Negli ultimi mesi anche in Germania gli automobilisti hanno seguito con crescente interesse il successo della nuova Fiat 500 che premia la piccola italiana da quando in luglio i designer hanno aggiornato la linea della autovettura. Il “remake”come si dice in gergo tecnico, ha evidentemente avuto l’effetto di innestare una marcia in più alla popolarità che dal 2007 premia la piccola vettura anche sul grande e combattutissimo mercato tedesco. Le origini della Fiat 500 risalgono all’ormai lontano 1937 quando divenne subito popolare in tutti i Paesi europei con il nome di “Topolino”. La Cinquecento (1937-1957), infatti, fu costruita su licenza anche in molti altri Paesi, in Europa oltre che in Francia (Simca) e in Austria (Puch), anche in Germania dalla NSU di Heilbronn nelle sue diverse versioni fino al 1955. L’ultima Fiat 500 è rinata nel 2007, esattamente cinquant’anni dopo il suo debutto sul mercato. Dal luglio di quest’anno è offerta sui vari mercati in una nuova veste, risultato di un remake che armonizza dettagli retrò ed elementi di modernità. Il suo aspetto, con nuovi paraurti e fanali leggermente modificati è unico nel panorama delle piccole vetture. L’estetica è stata soltanto leggermente modificata e aggiornata, in modo quasi impercettibile a prima vista, mentre all’interno moltissimi dettagli sono nuovi e contribuiscono a trasmettere una gradevole sensazione di qualità.
Una lunga storia anche in Germania
Per quanto riguarda i prezzi, sul mercato partono da 12.250 euro per la versione con motore a benzina da 70 PS. L’Handelsblatt non trova di meglio da dire che il prezzo non sarebbe giustificato, ma dietro affermazione c’è un po’ la tipica mentalità del tedesco per il quale tutto ciò che è italiano deve per forza di cose costare poco, fatta forse eccezione per la moda. La nuova Fiat 500 è ora prodotta insieme con la sua affiliata Chrysler dalla FCA, Fiat Chrysler Automobiles. Un modello di grande attualità del gruppo italo-americano è anche la compatta Jeep Renegade che è assemblata in Italia a Melfi. Presto però verrà a farle compagnia un’altra italiana che si pensava fosse definitivamente sparita dal mercato: la Fiat Spider 124 che sarà prodotta insieme con la giapponese Mzada. Arriverà sul mercato nella primavera del 2016. Il vecchio cuore dell’azienda torinese resterà, per molto tempo ancora, sempre la Fiat 500, un’automobile veramente unica che continua a essere richiesta da un pubblico che non riesce a immaginare un’altra auto in grado di sostituirla. Non è un risultato da poco il fatto che in Germania, dove i grossi Volkswagen, Daimler e BMW giocano in casa con tutti i vantaggi che ne derivano, non siano in grado di frenarne l’avanzata sul mercato.
Unica e inconfondibile
Tutte le inchieste svolte negli ultimi anni tra il pubblico dei potenziali acquirenti tedeschi continuano a dare sempre lo stesso risultato: “Lasciatela così com’è adesso, unica, simpatica e irrepetibile” “Der kleine Kerl“, scrive in un tono quasi affettuoso la Frankfurter Allgemeine Zeitung alludendo così alla piccola italiana che nel “segmento A” del mercato tedesco dagli ultimi mesi dopo il remake occupa il primo posto nella classifica delle immatricolazioni delle auto nel settore A, cosiddetto “mini”. La nuova versione offre un moderno impianto multimediale con schermo di 5” al centro della plancia, csu richiesta può essere integrato di radio digitale e di navigatore. Assolutamente innovativi sono poi alcuni aspetti delle caratteristiche ecologiche dei suoi motori. La guidabilità è sensibilmente aumentata grazie a un nuovo tipo di sospensioni che offrono un buon compromesso tra comfort e sicurezza di guida. La capienza è rimasta quella che tutti conosciamo e i due posti posteriori restano un’emergenza, salvo che non si tratti di bambini. Le cifre delle immatricolazioni dei tre mesi da agosto a ottobre rese note dall’Ufficio federale tedesco della Motorizzazione (KBA) parlano un linguaggio inequivocabile. In questi tre mesi sono entrate in circolazione 8745 Fiat 500 contro 8420 VW UP seguite al terzo e quarto posto dalle Smart Fortwo della Daimler e dalla Renault Twingo. Il fatto che le immatricolazioni del nuovo modello della Fiat 500 superino quelle della VW UP è un qualcosa che ha molto deluso Wolfsburg, centrale del più grande gruppo automobilistico europeo, dove il nuovo vertice Volkswagen è già molto afflitto nella gestione del “dieselgate”.
