.”

Come si possono non ricordare le vergogne dei lavori forzati, dei forni crematori e dell’esecuzione capitale di milioni di innocenti di ogni età, sesso e nazionalità finiti nelle camere a gas e sotto una pioggia incessante di bombardamenti?

I campi di sterminio, di lavori forzati, di prigionia e di transito devono essere di forte monito per le attuali e per le future generazioni.

Le località in cui si sono consumati genocidi devono rimanere scolpite in eterno nelle menti di ieri, di oggi e di domani.

I loro nomi sono: Auschwitz, Dachau, Buchenwald, Flossenbürg, Fullen, Kaufering, Malchow, Mittelbau-Dora, Mosbach, Neuengamme, Niederhagen, Sachsenhausen, Ostfhofen, Ravensbrück e altre in Olanda, Polonia, Estonia, Repubblica Ceca, Serbia, Lettonia, Francia, Austria, Bielorussia, Ucraina, Lituania, Norvegia, Belgio ed in Italia (Sparamise, Risiera, Fossoli, Bolzano ed Afragola).

Questi campi dell’orrore e dell’olocausto devono far riflettere e far piangere le generazioni di oggi e quelle future.

Queste pagine buie della storia tedesca, espressione di odio razziale, non potranno e non dovranno mai essere dimenticate.

È soltanto dopo le vergognose pagine di storia che si è iniziato a riscrivere le costituzioni europee, fondate sui principi basilari della libertà, della dignità umana e della democrazia.

Non a caso la Grundgesetz inizia con “Die Würde des Menschen ist unantastbar” – “La dignità dell’uomo è inviolabile”.

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here