Sentita partecipazione alle esequie di lunedì 25 maggio scorso

“In tempi di normalità – ha esordito Padre Chikwe, l’attuale rettore della Missione cattolica di Calw – non sarebbe bastata una cattedrale per accogliere gli amici e compagni di viaggio di Saro”

La pandemia invece ha riservato solo ad una ottantina di persone il privilegio di prendere parte all’estremo saluto a Rosario Scollo.

La sua notorietà è dovuta alla sua semplicità e allo spiccato spirito di prodigarsi per gli altri.

Grazie al forte sostegno della famiglia, Saro, come tutti amavano chiamare, ha potuto dedicarsi a numerose attività sportive, culturali e religiose, tutte volte a mantenere vivo il senso di italianità in un contesto locale tedesco.

Raggiunto i genitori nel 1966, all’apprendistato per attrezzista in una fabbrica metalmeccanica di Maichingen Saro affiancò la passione per il calcio, veicolo importante d’integrazione sociale e culturale.

Con la fondazione della società calcistica Tricolore Calw, indossò per 15 anni la maglia n. 11 per poi assumere, a fine “carriera”, la presidenza. La società Tricolore era diventata la sua seconda famiglia la cui inseparabile convivenza regalava gioie, ma anche preoccupazioni per racimolare i soldi necessari per l’iscrizione al campionato, pagare tute, scarpette, divise e multe per squalifiche di qualche giocatore indisciplinato.

La fonte di recupero fondi era l’organizzazione di feste e tornei e la partecipazione a manifestazioni cittadine come il mercatino di Natale. “La squadra – ha detto Angelo Averna vicepresidente del Tricolore – gli chiedeva molti sacrifici ma ciononostante lo rendeva orgoglioso perché, nonostante tutto, voleva bene ad ogni singolo giocatore e socio attivo e passivo che ne facesse parte. Lo sport ha costituito la base di quel ponte che è riuscito a farci costruire attraverso l’amicizia fra Calw che lo ha accolto e Mirabella che gli ha dato i natali”.

Saro era un combattente e non voleva mai darsi per vinto né da giocatore e né da presidente.

Dopo la sconfitta guardava al positivo: nessun infortunio, nessuna espulsione o screzi col pubblico della squadra avversaria. Anzi, dopo la partita gli piaceva chiacchierare mangiando in compagnia un panino e consumando qualcosa a bordo campo.

Forse l’unico suo cruccio è stato quello di non esser mai riuscito ad alzare la Coppa Italia, prestigioso trofeo messo in palio dal Consolato fino al 2014. Dodici anni prima, ovvero il 14 luglio 2002 allo Stadio dei Kickers di Stoccarda il suo Tricolore giunse in finale. Ma il Tricolore, allora guidato dal dotatissimo allenatore Gianni Del Regno, perse ai supplementari per 5-3 (regolamentari 2-2) contro l’Italia Markgröningen.

Anche in quella circostanza Saro consolò i suoi giocatori e lo staff tecnico invitandoli a festeggiare comunque per la Coppa del secondo posto. La squadra dunque era la sua passione e non guardava a sacrifici.

Saro Scollo soffriva però delle incomprensioni in seno alla collettività, divisa fra Centro Italiano, Associazione culturale e Comunità cattolica.

Finalmente trovò ascolto. E una ventina di anni fa si avverò il suo sogno: unire le forze per il bene della collettività.

La fusione delle tre realtà associative, oltre ad abbattere i costi, doveva creare quel forte spirito di coesione sociale, culturale e sportiva che Saro tanto amava.

Nel laboratorio di idee e iniziative vi erano persone di affermata esperienza anche professionale: insegnanti, musicisti, consulenti, assistenti sociali e missionari. Ma la testa senza le membra e viceversa non sarebbe mai stato un corpo unico. Saro fungeva da capomastro di una squadra di volenterosi, pronti a rimboccarsi le maniche. Tutti gli hanno riconosciuto una totale disponibilità di mettersi al servizio degli altri, coinvolgendo anche la moglie e i tre figli.

Da forte credente si è adoperato molto con Rosa Giaccone, humus terrae , e Filippo Luminario, forza trainante, di trapiantare a Calw, oltre all’ormai ultra quarantennale Processione del Cristo Morto il Venerdì Santo, in settembre anche la Festa di Santa Maria delle Grazie, protettrice di Mirabella Imbaccari.

