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Gentili lettrici, cari lettori, ci occupiamo questo mese di un argomento molto comune ed a voi sicuramente noto, di cui avrete sicuramente sentito parlare, per chiarire dei punti importanti sul loro ruolo: „ le transaminasi“.

Le transaminasi sono enzimi che partecipano alla trasformazione degli amminoacidi in energia. Le transaminasi nel fegato, regolano la deaminazione, ossia catalizzano la reazione che trasforma gli aminoacidi in eccesso in ammoniaca e sostanze idonee a essere utilizzate a scopi energetici.

Nel siero umano sono presenti due diverse forme di transaminasi: aspartato aminotransferasi (AST) o glutammico-ossalacetico transaminasi (GOT) e alaninoaminotransferasi (ALT) o glutammico-piruvico transaminasi (GPT). L’AST è presente soprattutto nei muscoli e nel miocardio, mentre l’ALT si trova essenzialmente nelle cellule del fegato. La determinazione dei loro livelli nel sangue è utile soprattutto per valutare il corretto funzionamento del fegato, ma può riflettere anche lo stato di salute del cuore e dell’apparato muscolo-scheletrico.

Ruolo biologico

Le transaminasi sono enzimi ubiquitari, si trovano cioè in ogni distretto corporeo, ma sono particolarmente abbondanti nel fegato e nel muscolo scheletrico striato, incluso quello cardiaco. Quando le cellule epatiche (epatociti) o quelle dei muscoli (miociti) sono danneggiate e si rompono, le transaminasi fuoriescono e si riversano nel sangue, aumentando la loro concentrazione (transaminasi alte).

AST (GOT): si trova in cuore, fegato, muscolo, rene, cervello, pancreas, globuli rossi, polmone e milza (sede citoplasmatica e mitocondriale).

ALT (GPT): si trova in cuore, fegato e muscolo (sede citoplasmatica).

Quando il medico sospetta una sofferenza epatica o danni al miocardio o altri muscoli chiede il dosaggio delle transaminasi, più nello specifico viene prescritto per :

• Valutare la funzionalità epatica, soprattutto in presenza di sintomi importanti, come ittero, nausea e vomito, urine scure, dolore e gonfiore addominali;

• Determinare la presenza di una malattia del fegato.

Le transaminasi possono essere misurate anche per valutare se la terapia precedentemente prescritta ha sortito i suoi effetti nei soggetti affetti da una malattia epatica.

I valori di riferimento delle transaminasi possono variare in relazione all´età, al sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo, è preferibile consultare i range riportati direttamente sul referto. Occorre ricordare, inoltre, che i risultati delle analisi devono essere valutati nell’insieme dal medico di fiducia, che conosce il quadro anamnestico del proprio paziente.

In seguito ad un controllo spesso capita di riscontrare elevati livelli di Transaminasi. L’aspartato aminotransferasi, AST, e l’alanina aminotransferasi, ALT, sono due enzimi che, in condizioni fisiologiche, sono presenti nel sangue in minima quantità: 10-40 U/l nell’uomo e 5-35 U/l nella donna, 10-55 U/l negli adulti rispettivamente. Nel caso di infiammazione cellulare, che causi il danno della membrane delle cellule, i due enzimi vengono rilasciati nel circolo sanguigno. Le transaminasi ALT e AST come già precedentemente detto, sono diversamente espresse nelle cellule dei nostri organi: la prima è presente quasi esclusivamente nel fegato, mentre la seconda anche nelle cellule del miocardio, nei reni e nei muscoli scheletrici.

Diverse sono le cause che possono causare un aumento delle transaminasi. La più comune è che l’elevata concentrazione di questi enzimi sia causata da una sofferenza del fegato, come ad esempio cirrosi, epatite B o C. Altre condizioni che favoriscono il loro rilascio in circolo sono dovuti per esempio al sovrappeso per l’eccessivo accumulo di grassi nell’organo, l’abuso di alcol (per abuso di bevande alcoliche e cibo spazzatura) o l’impiego di alcuni farmaci . Più rare invece sono le malattie muscolari. I livelli di transaminasi, ad esempio, possono aumentare anche dopo iniezioni intramuscolari o dopo un esercizio muscolare importante.

Per comprendere meglio quali sono i motivi che stanno alla base della condizione, è necessario valutare i livelli degli altri enzimi epatici: in condizioni normali, infatti, le transaminasi – a livello scientifico, la relazione è indicata con il rapporto AST/ALT o GOT/GPT – sono presenti a livelli molto bassi nel circolo sanguigno.

Le transaminasi lievemente aumentate sono tipiche del fegato grasso e delle epatiti virali, che non hanno raggiunto ancora una fase acuta e dei danni provocati dai farmaci. Nel tumore al fegato, generalmente, l’aumento delle transaminasi è contenuto. I livelli molto alti suggeriscono un danno ingente al fegato, che si può verificare in seguito ad un’epatite virale acuta, quando non vi è un sufficiente afflusso del sangue o derivato dall’ingestione di tossine o farmaci a dosi elevate.

