Il confronto con il sistema scolastico tedesco è a volte traumatico – ed il motivo c’è: Italia e Germania, almeno per quanto riguarda la scuola, sembrano essere su due diversi pianeti. Il problema non è stabilire quale dei due sistemi scolastici sia il migliore – perché se esistesse un sistema perfetto, ormai tutti lo avrebbero adottato – ma piuttosto rendersi conto delle differenze, carpirne i vantaggi e sminuirne gli svantaggi.
Un primo punto da tenere in considerazione, e dal quale non si può prescindere, è che la scuola in Germania è di competenza dei Länder, delle regioni. Ciò significa che tra regione e regione ci possono essere – e ci sono! – a volte delle differenze sostanziali nella struttura delle scuole e dei percorsi scolastici. Attenzione quindi a ciò che racconta l’amico o il parente che vive a Berlino se i nostri figli andranno a scuola a Colonia: si finirebbe nella più completa confusione. Ma procediamo con ordine.
“I genitori dovrebbero sapere, soprattutto se sono alla loro prima esperienza con la scuola, che entreranno in un sistema didattico-pedagogico molto diverso da quello italiano, sia per l’importanza che da la scuola all’insegnamento di determinate materie scolastiche, sia anche per i metodi che vengono usati.” Afferma Rosella Benati, della Bezirksregierung di Colonia. “Ad esempio l’asilo è molto giocherellone e non sempre prepara i bambini all’avventura scolastica, poi i bambini arrivano alla scuola elementare e lì trovano ancora la figura della maestra molto materna. Ma la contraddizione del sistema è che nella Grundschule non c’è una grande pretesa dai bambini per quanto riguarda il rendimento, però contemporaneamente i bambini devono dimostrare di aver acquisito determinate competenze di lettura, di scrittura e di matematica, per poter poi proseguire nelle scuole superiori, che iniziano già con la quinta classe – infatti solo in alcuni Länder, come Berlino e Brandeburgo, le elementari durano sei anni. Insomma, nella grande maggioranza delle regioni i bambini a circa otto anni d’età, in quarta, già da dicembre, vengono inquadrati nel sistema secondario che seguirà. Quindi da una parte molta elasticità e dall’altra se non dai i risultati che servono per andare al ginnasio, sarai avviato a un tipo di scuola per così dire meno prestigioso.”
Alla fine del percorso elementare, il bambino riceve un parere (in alcuni Land è chiamato “Empfehlung”) sul tipo di scuola secondaria che egli dovrebbe seguire. Ma attenzione, perché mentre nella Baviera e nel Baden-Würtemberg il parere è vincolante e i genitori non hanno scelta, in altre regioni come nel Nordreno-Vestfalia la Schulempfehlung è solo un consiglio e la famiglia può, almeno teoricamente, iscrivere il bambino a qualsiasi tipo di scuola.
In realtà questa libertà di scelta, però, viene limitata dal fatto che la scuola interpellata può anche rifiutare l’iscrizione del bambino. Ci si può rivolgere a diverse scuole, ma il tempo per le iscrizioni è relativamente breve. Sul tema dell’iscrizione alla “weiterführende Schule” ritorneremo più in là.
I doveri dei genitori in Germania non sono molto diversi di quelli dei genitori in Italia. Forse però vanno sottolineate alcune caratteristiche da tenere in considerazione, dice Rosella Benati: “I tedeschi per esempio ci tengono tantissimo che il bambino abbia una buona colazione, si guarda molto al nutrirsi bene per rendere meglio… la merendina che (purtroppo) si usa spesso in Italia va dimenticata, è bene usare pane integrale, frutta… “
Forse non si tratta di un grande problema, ma anche questi comportamenti contribuiscono da una parte a far inserire bene i bambini nel gruppo e dall’altra ad essere presi meglio in considerazione dagli insegnanti. Una cosa da non sottovalutare. Sì, perché in Germania è estremamente importante che gli insegnanti vedano che il bambino viene seguito, e ciò ha anche un influsso indiretto sul cosiddetto parere di cui parlavamo prima e quindi sul futuro scolastico del bambino stesso. E in questo contesto, stranamente, sono proprio i diritti dei genitori a diventare, se esercitati in modo giusto, un buon aiuto per ottenere rispetto dagli insegnanti.
“I diritti sono importanti perché esercitarli è l’unico modo per poter imporsi anche su decisioni scolastiche” dice Rosella Benati, “i genitori nella scuola tedesca sono importantissimi, hanno una forza incredibile. Soprattutto se si uniscono. Quindi il mio consiglio è di organizzarsi con altri genitori italiani, nel caso, e di fare un po’ gruppo. Importante, anche se si hanno delle competenze linguistiche minime, è partecipare alla vita dell’istituto, quindi se possibile anche farsi eleggere nel consiglio di classe – forse all’inizio intimidisce, ma è fattibile perché in realtà non è così complicato, soprattutto se si fa insieme a un’altra persona, in due o in tre. Così anche nel consiglio di istituto, partecipare, farsi vedere, andare a tutti i colloqui con gli insegnanti e non delegare magari alla zia o al papà dell’amico – quindi: partecipare attivamente alla vita scolastica.”