L’auspicata saldatura con la comunità cattolica dà a Saro una nuova forza e nuovi stimoli: aiutare anche i più deboli in terra d’Africa attraverso offerte all’ex missionario di Calw, Padre Denis. Si iscrive nell’elenco dei lettori liturgici e collabora all’organizzazione del tradizionale Pellegrinaggio delle Missioni del Württemberg alla splendida Basilica di Zwiefalten, il lunedì di Pentecoste.

Sul fronte “scuola” si è sempre reso disponibile di far sì che il Centro Italiano della Bahnhofstrasse non fosse un dopolavoro, ma un luogo d’incontro per interi nuclei familiari per feste, incontri ed iniziative sociali e culturali, collaborando col Consolato, l’Istituto di Cultura e l’Istituto IAL-CISL di Stoccarda.

Fra le innumerevoli manifestazioni, realizzate nel corso degli anni, le più recenti, che hanno riscosso grande successo e molto interesse anche da parte della stampa locale tedesca, spiccano: il 70° Anniversario della Costituzione italiana abbinata con la settimana della cucina italiana a dicembre 2018; e il 70esimo della Grundgesetz con il giudice Alessandro Bellardita, orgoglio anche della Comunità siciliana per essere riuscito da nativo di Modica (Ragusa) ad affermarsi in Magistratura tedesca e a salire in cattedra alla Hochschule di Schwetzingen (Heidelberg) per tenere lezioni di Diritto tedesco ed europeo a futuri giuristi.

I siciliani in generale, e i mirabbellesi in particolare hanno inteso far “squadra” anche per evitare che la loro Mirabella si spopolasse del tutto. Gli oltre duemila mirabellesi del triangolo industriale Sindelfingen – Schönaich – Calw già negli Anni 60 e 70 avevano un bus che settimanalmente faceva da collegamento con Mirabella. E gli Amministratori del piccolo Comune del catanese avevano capito l’importanza delle radici intensificando i rapporti con i loro compaesani per trovare anche nicchie di mercato in Germania di prodotti agro-alimentari in modo da tentare di arrestare l’emorragia dell’emigrazione. E per quest’obiettivo Gaetano Venezia, Aurelio Zito, Saro Scollo e tanti altri sono stati promotori di numerosi eventi e iniziative volti a costruire una rete capillare di distribuzione. “I nostri figli e nipoti – ripeteva spesso Scollo all’insegnante Gaetano Salafrica – sono il nostro presente e il nostro futuro. Se non insistiamo quotidianamente sull’importanza dell’essere ponte di due lingue e due culture anche la nostra identità e le nostre realtà di provenienza finiranno nel dimenticatoio. Dobbiamo spingere per l’affermazione qualitativa nella scuola tedesca, ma abbiamo anche il dovere di trasmettere loro quei sani valori e caratteristiche avvolti dal nostro Tricolore.”

Questa sua convinzione l’aveva tradotta in azioni concrete aiutando l’insegnante Salafrica a realizzare nel 2018 un primo torneo di calcetto per una 60ina di ragazzi dei corsi di lingua e cultura italiana e l’anno dopo, organizzando un torneo che coinvolgesse anche a altre nazionalità.

“Saro era l’uomo del fare – perché non si arrendeva mai e non faceva mai gravare sugli altri il peso della responsabilità – ci dice Giuseppe Pucciarelli ex-presidente dell’Associazione italiana di Calw, confluita nella fusione col Centro Italiano.”

Mentre a Salvatore Aranzulla, presidente del Circolo Acli di Calw, Scollo amava ripetere: “Noi che siamo in prima linea non dobbiamo mai ammainare bandiera. Manifestare stanchezza significa non credere più in ciò che si fa. La rassegnazione sarebbe la fine di tutti gli sforzi finora fatti. Dobbiamo essere di esempio anche per le future generazioni se vogliamo veramente che la nostra comunità cresca ed abbia futuro.” Saro Scollo se n’è andato in punta di piedi per sempre lasciando un’eredità ricca di valori umani.

Tuttavia dell’assurdo destino se ne devono fare una ragione la moglie Rosetta, i figli Alessandro, Sara ed Enzo con le loro famiglie ed i 9 nipoti, ed anche tutti quegli amici di ogni età ancora attoniti.

Saro se n’è fisicamente andato sconfitto da quel brutto male definito cancro o tumore, ma la sua energia è molto presente nella vita di quelle migliaia di persone che nell’arco dei suoi 69 anni hanno avuto la possibilità e la fortuna di conoscerlo ed apprezzarlo in tutte le fasi ed i risvolti della sua vita terrena, me compreso.

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