In ogni caso, la diagnosi spetta al medico che potrebbe, qualora venisse rilevata sofferenza epatica e a seconda della sua natura, consigliare alcuni accorgimenti in merito allo stile di vita e nella dieta quotidiana.

I sintomi

I sintomi delle transaminasi alte non sono particolarmente evidenti: in genere, infatti, il tutto appare asintomatico. In certi casi, però, ecco la sintomatologia che può presentarsi:

• Debolezza;

• Feci di colore chiaro;

• Urine di colore scuro;

• Affaticamento facile;

• Prurito;

• Spossatezza;

• Perdita di appetito;

• Nausea;

• Vomito;

• Stanchezza;

• Dolori addominali;

• Gonfiore addominale;

• Colorito giallastro della pelle.

Tali sintomi, però, possono essere comuni ad altri disturbi e, dunque, non facili da associate alle transaminasi alte.

I fattori di rischio

Ci sono, poi, alcuni fattori di rischio da considerare: oltre alle cause già citate, alcune persone potrebbero, infatti, risultare maggiormente esposte al rischio di transaminasi alte per via dell’assunzione di farmaci che come effetto collaterale possono danneggiare il fegato, oppure per una storia familiare legata a malattie epatiche.

In gravidanza

Generalmente, durante la gestazione, le AST restano normali o si riducono. Non è, ad ogni modo, raro che le transaminasi siano alte in gravidanze: spesso, si tratta di una condizione benigna, legata all’aumento di peso con steatosi epatica durante la gestazione. In questo caso è, comunque, necessario avvertire il medico curante o il ginecologo per indagare immediatamente e approfondire la condizione, individuandone la causa.

Esiste una cura ?

Per riportare le transaminasi a livelli normali, il medico potrebbe decidere di prescrivere alcuni farmaci, ma la decisione spetta esclusivamente a lui, dato che proprio i farmaci possono aggravare la situazione già estremamente critica del fegato. Il primo consiglio è, quindi, quello di seguire la prescrizione medica nel dettaglio, evitando di assumere antinfiammatori e cortisone, ad esempio e non intraprendendo mai alcuna terapia senza il suo consenso.

La dieta

Il rimedio più efficace contro le transaminasi alte è rappresentato dalla dieta e dai rimedi naturali: ci sono, infatti, alcuni cibi da evitare e altri permessi, che possono aiutare a riportare la situazione in condizioni normali.

Uno die migliori esempi di dieta al mondo ormai largamente accreditata e´basato sul modello della dieta mediterranea; è senz’altro un approccio efficace per alleggerire il fegato e, non ultimo, il metabolismo in genere. Queste le principali regole a cui attenersi:

• assumere quotidianamete dal 55-60% di carboidrati, 10-15% di grassi e 25-30% di proteine;

• preferire i carboidrati, pasta, riso e altri cereali integrali, perché ricchi di fibra alimentare;

• assicurarsi l’apporto proteico quotidiano preferendo soia e altri legumi, 1-2 uova a settimana e 50 g di formaggio fresco in 1-2 pasti settimanali, e limitare o, a seconda delle scelte personali anche eliminare, l’impiego di proteine animali, soprattutto da carni rosse e lavorate preferendo eventualmente il pesce azzurro;

• assumere grassi “buoni” e preferire dunque l’olio extravergine di oliva per condire e cucinare, assicurarsi un buon apporto di acidi grassi essenziali con 2-3 noci al giorno.

• evitare o comunque limitare l’assunzione di alimenti fritti o conservati;

• consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, 3 contorni da 250 g l’uno e 3 frutti da 150 g ognuno.

Tutti dovrebbero sapere che, non bisognerebbe mangiare fritture e conserve, panna, burro, maionese e salse, insaccati, carni grasse e dolci elaborati. Inoltre, sono da evitare la frutta secca, l’alcol e le bibite gassate e, fra le verdure, i peperoni, le melanzane, i funghi, il cavolo, il cavolfiore, i piselli e le fave.

Altri alimenti, invece, vanno consumati con moderazione: tra questi, possiamo ricordare le uova, i formaggi stagionati e il prosciutto cotto. I cibi permessi sono, invece, la pasta e il riso, il pane e le patate lesse, il latte scremato o parzialmente scremato, lo yogurt e i formaggi magri, il pesce e le carni magre. L’acqua, le spremute e le bibite non gassate si possono bere.

Nel quadro di uno stile di vita più sano, è da non sottovalutare l’importanza di:

• regolare esercizio fisico, ad esempio una camminata a passo veloce di circa 30 minuti al giorno

• Eliminare il fumo da sigaretta

• eliminare, o almeno limitare fortemente, l’uso di bevande alcoliche

• il consumo di almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.

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