Il ricordo di don Giovanni è sempre molto vivo in particolare a Francoforte, dove aveva retto la Missione italiana dal novembre del 1978 fino al pensionamento, nel gennaio del 2002. Da pensionato, su incarico del vescovo di Limburg mons. Franz Kamphaus, aveva continuato ad impegnarsi nella pastorale ospedaliera, presso le Städtische Kliniken Frankfurt Höchst. Nel giugno del 2011, con una salute già molto fragile, si congedava da Francoforte, e faceva rientro in Italia, nella sua diocesi. Nato a Tesero (TN) il 5.10.1933, era stato ordinato sacerdote il 14.3.1959. Nominato cappellano a Mezzolombardo e poi a S. Giuseppe a Trento, arriva in Germania nell’ottobre del 1965, a Saarbrücken. Dal dicembre dello stesso anno passa alla Mci di Wiesbaden, che guida fino al luglio del 1972, quando viene nominato Referent nazionale del Caritasverband per gli italiani in Germania. Questa esperienza nel mondo della diaconia e del sociale, caratterizzerà il suo successivo lavoro nella pastorale parrocchiale, quando gli viene affidata la grande metropoli sul Meno. Nei suoi 23 anni trascorsi a Francoforte si è distinto in modo particolare a favore delle persone e dei gruppi più disagiati della Comunità. La visita ai carcerati, l’accoglienza dei bisognosi e l’aiuto alle famiglie in difficoltà sono stati sempre al primo posto nel suo lungo servizio pastorale.
Testimonianza della direttrice dell’asilo Pinocchio, Marina Demaria
Quando molti anni fa incontrai don Giovanni per la prima nella Missione nella Bockenheimer Anlage mi colpirono soprattutto la sua serenità e il suo ascolto attento alle mie parole. Dopo meno di un’ora di colloquio per essere assunta come direttrice della scuola materna mi sembrava di conoscerlo ormai da anni e che lui avesse già capito e saputo tutto sulla mia persona.
Era proprio questa capacità di saper ascoltare con attenzione e con rispetto che facevano di Don Giovanni una persona veramente unica : a qualsiasi ora della giornata, con il brutto o il bel tempo, con qualsiasi persona e per qualsiasi problema, dubbio o anche gioia, lui era sempre lì pronto ad ascoltarti con un sorriso quiete sulle labbra, a dirti una parola buona, a farti forza, a sorridere insieme a te.
Quando noi insegnanti l’altro giorno abbiamo appreso della sua scomparsa, abbiamo rivisto alcuni momenti vissuti con Don Giovanni. Sono stati momenti intensi, a volte faticosi, ma ricchi di bellisime esperienze per costruire quella che oggi è il nostro Pinocchio. Il suo insegnamento è stato questo: stare insieme e fare insieme. Questo insegnamento noi lo abbiamo accolto con gioia e ne abbiamo fatto un ricco tesoro.
Rivedo come Don Giovanni la mattina molto presto con passo rapido e accompagnato dal tintinnio delle sue chiavi scendeva le scale per andare a prendere il Frankfurter Rundschau dalla buca delle lettere, metteva la testa dentro l’aula, dove i primi bambini facevano colazione, e se aveva tempo si fermava a bere un caffè che noi premurose gli preparavamo. Di solito verso l’una arrivava in bicicletta dalle sue visite e passando davanti al nostro parco giochi una folla di bambini lo accoglieva con “ Ciao Don Giovanni ! Cosa fai?” E lui paziente rispondeva ad ogni curiosità dei nostri piccoli, scambiava poi quattro parole con le maestre, e spesso affamato e stanco ma sereno, si sedeva a mangiare un piatto di pasta che era già stato messo appositamente da parte per lui. Se poi intravedeva un papà od una mamma che passava a prendere il bambino, li fermava per parlare un po’ con loro.
Noi lo ricordiamo così, per la sua semplicità, la sua solarità, la sua comprensione, la sua disponibilità e il suo impegno. Don Giovanni ha lasciato un’impronta indelebile non solo nella storia di Pinocchio ma anche in tutti i nostri cuori. Caro Don Giovanni, preghiamo per te che ci sei sempre stato così vicino, preghiamo per te perché sappiamo che tu anche dal cielo ci rimani vicino. Ti ricorderemo sempre e ti ringraziamo per tutto il bene che ci hai dato.
Le insegnanti, i bambini e i genitori di Pinocchio
In Erinnerung an Don Giovanni Battista de Florian
Als Leiter der Wiesbadener Priestergemeinschaft, der Don Giovanni bis zu seinem Tode angehörte, spreche ich heute auch für die 5 Freunde Don Giovannis, die mit mir aus Deutschland gekommen sind.
