Dopo la laurea in giurisprudenza, ha avuto la possibilità di essere un uomo di legge sia come interprete, in veste di Sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che come artefice, come Senatore della Repubblica durante la XVI Legislatura.
Da questo amore per la lingua colta, tecnica, sempre precisa e per le questioni etiche e morali che afferiscono col mondo delle leggi, Carofiglio ha tratto ispirazione ed è riuscito a riversarne la passione nella sua produzione saggistica e letteraria, per la quale è oggi tra gli scrittori italiani più amati e conosciuti, in Italia come in Europa. Il legal thriller di Carofiglio, genere di cui è pioniere in Italia, ha la caratteristica di essere molto più legal che thriller ed è ciò che gli ha permesso di essere molto apprezzato anche dalla critica più severa, quella che snobba scrittori come King, Follet e lo stesso John Grisham che è il bestseller che ha lanciato questo genere negli Stati Uniti. A Francoforte Carofiglio arriva il 19 Novembre, invitato dall’associazione Italia Altrove e intrattiene una lunga conversazione con il suo pubblico, nella bella cornice della Garden Tower, nella Neue Mainzer Straße.
Intervistato da Lucio Izzo, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, Carofiglio accenna al suo ultimo romanzo, L’estate fredda, uscito il 25 Ottobre, limitandosi a tratteggiarlo e poi subito passa ad altro. L’estate che da il titolo al romanzo è quella del 1992, quando sotto l’assedio della mafia, vengono uccisi i giudici Falcone e Borsellino. Nonostante sia ambientato in Puglia, lontano da Capaci e via D’Amelio, una serie di indagini costringono il maresciallo Pietro Fenolio, uno dei due personaggi più conosciuti creati da Carofiglio, ad affrontare un’afosa estate fredda.
Più famoso ancora è l’avvocato Guerrieri, a cui Carofiglio ha dedicato cinque romanzi, tra cui quello d’esordito, Testimone inconsapevole e del quale quasi si lascia scappare la promessa di una nuova avventura.
Ma Carofiglio rivela di non amare le serie, quei romanzi che hanno un unico protagonista e sembrano un pretesto per allungare il brodo e vendere finché ce n’è. Lui è autore multiforme e passa da un genere all’altro con grande disinvoltura: dai saggi come L’arte del dubbio, al graphic novel, Cacciatori nelle tenebre, fumetto disegnato da suo fratello Francesco di cui Carofiglio ha curato i testi, per approdare alla letteratura più ambiziosa come Il silenzio dell’onda, con cui è arrivato finalista allo Strega 2012.
Agli aspiranti scrittori consiglia di leggere molto: “Non c’è scrittore che non sia seduto su una montagna di libri”.
Inoltre invita ad evitare i gravi errori in cui incombono gli esordienti, che a suo dire sono l’atteggiamento giudicante, la convinzione di essere portatori di chissà quale valore etico o morale e soprattutto non capire che nella scrittura, per essere capiti, poche cose sono importanti come avere qualcosa da dire. Questo obbligo di verità che grava sullo scrittore, per Carofiglio, si raggiunge lasciando alcune cose non dette, permettendo così al lettore di riempire gli spazi vuoti e divenire complice degli eventi narrati.
Della sua esperienza in Parlamento, si limita a poche parole e un sorriso. Carofiglio assicura che il livello di spaccatura e incoerenza nel mondo della politica è nauseante, peggio di quando non avesse immaginato. Poi si ferma, fa per dire qualcos’altro, ma sorride e tace. Ecco un esempio di quei silenzi che creano complicità, di quei vuoti che i lettori-ascoltatori devono riempire liberamente e di cui Gianrico Carofiglio dimostra di saperne molto.