L’Italia è il Paese dei politici corrotti, delle università dei baroni e dei giovani talentuosi senza futuro. Ma l’Italia è anche il Paese della cultura, del buon cibo e delle grandi menti che il mondo ci invidia. Tra queste c’è Renzo Piano, architetto simbolo di un’orgogliosa italianità. Nell’ultima puntata del discusso programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio, “Vieni via con me” su Rai Tre, l’architetto ha letto all’Italia il suo “elenco del fare”. Parla di architettura, politica, energia e fuga di talenti, ma anche di etica, bellezza, ascolto e silenzio. In poche parole, Piano spiega con filosofia all’italiano come dovrebbe essere il mondo di domani. E dopo, quando il presentatore gli chiede se “è meglio andare o restare”, l’architetto risponde con forse uno dei più lucidi tributi all’italianità. Buona lettura.
Fare….
È un verbo molto importante. Fare, costruire, è la più antica scommessa dell’uomo, insieme allo scoprire, al navigare, coltivare i campi. È un nobile mestiere quello dell’architetto, se fatto bene.
Fare bene…
Per fare bene bisogna capire ed ascoltare: è un’arte complessa quella dell’ascolto. È difficile perché spesso le voci di quelli che hanno più cose da dire sono discrete e sottili. Ascoltare non è obbedire, ascoltare non è trovare compromessi, ascoltare è cercare di capire e quindi fare progetti migliori.
Fare per gli altri…
Si diceva una volta: “fare il bene comune”. Bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente: università, musei, scuole, sale per concerti… Sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento, sono luoghi per stare assieme, sono luoghi di cultura, di arte… E l’arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta.
Fare con attenzione…
Perché la Terra ha scoperto, e ci ha ormai avvisato, la propria fragilità. Per questo non credo nell’energia nucleare e credo invece fermamente nelle energie rinnovabili. L’Italia non ha giacimenti di uranio, l’Italia ha molto sole e tanto vento.
Fare bellezza…
È una parola, o almeno provarci! La bellezza è imprendibile. Se allunghi la mano ti scappa, ma se la definisci come facevano i greci, il bello e il buono che stanno insieme, allora tutto diventa possibile. La bellezza e l’utilità messe assieme vincono il formalismo, vincono l’Accademia.
Fare silenzio…
Cioè costruire emozioni. Talvolta l’architettura cerca il silenzio e il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare. Il silenzio è un po’ come il buio, bisogna avere il coraggio di guardarlo, e poi pian piano si comincia a vedere il profilo delle cose. Quindi l’architettura è anche l’arte di creare luoghi del silenzio, per la meditazione.
Lasciar fare…
Bisogna lasciar fare ai giovani, bisogna mettersi un po’ da parte. Nel mio studio lavorano ogni anno venti studenti provenienti da tutto il mondo bottega. Bisogna valorizzare il talento, bisogna che la politica faccia i concorsi. Ci sono tantissimi giovani talenti che non hanno nulla da fare. Oggi un architetto in Italia ha poche possibilità prima dei cinquant’anni. C’è un’intera generazione che è stata tradita.
La politica teme il talento perché il talento ti regala la libertà e la forza di ribellarti. “Andare via o restare?”, gli chiede allora Fabio Fazio. “Secondo me i giovani devono partire“, risponde l’architetto. “Devono andar via, ma per curiosità e non per disperazione… E poi devono tornare. I giovani devono andare per capire com’è il resto del mondo, ma anche per un’altra cosa, ancora più importante, per capire se stessi. Perché c’è un’italianità, che non è quella dell’orgoglio nazionale.
Noi italiani dobbiamo capire una cosa. Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante. E il gigante è la cultura, la cultura antica che ci ha regalato una straordinaria ed invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose, articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza assieme. E questo è un capitale enorme. Per quest’italianità c’è sempre posto a tavola in tutto il resto del mondo”.