A partire da questo numero del Corriere d’Italia abbiamo deciso di aprire una pagina dedicate alla salute dell’anziano. L’obiettivo è di fornire al lettore un po’ avanti negli anni dei semplici consigli per preservare la salute. La rubrica verrà curata dal dr. Daniele Marcelli, medico italiano residente in Germania dal 1999.
Con l’approssimarsi della terza età la probabiltà di scoprirsi sovrappeso, di sentirsi dire dal medico che la pressione arteriosa o il colesterolo sono troppo alti è considerato normale. Le prescrizioni del medico sono già conosciute, e normalmente di scarso effetto, perché vanno ad incidere sulle nostre abitudini, consolidate nel corso di tutta una vita. “Dovrebbe smettere di fumare”, “dovrebbe seguire questa dieta”, “dovrebbe fare esercizio fisico”, sono frasi ripetute giornalmente decine di volte in tutti gli ambulatori medici con scarso successo.
Purtroppo, perseverando con abitudini non salutari ci si espone a rischi via via crescenti, con conseguenze che possono arrivare all’ictus, all’infarto miocardico o all’insufficienza renale tanto per citare alcune malattie che possono essere anche fatali. Contrariamente al passato, oggi il paziente non accetta facilmente le prescrizioni mediche, e spesso rifiuta le indicazioni con frasi del tipo: “tanto di qualcosa bisogna morire” o “non voglio rinunciare al mio stile di vita”. Il medico si trova sempre più impotente di fronte al paziente che arriva anche a rifiutare i farmaci o a non assumerli in modo corretto.
Il deterioramento del rapporto medico/paziente è stato facilitato anche dalla necessità di ridurre i costi sanitari che ha comportato visite mediche brevi, riducendo il contatto umano al minimo necessario. Il medico non dispone perciò del tempo necessario per convincere il paziente dell’importanza di una buona aderenza alle prescrizioni. Per il paziente anziano, oggi spesso solo, le difficoltà sono ancora maggiori. Avendo a disposizione lo medico del Corriere d’italia e riflettendo su come utilizzarlo in modo utile ad per il lettore, ho pensato di proporre una rubrica dove si affrontino i problemi piu’ frequenti della terza etá usando un approccio chiamato “potenziamento del paziente”, dall’inglese “Patient empowerment”.
È interessante notare che la parola “empowerment” deriva dalla radice latina “passe”, da cui derivano “Potenza” e “Liberta”. In cosa consiste?: È una strategia che attraverso l’educazione sanitaria e la promozione dei comportamenti favorevoli alla salute fornisce ai pazienti gli strumenti critici per prendere le decisioni migliori per il loro benessere, riducendo così le disuguaglianze culturali e sociali. Il paziente partecipa attivamente al trattamento della sua malattia, divenendo una componente consapevole nel rapporto medico- paziente.
È quindi una sorta di “terapia informativa” che punta a ridurre, nel limite del possibile, l’asimmetria di conoscenze tra il medico ed il paziente ma anche a ridimensionare le aspettative irrealistiche che poi si concretizzano in consumi crescenti di prestazioni sanitarie, spesso inadeguate, in gran parte indotte dal marketing sanitario. Gli argomenti che vorrei trattare nei prossimi numeri sono: salute emotiva, l’attività fisica, gli aspetti nutrizionali dell’anziano ed il fumo. In modo semplice, cerchero´ di fornire gli elementi di conoscenza per capire le motivazioni che stanno dietro molte prescrizioni mediche.
Di tanto in tanto integrerò queste argomentazioni con alcuni semplici suggerimenti su come gestire operazioni complesse come la terapia farmacologica dell’anziano. Ci sarà anche lo spazio per rispondere a qualche lettera, e quelle che tratteranno dell’argomento pubblicato nel numero precedente avranno la priorità. Dopo questi primi numeri, se il vostro interesse sarà confermato, proseguiremo la rubrica toccando altri argomenti, magari suggeriti da Voi.