Consiglio, Cominciamo a parlare del progetto…
Si tratta di un programma di formazione per la nuova classe dirigente uscita dal congresso aclista; un programma per rilanciare la presenza e l’esperienza aclista in Germania. Due gli obiettivi strategici. Anzitutto le Acli devono operare come soggetto nazionale, e devono pensarsi sempre più come una componente attiva della società civile tedesca, pur con profondi sentimenti identitari e con un profondo radicamento nella storia migratoria. Le Acli devono essere in questo senso un soggetto che coivolge e tutela tutti i soggetti deboli della vita sociale. Il nostro contributo deve essere quindi complessivamente dato allo sviluppo della società tedesca.
Questo cosa significa nella pratica?
Ciò presuppone che le Acli in Germania debbano particolarmente rapportarsi in senso formale e informale con la società tedesca, oltre che con le istituzioni italiane e con gli enti tradizionali dell’emigrazione. E devono rapportarsi con le realtà associative della società di accoglienza.
Questo vuol dire l’abbandono di una strategia difensiva delle migrazioni? Che ne è di coloro che invece cercano di difendere lo status?
Non credo che ci saranno forti resistenze a questa prospettiva. Chi ritiene che bisogna limitarsi ad una strategia conservatrice non ha visione del futuro e non è incisivo nelle politiche di integrazione, che sono poi quelle che contano nel futuro delle nostre comunità.
Torniamo però un attimo sul versante italiano. Siamo di fronte in questi giorni ad una sorta di punizione nei confronti degli italiani nel mondo. Perché?
Il punto è che l’Italia non ha una politica di valorizzazione della presenza italiana nel mondo. Questo lo si può rilevare dalle chiusure dei consolati, dai tagli alla cultura, alla lingua, all’informazione, fino al nuovo rinvio delle votazioni per gli organi di rappresentanza. I quali rischiano fortemente un logoramento che li condurrebbe alla fine. Un rinvio incomprensibile, anche se inserito in un quadro generale di rinnovo costituzionale degli organi dello Stato.