Anche nell’ultima seduta, il governo è tornato a ribadire che la chiusura dei vari uffici consolari all’estero verrà sopperita con l’innovazione tecnologica delle strutture e con l’informatizzazione dei servizi, “in parte già avviate”. Vengono così nuovamente ignorate le richieste avanzate dai deputati Aldo Di Biagio (Fli) e Franco Narducci (Pd) nell’interrogazione congiunta dello scorso ottobre; interrogazione in cui i due deputati avevano chiesto al governo “quali iniziative intendesse predisporre al fine di consentire l’opportuna quanto doverosa erogazione di servizi e prestazioni amministrative basilari agli italiani residenti oltre confine, nella maniera più semplice e meno dispendiosa per l’utente, senza necessariamente auspicare farraginosi progetti di digitalizzazione ed informatizzazione usufruibili solo sul lunghissimo periodo”.
La richiesta aveva seguito una serie di denunce degli stessi italiani all’estero, oggi alle prese con l’inefficacia delle nuove misure a distanza già operative: “entrare in contatto con gli operatori delle cancellerie consolari – avevano denunciato i deputati – risulta una prassi complessa, stressante e spesso senza adeguati riscontri. In alcuni casi, necessita di previa prenotazione, che spesso non può accadere via telefono poiché ai numeri indicati sul sito della Farnesina non risponde nessun operatore, ma una voce registrata che ripete sempre le stesse informazioni. Esistono poi numeri di telefono alternativi a pagamento”.
E che dire della posta elettronica? Anche questo strumento si dimostra “poco fattivo, visto che non viene garantita una repentina risposta all’interlocutore”. Nella sua risposta all’interrogazione, però, il sottosegretario Mantica non fa alcun accenno a queste particolari problematiche, ma si limita ancora una volta a rimandare la soluzione al completamento del “servizio consolare a distanza”, lo stesso che già oggi sta dimostrando di non poter funzionare come sperato. “Il Ministero degli Esteri sta introducendo sistemi informatici innovativi per conseguire tre obiettivi principali – ha dichiarato -: ridurre i tempi di trattazione delle richieste dei connazionali, migliorare la comunicazione con le nostre sedi, assicurare un utilizzo più efficiente delle risorse umane e finanziarie”. Per l’ottenimento di questi obiettivi, Mantica ripropone “tra le innovazioni più significative: la Posta elettronica certificata, il Sistema integrato delle funzioni consolari e proprio il progetto di “Servizi consolari a distanza”, con i suoi “call center” e contatti internet che al momento non piacciono così tanto ai diretti interessati.
Niente provvedimenti urgenti ed immediati, quindi, ma allora – controreplica Narducci – “si acceleri il completamento di questo processo di informatizzazione”, in modo da non protrarre ulteriormente i disagi per gli italiani all’estero; disagi contro i quali, al momento, l’unico strumento efficace per Narducci sembrerebbe essere quello del “funzionario itinerante”, “che permette di alleviare le difficoltà di natura logistica che i nostri connazionali incontrano per lo svolgimento di pratiche burocratiche”. Anche in questo caso, però, non senza riserve, visto che tale figura non è al momento “adeguatamente operativa anche in conseguenza dei ritardi nell’aggiornamento dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero”. Verrà fatto, ha assicurato il sottosegretario Mantica, che ha annunciato che “il governo si è già impegnato a garantire un rapido aggiornamento dei dati” in questione.