L’idea dell’immigrato italiano in Germania è un dato ormai acquisito. Frutto delle famose emigrazioni del passato o di quelle più recenti, adesso vive in Germania perché lì è stato più facile trovare lavoro. Incontrare, invece, ad un bar o per le strade del Bel Paese, un immigrato tedesco rappresenta per un italiano un’esperienza alquanto inusuale. Chiedendo, però, ad alcuni amici cosa penserebbero se gli capitasse, la prima comune risposta è stata: “Che è pazzo!”.
La domanda ha visto, insomma, tutti d’accordo sulle migliori condizioni economiche di vita che riserverebbe la Germania rispetto all’Italia. Non potendo, però, spiegare le ragioni di una tale scelta con la semplice follia, occorre individuarle altrove. Ed ecco che quell’Italia, così difficile da vivere, cela in realtà un lato affascinante, un lato che l’italiano dà troppo spesso per scontato. E forse neanche tanto, visto che in Paese sembra esserci un particolare sentimento, duplice e contrastante, che ci porta a considerarci i migliori o i peggiori, senza mai passare per il mezzo. Per quanto riguarda il tedesco, è chiaro che quello che lascia il suo Paese per l’Italia non lo fa per le sue maggiore opportunità lavorative, ma proprio per il suo contrario, cioè per un modo di vivere che non prevede solo il lavoro, ma anche tanto altro.
Insomma, non spicchiamo certo per affidabilità e stacanovismo, ma sappiamo goderci la vita. Una caratteristica che ci accomuna agli altri Paesi del sud del mondo, a dimostrazione di quanto il clima sia in grado di influenzare gli stili di vita ed i modi di affrontare la quotidianità. Per il “Gastarbeiter” tedesco, quindi, la vita in Italia è un po’ come una fuga, una fuga dallo stress della solita routine, dagli orari fissi e degli impegni improrogabili, per l’abbandono ai veri piaceri della vita, come l’arte, il buon vino e il mangiar bene.
C’è il giovane innamorato o l’anziano romantico, così come la coppia fuori dalle righe o il riccone pensionato. Tutti si sono trasferiti per ragioni intime e personali e godono in Italia di una stimabile reputazione: lo stereotipo comune li vuole forse un po’ troppo seri, ma di certo anche dei gran lavoratori; benestanti, precisi, puntuali e soprattutto con un grande senso delle regole. Insomma, è meglio tenerseli stretti.
Le ragioni del trasferimento sono quindi molteplici: c’è chi viene appunto per amore, chi per il clima mite, chi per i tempi dilatati e chi per spirito di romanticismo, lo stesso che nel ‘700 spinse Goethe e i rampolli nordeuropei del Grand Tour ad esplorare le bellezze del Bel Paese, fino ad innamorarsene. Oggi, come allora, l’Italia conserva per il tedesco questo fascino esotico, in cui cultura agreste e classicista convivono con intrigante incoerenza. Quasi mai il lavoro è alla base del trasferimento, riducendosi a quell’unico strumento necessario per il normale svolgimento della propria vita in un qualsiasi Paese.
In ogni caso, comunque, non troveremo di certo mai un tedesco dietro il bancone di un bar. A meno che non ne sia diventato il direttore. Non è un caso, infatti, che secondo il rapporto European migration network i tedeschi siano tra gli stranieri più numerosi ad indossare il camice bianco. Ce ne sono più di 1.300. Con un po’ di conoscenza dell’italiano, quindi, il tedesco troverà facilmente lavoro; in alcuni casi, ancor più facilmente di un italiano stesso, che, ahimè, ha su di sé il macigno di una peggiore reputazione. Alla fine, allora, quello che emerge tra Germania e Italia sembra avere qualcosa in più rispetto a quel normale rapporto che può esserci tra due Paesi qualunque.
I tedeschi dimostrano con i numeri di amare il Bel Paese più delle altre Nazioni e gli italiani lo stesso con la Germania, anche se per altre ragioni. È un rapporto di duplice natura, di emozioni contrastanti, in cui il tedesco ama l’Italia ma non stima l’italiano, e in cui l’italiano stima il tedesco ma senza un altrettanto passionale sentimento per il suo Paese. L’effetto è che se da un lato gli italiani emigrati in Germania sono tuttora vittime di stereotipi culturali e discriminazioni, dall’altro lato i tedeschi sono anche i primi della lista per presenze turistiche in Italia. Differentemente dai concittadini del passato, però, i viaggiatori dell’oggi preferiscono le mete del centro nord, forse anche per una maggiore facilità ed economicità degli spostamenti. L’amore per le aree del sud Italia rimane, però, quello ancora sentimentalmente privilegiato in vecchiaia.