Nella foto: Logo Comites. Foto di ©MAECI

Sono stati eletti Organismi di rappresentanza senza rappresentatività?

Alla chiusura della nostra Redazione, lunedì 6 dicembre ore 10.30 non erano ancora giunti i risultati dello spoglio delle schede Comites.

Sabato quattro dicembre sono stati insediati i seggi elettorali, i cui risultati non sono stati però dati subito alla stampa, ad eccezione del Consolato Generale d’Italia a Francoforte, i cui risultati delle elezioni Comites erano visibili alla pagina web già da domenica 5 dicembre.

Altri risultati sono già noti, e ringraziamo i consolati che li hanno trasmessi, altri sono sottoposti alla definitiva approvazione dei Comitati Elettorali Circoscrizionali.

In attesa di avere il quadro completo e di poterlo diramare, con un’edizione dedicata ai risultati elezioni Comites Germania 2021, è comunque certo che, sin dall’inizio delle operazioni di spoglio, presidenti di seggio e scrutatori non hanno temuto di fare la nottata. Il motivo? Semplice: le schede da scrutinare erano poche, maledettamente poche.

Per questo motivo, pur non conoscendo al momento i risultati numerici delle elezioni in tutte le circoscrizioni consolari, possiamo asserire che la partecipazione al voto Comites, anche questa volta, è stata scarsa.

A Berlino, per esempio, sede della nostra Ambasciata, solo 1.435 italiani sui 31.480 aventi il diritto al voto, hanno chiesto l’iscrizione negli elenchi elettorali.

Simili percentuali nelle grosse circoscrizioni consolari come Stoccarda, dove avrebbero potuto partecipare alla consultazione ben 150.653 italiani e dove, invece, si sono iscritti appena 4.360 connazionali. Colonia: 106.551 aventi diritto a fronte di 1.103 persone che hanno chiesto la scheda elettorale. Avete letto bene: circa mille su centomila! Simile situazione a Monaco di Baviera con 962 richiedenti il voto a fronte di ben 76.983 che ne avrebbero avuto il diritto. Non parliamo poi di Hannover con appena 722 richieste d’iscrizione negli elenchi elettorali su 42.230 potenziali elettori. Per le altre circoscrizioni il quadro non cambia.

La partecipazione al voto Comites è il deserto dei Tartari, le urne elettorali sono scatoloni vuoti, il numero delle schede elettorali giunte a destinazione è talvolta decisamente inferiore a quello degli iscritti nell’elenco degli elettori.

Ma perché?

La scarsa partecipazione non si può spiegare solamente con le difficoltà burocratiche che le hanno accompagnate.

In effetti, la richiesta d’iscrizione in un elenco degli elettori per chiedere il diritto al voto ha sicuramente indebolito la partecipazione, ma non basta come sola spiegazione del disinteresse nei confronti di questi Comitati da parte della massa elettorale italiana in Germania.

Forse bisognerebbe chiedersi se è proprio la natura stessa di questi comitati a renderli così poco attraenti.

Non sono pochi gli italiani in Germania, i quali non sentono alcuna esigenza di affidare ai Comites l’interpretazione delle proprie esigenze e bisogni, i quali dovrebbero essere poi da questi formulati e rappresentati a consoli e Ambasciatore.

Sembra, infatti, che a stare lontano dai Comites sia proprio quella parte della collettività italiana in Germania con una formazione medio alta, ben integrata e appartenente alla seconda e terza generazione italiana in Germania. Il che significa, tradotto in numeri, oltre il sessanta per cento degli italiani in Germania.

L’altra parte opposta della collettività italiana in Germania (che conta nel frattempo circa un milione di cittadini), quella parte cioè con grosse difficoltà materiali, d’integrazione e linguistiche non trova nei Comites (Organismi cronicamente privi di strutture operative, di mezzi e personale) quell’istituzione in grado di dare una mano concreta, come invece quotidianamente fanno i professionisti dell’assistenza sociale del tipo Patronati, Caritas, e compagnia bella.

A quanto pare i Comites riescono ad attrarre solo quella minima percentuale di connazionali un po’ nostalgici, fermi ai vecchi schemi stampo anni ottanta, anni novanta e che ancora vedono nei consolati quelle espressioni dello Stato italiano che, per altro, avrebbero bisogno di un “traduttore” delle aspirazioni, sogni e bisogni della collettività italiana in Germania.

Ma a scoraggiare ulteriormente il voto è stata proprio la cosiddetta parte istituzionale, la quale troppo spesso è rimasta sorda agli appelli lanciati dai Comites e dallo stesso CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), attestandone così pubblicamente l’impotenza e la derivante inutilità.

Non pochi si saranno detti: chi me lo fa fare di votare un organismo che non ha alcun ascolto, le cui segnalazioni restano voce nel deserto e che fondamentalmente servono solo come apparenza di una partecipazione democratica, mentre le questioni degli italiani all’estero sono gestite dall’amministrazione statale nella maniera più autocratica possibile?

Chi me lo fa fare? Questa domanda se l’è posta il novantasette per cento degli aventi diritto al voto Comites in Germania e ha agito di conseguenza.

Il risultato? Organismi di rappresentanza senza rappresentatività? È giustificato il timore che anche questi nuovi Comites, con molta probabilità siano finiti prima ancora di cominciare.

Lo specchietto degli iscritti negli elenchi degli elettori, in attesa dei risultati ufficiali delle elezioni Comites/2021 in Germania, giustifica un pessimismo che purtroppo sarà confermato dai risultati ufficiali: BERLINO 31.480 potenziali elettori a fronte di 1.435 iscritti; COLONIA 106.551 a fronte di 1.103; DORTMUND 50.716 a fronte di 525; SAARBRÜCKEN 21.089 a fronte di 935; FRANCOFORTE 115.561 a fronte di 1.973 iscritti nell’elenco degli elettori; FRIBURGO 46.633 a fronte di 636; HANNOVER 42.230 a fronte di 722; NORIMBERGA 19.850 a fronte di 554 iscritti nell’elenco degli elettori; MONACO DI BAVIERA 76.983 a fronte di 962 iscritti; STOCCARDA 150.653 a fronte di 4.360 e WOLFSBURG 8.394 a fronte di 393 iscritti nell’elenco degli elettori.

Guardate bene il numero di Norimberga, dove la collettività è in particolare affanno per i servizi consolari e chiede con disperazione la riapertura di uno Sportello Consolare. Ci si sarebbe potuto aspettare un’iscrizione negli elenchi degli elettori Comites in massa per dare a quel Comitato la spinta necessaria per sostenere tale richieste. E invece? Invece solo 554 connazionali hanno visto in questo organismo un’utilità per il loro legittimo scopo. Effetto contrario a Saarbrücken dove uno Sportello consolare è stato effettivamente aperto. Anche quella collettività, con appena seicento elettori scarsi, sembra aver capito che la riapertura ha seguito meccanismi indipendenti dalle azioni di quel Comites, il quale oggi non incassa nemmeno un voto di riconoscimento.

Sembra che nessuno abbia voglia di puntare su un cavallo zoppo, anche se nessuno ne disconosce la volontà di voler dare il meglio in pista.