Il Museo Hermann Nitsch e l’ex lanificio Sava di Napoli come esempi classici di Archeologia industriale recuperata. Questo il tema della conferenza che Rossella Monaco, storica dell’arte, ha tenuto all’Istituto di Cultura di Amburgo nell’ambito della rassegna ‚Archeologia industriale/Rigenerazione urbana‘.

A partire dagli anni novanta del Novecento si è diffuso infatti,  in maniera capillare, anche in Italia il riuso degli edifici archeo-industriali come contenitori per l’allestimento dell’arte contemporanea. Musei monografici o generalisti, spazi temporanei o permanenti per mostre e happening, si sono giovati della spiccata vocazione del patrimonio industriale dismesso all’accoglienza delle arti visive.

Rossella Monaco ha dunque indagato le ragioni di questo connubio così proficuo, partendo dalla presentazione di due casi, l’ex centrale elettrica Bellini, oggi sede del Museo archivio laboratorio per le arti contemporanee Hermann Nitsch, dedicato all’opera dell’artista  austriaco considerato uno dei massimi esponenti dell’Azionismo Viennese, e l’ex lanificio Sava, parzialmente riconvertito da artisti e associazioni.

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