Don Giovanni de Florian kam 1966 als Pfarrer der italienischen Gemeinde nach Wiesbaden, der Landeshauptstadt von Hessen, die ca. 40 km von der Großstadt Frankfurt/M entfernt am Rhein liegt. Es war seine erste hauptverantwortliche Stelle als Pfarrer. Er suchte Kontakt zu deutschen Priestern und fand diesen in der Wiesbadener Priestergemeinschaft, einer Gruppe von etwa 10 jungen Priestern, die gemeinsam die Beschlüsse des 2. Vatikanischen Konzils umsetzen wollten.
Auch während seiner Zeit an der Zentrale des Deutschen Caritasverbandes in Freiburg, wo er für die Begleitung und die Ausbildung der italienischen Sozialarbeiter in Deutschland zuständig war, hielt er weiter Kontakt zur Priestergemeinschaft. Danach als Pfarrer der italienischen Gemeinde von Frankfurt/M, zeitweise auch von Frankfurt/M-Höchst und während seines Ruhestandes als Krankenhausseelsorger im Klinikum Frankfurt Höchst kam er jede Woche nach Wiesbaden, bei jeglichem Wetter und Verkehr, ausgenommen dringende seelsorgerische Verpflichtungen. Unsere Priestergemeinschaft gab ihm spirituell, theologisch und pastoral einen festen Halt.
Ich durfte Don Giovanni über viele Jahre auch in persönlichen Anliegen begleiten und habe noch vor wenigen Tagen an seinem Sterbebett Abschied genommen.
Wir, in der Priestergemeinschaf,t haben Don Giovanni als einen bescheidenen und einfachen Priester erlebt, der sich um die Armen, Bedrängten und Verzweifelten kümmerte, der die Kranken und Strafgefangenen besuchte und seine Kontakte zu den Bessergestellten nutzte, um den Notleidenden helfen zu können. Er hielt auch Kontakt zu deutschen Priestern in Frankfurt und war stellvertretender Dekan des Dekanates Dom. Darum sind heute zwei priesterliche Freunde aus Frankfurt da, Dekan Rolf Glaser, Dekan des Dekanates Frankfurt/M-Höchst als Konzelebrant und Hans-Josef Wüst, Pfarrer in Ruhe.
Don Giovanni war im Ruhestand seit 2002 als Priester in der Krankenhaus-seeelsorge im Klinikum Frankfurt Höchst tätig, die heute durch den Leiter der dortigen Seelsorge Dr. Jürgen Aach – auch ein persönlicher Freund und Begleiter – vertreten wird.
Neben seiner seelsorgerischen Tätigkeit als Pfarrer erwarb Don Giovanni an der Philosophisch-Theologischen Hochschule St. Georgen das Lizentiat in neutestamentlicher Exegese, begleitet von dem inzwischen emeritierten Professor Pater Johannes Beutler, SJ, der hier neben mir steht und meinen Nachruf übersetzt. Pater Beutler hat regelmäßig in Don Giovannis Gemeinde Bibeltage gehalten.
Don Giovannis Wurzeln waren in seiner Heimat, zu allererst hier bei ihnen, in seiner Familie und in seinem Dorf Tesero: die 4 Wochen Urlaub im Sommer verbrachte er immer hier in Tesero. Die weitere Heimat war sein Erzbistum Trient: jedes Jahr feierte er den Jahrestag seiner Priesterweihe im März zusammen mit seinem Weihekurs hier im Erzbistum.
Gerade aus seiner Verwurzelung in seiner Heimat – so denke ich – erwuchs sein anderes großes Anliegen: die Integration der Italiener in die deutsche Gesellschaft. Darum pflegte er als stellvertretender Dekan Kontakt zu den deutschen Priestern und pastoralen Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern. Die zweisprachige deutsch-italienische Kindertagesstätte im Gemeindezentrum war ihm ein besonderes Anliegen. Für seine Anstrengungen um die Integration und für sein soziales Engagement wurde er vom italienischen Staat mit dem Verdienstkreuz der italienischen Republik und von der Stadt Frankfurt mit der Stadtplakette ausgezeichnet.
Der Abschied von Frankfurt 2011 – bedingt durch seinen Gesundheitszustand – fiel ihm sehr schwer. Die erhofften stillen Jahre für seinen Ruhestand in der Heimat wurden von der unerbittlich fortschreitenden Krankheit in eine bittere Zeit verwandelt.
Bei unseren Besuchen als Wiesbadener Priestergemeinschaft in Vigo di Fassa und später in Tesero, bei denen auch wie heute Pfarrer in Ruhe Erhard Heimburger beteiligt war, haben wir das mit tiefem Schmerz erfahren.
Wir nehmen heute Abschied von einem weltoffen-frommen und sozial engagierten Priester. Der Herr vollende seinen treuen Dienst in seiner Herrlichkeit. Auch in Frankfurt werden wir für Don Giovanni am 15. Januar einen Gedenkgottesdienst feiern.
Franz Meister, Leiter der Wiesbadener Priestergemeinschaft
Foto: Don Giovanni De Florian con la nostra collaboratrice Mary Condotta. (Foto di Antonio Balbi)