“Il genitore forte, la famiglia forte, anche se la lingua non è perfetta, tranquillizza l’insegnante tedesco” continua Rosella Benati, “e lo porta a pensare che anche se il bambino è un po’ debole magari in una materia, però con quella famiglia forte alle spalle può farcela anche in un ginnasio, perché i genitori s’impegnano a stargli dietro. Il terrore dell’insegnante al ginnasio è quando sa che magari il bambino potrebbe anche farcela, ma sa che a casa non c’è nessuno che lo sostiene.” E qui si apre, nella scelta della formazione scolastica secondaria, il problema della discriminazione: senza una famiglia forte alle spalle, l’insegnante sarà più disposto a rischiare con i bambini di famiglie ricche, perché sa che potranno permettersi di pagare le ripetizioni, mentre i figli dei meno abbienti verranno indirizzati verso scuole meno impegnative per evitar loro “delusioni”. La forza della famiglia, quindi, è letteralmente anche la forza del bambino.
Tornando a quanto detto prima sulla possibilità, in molti Länder, di iscrivere il bambino ad un ginnasio contro il parere della scuola primaria, anche qui logicamente gioca un grosso ruolo se la famiglia si presenta al colloquio con la nuova scuola in modo forte e competente. In tal caso, a volte il ginnasio è anche disposto per esempio a superare il problema linguistico, ove dovesse esserci, perché può contare sull’appoggio dei genitori del ragazzo. Comunque – e questo bisogna sottolinearlo – il ginnasio non è tutto. Nella classica mentalità italiana, il figlio che non frequenta un liceo è quasi un figlio di seconda scelta, uno che non frequenterà l’università, quindi che rimarrà per sempre “irrealizzato”. Lo so, sto un po’ esagerando, ma forse rendo l’idea. La buona notizia è che in Germania la mentalità è molto diversa e di conseguenza anche il sistema scolastico è (diventato) relativamente flessibile. In particolare negli ultimi anni sono nate forme scolastiche alternative alle tre forme fondamentali del dopoguerra (Hauptschule, Realschule e Gymnasium) e anche la possibilità di conseguire una laurea si è allargata, per esempio passando anche attraverso una formazione professionale. Va anche notato che al momento in diversi Länder, come ad esempio nel Nordreno-Vestfalia, le scuole sono talmente piene che riuscire a farsi assegnare un posto in un ginnasio è diventato molto difficile e, quando ci si riesce, si rischia che il ragazzo finisca in una classe sovraffollata.
“A questo punto come genitori bisogna considerare se vale la pena di insistere per mandare questo bambino in un ginnasio in una classe con 30 bambini,” suggerisce Rosella Benati, “oppure se non sia consigliabile pensare a una buona Realschule o a una Gesamtschule (scuola conprensiva), dove poi salendo un pochino le classi si sfoltiscono. Quindi sostenere il bambino bene dall’inizio e poi dall’ottava, nona classe rafforzarlo nelle materie fondamentali per fargli sostenere l’esame che gli darà la qualifica per poter accedere alla Sekundarstufe II, cioè alle classi che lo porteranno a fare la maturità”. Ma naturalmente anche qui bisogna stare attenti alle regolamentazioni scolastiche locali, che come già detto più volte, possono cambiare da regione a regione.
La cosa migliore, quindi, è informarsi direttamente presso gli uffici comunali competenti. Anzi, questa dovrebbe essere sempre la prima azione che un bravo genitore dovrebbe fare approdando in una città tedesca. Ancora riguardo alle situazioni che hanno influenza sul successo scolastico dei bambini, Rosella Benati accenna a una differenza del metodo didattico usato in Germania rispetto a quello italiano: “Qui si punta tantissimo sull’autonomia del ragazzo. Si usano vari metodi e i genitori farebbero bene a farseli spiegare… per esempio l’alfabetizzazione con la tabella fonematica, il percorso a tappe per imparare a lavorare da soli…Consiglio di chiedere, anche perché oltretutto si fa una bella figura se si dimostra di interessarsi. Inoltre i bambini devono imparare a partecipare attivamente alla lezione, per esempio quando la maestra rivolge una domanda alla classe devono alzare la mano e parlare, devono farsi vedere, farsi notare… in Italia si usa poco, ma in Germania anche questo comportamento viene considerato per la valutazione dei bambini.”
Un altro fattore che spesso va a svantaggio dei bambini italiani è la loro vivacità.
Il comportamento un po’ esuberante che in una scuola italiana passerebbe per normale, in una scuola tedesca viene subito considerato come indice di maleducazione se non addirittura sintomo di una qualche malattia comportamentale. Rosella Benati consiglia in questi casi di reagire con fermezza ma soprattutto di cercare il dialogo con gli insegnanti e spiegare che alcuni comportamenti sono dovuti alla diversa cultura e al diverso metodo scolastico usato in Italia. Naturalmente bisognerà anche parlare con i figli e spiegar loro che si trovano ora in una situazione diversa da quella che avevano avuto prima. I problemi causati dal comportamento dei bambini non va sottovalutato perché gli insegnanti tedeschi prendono la cosa molto sul serio. Comunque la situazione, almeno in alcuni Länder dove si pratica da alcuni anni la cosiddetta “inclusione”, il rischio che i bambini per motivi comportamentali finiscano nella scuola differenziale sono molto ridotti. Rimane, però, il fatto che la cosa influisce pesantemente sulla valutazione complessiva. Per concludere, un appello riguardo alla lingua italiana, alla lingua madre dei bambini che ora arrivano in Germania. Alcune scuole tedesche tentano di coordinare i loro metodi di insegnamento anche con gli insegnanti di lingua madre, nel nostro caso di lingua e cultura italiana. La cosa va vista in modo positivo, quindi se nella scuola ce ne sono sarebbe bene mettersi in contatto con loro e far seguire ai bambini i corsi di italiano. Ormai è fuori dubbio che il miglioramento della lingua madre è d’aiuto per l’apprendimento di una seconda lingua. Ed il bilinguismo è un dono prezioso per il futuro del bambino.
Foto: Rosella Benati