Fiat 500 sorpassa VW Up e Smart Fortwo
Si può pensare che lo scandalo, un pesante colpo all’immagine della Volkswagen, abbia facilitato alla citycar compatta della Fiat il sorpasso della VW UP. Resta, comunque, difficilmente spiegabili alcune reazioni della stampa specializzata nel settore dell’automobile. In un articolo dell’1.11.15 il quotidiano economico Handelsblatt, per il quale la matematica non dovrebbe essere in nessun caso un’opinione, ignora, o fa finta di ignorare, il sorpasso della Fiat 500 sulla VW UP continuando ad assegnare al gruppo automobilistico di Wolfsburg il primato delle immatricolazioni nel segmento A. Il guaio è che a Wolfsburg il nuovo vertice manageriale della Volkswagen non ha ancora individuato una precisa strategia di uscita dallo scandalo e continua a praticare la “tattica del salame” ammettendo o negando solo ciò che gli americani riescono di volta in volta a scoprire. Nel frattempo è anche chiaro, come molti avevano supposto e Wolfsburg sempre negato, che il gruppo Volkswagen ha manipolato dal 2009 fino allo scorso anno anche i motori delle grosse cilindrate Audi e Porsche.
Chi disprezza compra
Il titolo dell’articolo dell’Handelsblatt “Il bell’aspetto non è tutto” con cui il quotidiano economico presenta il nuovo modello della Fiat 500 già tradisce un’incorreggibile imparzialità della stampa tedesca specializzata, non tutta per fortuna. Nel caso in esame così titolando si vuol far capire che la qualità della piccola italiana non è all’altezza di un’auto tedesca, il che equivale un po’ a trattare da incompetenti tutti quegli automobilisti che hanno deciso di comprare la Fiat 500 preferendola alla VW o alla Smart Fortwo. In realtà gli automobilisti non sono così superficiali da lasciarsi sedurre soltanto dall’estetica ma sanno valutare anche gli aspetti tecnici della vettura che intendono acquistare. Nel caso della nuova Cinquecento è certo che anche le moderne tecnologie del suo equipaggiamento hanno contribuito al primato della piccola italiana nel segmento A. Scrivendo di un’automobile di cui dal 2007 ne sono stati prodotti più di 1,5 milioni di esemplari e i cui ultimi modelli, così si direbbe in tedesco, si stanno vendendo come fossero “warme Brötschen” non si può affermare, come fa l’Handelsblatt, che “La piccola Fiat è molto più bella del suo comportamento su strada”, oppure parlando della qualità della vettura “Vista da fuori va bene, sotto la lamiera ahi!”. Oppure parlando della qualità della Cinquecento sul lungo termine: “Uno se ne fa un’idea dando una semplice occhiata al tubo di scappamento della vettura quando esce dalla fabbrica e che incomincia ad arrugginire appena lo guardi!” E per finire: “I cilindri del motore hanno una certa tendenza a consumarsi!”. Non è possibile che si possano scrivere simili sciocchezze parlando d’una vettura che nel 2008 ha vinto il titolo di “Auto dell’anno” e appena qualche settimana fa il prestigioso “Auto Trophy 2015” assegnatole da una giuria dell’autorevole Auto Zeitung come migliore auto del segmento Citycars di importazione, la prova che il fascino della piccola italiana è sempre irresistibile anche dopo tanti decenni. Penoso è anche il continuo riferimento alle dimensioni della Cinquecento, che offrirebbe spazio soltanto a due persone, a condizione oltretutto anche queste non siano troppo grandi. Per molti massmedia tedeschi parlare dell’Italia in termini negativi sembra essere quasi un imperativo. Per quanto riguarda l’auto si ha spesso il sospetto che molte critiche siano un istinto di rivalsa dopo la delusione della Volkswagen di non essere riuscita a mettere le mani sulla Fiat e soprattutto sull’Alfa Romeo. Parliamo di “certa stampa”, perché la maggior parte dei massmedia tedeschi, almeno i più importanti, si sforza di disegnare un’immagine possibilmente obiettiva della realtà italiana. Alle volte ci riesce, talvolta purtroppo no. Augurabile, comunque, sarebbe che la Volkswagen si sottraesse con maggior decisione alla tentazione di minimizzare lo scandalo del dieselgate deviando l’attenzione dell’opinione pubblica sui difetti, veri e presunti che siano, delle auto italiane.