Anche quest’anno, come tradizione vuole – con l’aggiunta di alcune piccole innovazioni – nell’ultima domenica di Gennaio si è ricordato e festeggiato San Giovanni Bosco, Santo che la comunità italiana in Ludwigshafen ha scelto come suo patrono e protettore.

Innovazioni che si sono notate sin da subito, a partire dalla Santa Messa solenne che ha aperto i festeggiamenti: come al solito concelebrata nelle lingue italiana e tedesca, ha visto le novità in particolare nei canti che l’hanno corredata. Esse non sono state eseguite suddivise e/o alternate come logica vorrebbe, alcune in italiano ed altre in tedesco, bensì gli stessi canti sono stati eseguiti una strofa in italiano ed una in tedesco, creando così un “particolare eco” dove, ciò che veniva cantato in una lingua ritornava indietro nell’altra.

Altra piccola novità è stata la presentazione delle bambine e dei bambini che si preparano a ricevere il sacramento della prima comunione, occorrenza scelta proprio perché come tutti ben sappiamo, San Giovanni Bosco è proprio il protettore dei giovani. Il Santo, praticamente ha dedicato tutta la sua vita ai giovani, curando “le ferite” di chi era caduto in tentazione ed educando gli altri a non cadervi. Ricordiamo bene che lui dei giovani ne parlava come “il bene più prezioso della umana società”.

Durante l’omelia, i celebranti, monsignor Luciano Donatelli e Dr. Udo Stenz – assistiti dai diaconi J-J- Kambakamba ed Helmuth Weick- hanno ben illustrato, soprattutto ai bambini la figura del santo, ammonendoli di pensare a lui nei momenti di difficoltà o di debolezza.

Terminata la Messa, i numerosi partecipanti si sono ritrovati nella Alfred Delp Haus per continuare tutti insieme i festeggiamenti, consumando prima il pranzo comunitario ed assistendo poi allo spettacolo musicale creato per l’occasione “Don Bosco, il sogno premonitore”, ideato da Maria Basta e interpretato dal coro San Giovanni Bosco. Con un bravissimo Domenico Basta nei panni di un don Bosco, il quale avanti negli anni era inteso a scrivere le sue memorie, concentrandosi proprio sul suo primo sogno quello che ebbe all’età di 9 anni, appunto “Il sogno premonitore” il quale oltre a tracciare il percorso della sua vita fu proprio la base di tutte le sue opere.

Tutto ciò e stato molto gradito ed ha appassionato ed entusiasmato i tanti intervenuti.

La festa di San Giovanni Bosco 2019, è stata anche un momento emozionante per il commiato del diacono Helmut Weick. Helmut che è giunto nella Comunità italiana in Ludwigshafen nel 1995, ha vissuto affianco agli italiani del posto, in particolare proprio dei giovani, circa un quarto di secolo, poco meno di metà della sua vita, diventando di fatto uno di essi, come ha più volte sottolineato Nel suo emozionante discorso di commiato, più volte interrotto dagli applausi, nel quale oltre ad aver rivissuto i punti più salienti della sua permanenza nella comunità, ha ringraziato la stessa per il contributo che ha apportato al suo “bagaglio” personale. Dall’altra parte sono stati monsignore Donatelli – che con il diacono Weick ha condiviso tutti questi 24 anni, intrattenendo con lui sempre un ottimo e fraterno rapporto. È Dr. Udo Stenz, parroco della parrocchia Santa Cecilia, a salutare e ringraziare Helmuth per il contributo che ha apportato sia nella comunità italiana che in tutta la parrocchia, augurando a lui di fare altrettanto bene nella sua nuova missione che si appresta a vivere.

In conclusione, la lode più importante e andata a coloro che si sono spesi nei giorni precedenti la festa a preparare il tutto e in particolare a coloro che hanno cucinato e servito, a loro la gratitudine dei partecipanti è giunta con un caloroso applauso finale.

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