La richiesta di riforme resta molto alta. Elemento che avevamo rilevato nei precedenti sondaggi, alcuni dedicati in modo più analitico a questi argomenti. È alta la speranza che Renzi riesca in questo obiettivo ma aumentano gli scettici.
Soprattutto, vi è ormai la consapevolezza che il Movimento di Grillo abbia fermato la sua ascesa e che il centrodestra possa rappresentare l’alternativa, se davvero rinnovato nella proposta politica e nella leadership. Grillo ha fallito l’obiettivo delle europee perché si è limitato ad una protesta priva di prospettive: oltre il 50 per cento di chi ha risposto evidenzia che "c’è solo protesta senza proposta" e oltre il 20 per cento rileva come le minacce di Grillo abbiano spaventato gli elettori. La grande maggioranza, oltre il 65 per cento, prevede che perderà ulteriori consensi.
Il centrodestra è al suo minimo storico ma può ripartire. Come? Berlusconi deve farsi da parte e il nuovo leader deve essere indicato dalle primarie, come reclamano i giovani della cosiddetta "Leopolda blu", occorre creare un "laboratorio politico" comune o gli Stati generali del centrodestra aperti a tutti, senza pregiudiziali nemmeno nella attuale collocazione maggioranza/opposizione. Insomma, nuovo leader e nuova coalizione, da Alfano alla Lega, con primarie e programmi comuni.
Ma quando veniamo alle persone giungono le sorprese. L’offerta resta bassa rispetto alle aspettative. Di nuovi leader non se ne vedono all’orizzonte, molti sempre gli apprezzamenti per Giorgia Meloni e, a sorpresa, prevale il ritorno di Gianfranco Fini.
Certo, il sondaggio è stato realizzato proprio nei giorni in cui veniva data la notizia della sua nuova discesa in campo e, ovviamente, parliamo di un campione che in passato aveva sostenuto con determinazione la sua ultima avventura, almeno nella sua versione originale segnata dalle iniziative della nostra Fondazione ma si tratta comunque di un elemento che va tenuto conto e che evidenzia la carente offerta di leadership nel campo del centrodestra.
I risultati di Fini sono influenzati dal clima e dalla particolarità del campione ma sono certamente comunque ragguardevoli. Il 23.30  per cento di coloro che hanno risposto lo indicano come nuovo leader del centrodestra, in testa tra tutti quelli che avevamo proposto al posto di Berlusconi.
Al secondo posto scivola Giorgia Meloni, che comunque ottiene sempre oltre il 20 per cento. Cresce, rispetto ai dati precedenti, Corrado Passera (13.8 per cento), come conseguenza della sua recente iniziativa. Stabile ma sempre considerevole il risultato di Montezemolo (11.6 per cento). Salvini, Alfano e Fitto seguono con dati variabili tra il 7 e l’8 per cento.
Brilla per assenza Giovanni Toti ed anche l’insignificante Pierferdinando Casini. Anche la discesa in campo di Marina Berlusconi al posto del padre continua a perdere consensi. Emerge in tutta evidenza la crisi di Forza Italia.
Il dato di apprezzamento su Fini è confermato anche dalla domanda diretta sulla sua nuova scesa in campo: il 25 per cento ritiene che avrà successo, il 20.4 è più scettico ma non lo esclude.
Il nostro parere sulle potenzialità di Fini è diverso, forse proprio perché lo conosciamo bene, ma sarebbe un errore per chiunque voglia ricostruire il centrodestra non tenerne conto e soprattutto per chi in Fratelli d’Italia non si rassegna a rappresentare una destra rispettabile ma pur sempre marginale nel contesto del ben più vasto elettorato di centrodestra che persino Alleanza nazionale aveva rappresentato e che oggi appare orfano. Spazi ulteriori vi sono tra gli elettori che vogliono riforme e responsabilità, uno Stato efficiente e moderno, un mercato libero in cui le imprese possano davvero operare.
Comunque, nel nostro campione prevale in modo netto il desiderio che Berlusconi favorisca il rinnovamento e il processo di riunificazione. Il nuovo leader però deve essere libero da condizionamento: l’82 per cento lo vuole scelto dalle primarie, appena il 2 desidera che lo scelga Berlusconi. È un’altra era, se il centrodestra se ne rende conto può ripartire, anche perché Grillo ha fallito nell’obiettivo di rappresentare l’unica alternativa a Renzi. Altrimenti continueranno diaspora e delusioni.
Noi siamo fiduciosi ma ci vogliono idee e leader capaci di interpretare. Resto convinto che possono farlo meglio i più giovani, serve una nuova generazione anche a destra.