VC era una giovane quarant’enne italiana da circa dieci anni abitante ad Amburgo, dedita alla fotografia ed al servizio verso il prossimo. Ma proprio questo prossimo ha chiuso la sua vita. Il caso ha voluto che dei passanti trovassero in Wohlespark un uomo impiccato ad un albero. L’uomo, AB di 39 anni, di origine africana era un profugo che aveva avuto ospitalità da questa giovane italiana la quale è stata ritrovata solo dopo due giorni riversa sul letto di casa soffocata e strangolata.
Un caso di omicidio-suicidio, ma che si sarebbe potuto evitare se le autorità avessero operato con perizia e prudenza. Due temi scaturiscono in questa situazione cioè la morte e la fatalità. Il destino di VC appare inevitabile dovuto a una serie di coincidenze sfortunate. Ella non è potuta sfuggire alla sua sorte e non è stata capace, per il suo essere molto semplice, abile interprete dei segni del destino, di comprendere il significato di certe situazioni che si sono venuti a verificare nel tempo. Sotto il segno della fatalità hanno operato anche i servizi sociali e le autorità preposte che non hanno compreso e non sono stati compresi i segni per cui il soggetto sarebbe dovuto non solo essere curato con maggiore attenzione, essendo quasi psicopatico, ma avendo anche un decreto di espulsione questo non è stato posto in essere. Secondo quanto s’è potuto apprendere, l’uomo ha strangolato la giovane amica sul letto per poi togliersi la vita, appartandosi in un parco della città.
L’appartamento situato in quartiere di una zona tra le più cosmopolite di Ambugo – Altona – che è conosciuta per i suoi bar alla moda, per le sue discoteche e per i suoi pub. Qui si trova uno dei luoghi più visitati della città è il quartiere di San Pauli. Questo è il luogo di ritrovo di tutti coloro che sono alla ricerca di divertimento e trasgressione: qui vi è infatti la Reeperbahn, la strada a luci rosse. Ed è proprio qui ad Amburgo che, nel 1903, fu inaugurato da Paul Zimmermann il Freilichtpark, primo club nudista organizzato. Ecco svilupparsi un dramma che purtroppo, tra sconcerto e incredulità, si è saputo – nella comunità italiana – solo dopo circa quindici giorni da quanto accaduto. VC si prendeva cura dell’amico tanto da averlo ospitato presso la sua abitazione, che da qualche tempo però era costretta a confrontarsi con le “ferite” di una malattia progressiva come la depressione ed una persona affetta da psicopatia.
VC gli era vicino, se ne occupava quotidianamente con l’amore che lega indissolubilmente una persona sensibile e dall’animo gentile, a cui era stato affidato un profugo bisognoso che però ultimamente non prendeva più le sue medicine. Nonostante fosse accudito con dolcezza e perseveranza, senza mai lasciarlo solo, alla fine ha subito un tragico destino. Ultimamente le uscite mattutine di AB erano sempre più solitarie. Prima i vicini li vedevano sempre insieme. Abitudini comunque confortanti, di chi ha sempre condotto un periodo di vita in armonia. E quando s’è diffusa la drammatica notizia, è stato come un colpo al cuore per chi conosceva la giovane italiana quale persona sensibile e disponibile verso il prossimo. Un altro aspetto, purtroppo è a tutt’oggi l’impossibilità di scoprire la verità sui fatti accaduti.
Ad oggi, infatti, ancora si riconosce il fallimento nella ricerca della verità, i dubbi che cercano di essere risolti, come il fatto che i familiari siano stati avvisati solo quindici giorni dopo la scoperta della morte di VC e che a tutt’oggi non si riesce a risalire al vero perché di quanto successo, così come non si riesce a scoprire perché nonostante un decreto di espulsione ed un servizio da parte dei servizi sociali, che sapevano la pericolosità dell’uomo negli ultimi tempi, nulla è stato fatto.