Finiti i vecchi tempi del dibattito aperto al Bundestag, al Parlamento Tedesco, quando un vice cancelliere come Joschka Fischer era costretto a giustificarsi per le bastonate ai poliziotti ai tempi delle dimostrazioni di Berlino, o quando Herbert Wehner era messo alla berlina dai suoi avversari per un passato di militante nel Partito Comunista.
Finiti i bei tempi, quando Oskar Lafontaine, a viso aperto e dai banchi del governo in parlamento, attaccava il sistema bancario internazionale, accusandolo di essere pericoloso per la stabilità del Paese (e aveva ragione). E Müntefering, l’artefice della prima grande coalizione Cdu/Spd di ultima generazione? In pieno Bundestag usò l’aggettivo „cavallette“, cioè dannosissimi insetti, per descrivere un management industriale poco rispettoso dei propri lavoratori. Tutto finito. Ora, le sedute al Bundestag sono meno vivaci di un dibattito all’asilo infantile, quando la maestra chiede ai bambini se vogliono giocare con la plastilina o se fare un bel disegnino.
La stampa tedesca ha lanciato un vero e proprio allarme: “Langeweile im Bundestag“. Una noia che allontana sempre più i cittadini, che in quel Bundestag hanno spedito i propri rappresentanti, dal dibattito politico quotidiano. E quest’allontanamento è pericoloso per la democrazia. Democrazia che nasce e muore con la partecipazione, con l’interesse e con la passione per la gestione della cosa pubblica. La gestione dello Stato che si rispecchia nello scambio di vedute nel foro del popolo, nel parlamento appunto. Lo stesso Presidente del Bundestag, Nobert Lammert, avrebbe asserito che le interrogazioni parlamentari, come sono ora regolate, non avrebbero senso. E, infatti, non hanno senso perché impediscono ogni spontaneità nello scambio di vedute. Il regolamento del Bundestag prevede, appunto, che i quesiti, le interrogazioni al Governo, siano inoltrate con largo margine d’anticipo e per iscritto.
Il regolamento prevede anche che ogni ministro, nella risposta, possa essere rappresentato da un suo sottosegretario. Un funzionario, quindi, che munito di risposta scritta si limita a leggere il foglietto ai deputati presenti. E le domande ad Angela Merkel? Non vengono risposte da Angela Merkel. La presenza della Cancelliera al Bundestag è molto rara. Si limita spesso solo a quelle dichiarazioni di Governo che non prevedono dibattito. E così, i deputati vedono la stessa Cancelliera molto disponibile nel rispondere alle domande dei giornalisti nella sala stampa dello stesso parlamento, mentre in aula fa scena muta. Questioni di stile.
La Cancelliera, infatti, non passerà certo alla storia come una brillante oratrice alla Margaret Thatcher. La spontaneità, la battuta brillante e veloce, non sono il suo forte. E la costellazione politica le da ragione. L’effetto soporifero delle sedute al Bundestag nasce proprio dalla grande coalizione. Insomma al Parlamento tedesco non esiste dibattito perché non esiste contraddizione vera e propria nella linea politica. Chi dovrebbe mettere in difficoltà il Governo tedesco e la sua cancelliera Merkel, la Spd? Ma la Spd è il miglior alleato della signora Merkel e le difficoltà della Cancelliera diventerebbero, uno a uno, le difficoltà degli stessi socialdemocratici.
Ora sono i verdi che scalpitano e che chiedono una rivitalizzazione del dibattito parlamentare. La cancelliera Merkel ha, infatti, chiuso il sipario davanti alla possibilità di questo partito di stabilire un proprio profilo nella platea parlamentare. Niente palcoscenico, niente rappresentazione e quindi niente spettatori che ti premiano con l’applauso. Britta Lammert, segretaria del gruppo parlamentare dei Verdi al Bundestag, si è rivolta al Presidente del parlamento tedesco con una lettera in cui è richiesto un radicale cambiamento delle regole sulle interrogazioni parlamentari.
La Süddeutsche Zeitung cita la lettera, in cui la deputata verde chiede “ Un forum, in cui membri del Parlamento e rappresentanti del governo possano avere uno scambio diretto. Domande e risposte con la possibilità di replica“ Insomma, questa signora chiede cose che in Francia o Inghilterra sono alla base del dibattito democratico. La signora Merkel, così è richiesto, dovrebbe essere a disposizione dei parlamentari almeno una volta al mese per uno scambio diretto.
La richiesta della deputata non è isolata. Anche i deputati dei Linke e qualcuno della stessa Cdu si sono espressi in questo senso. La Cancelliera, questa è la richiesta, dovrebbe altresì essere a disposizione delle domande dei deputati, ogni talvolta che si accinge a difendere le posizioni tedesche presso il Parlamento Europeo. Difficile immaginare che le richieste siano accolte. Il cambiamento del regolamento parlamentare abbisogna di una maggioranza, che per ora è nelle mani della Cancelliera e del suo alleato Spd. Un alleato che sembra aver più paura delle reazioni della Cancelliera che del proprio elettorato.
La Spd farà, infatti, quello che ha fatto negli ultimi quindici anni: governa in coda all’imbattibile Cdu/Csu. Poi, quando ci sono le elezioni, richiama dall’aldilà lo spirito socialdemocratico. La gente si accorge di avere a che fare con un’anima defunta e regala alla Spd quel 20% di consenso elettorale, che non serve né a vivere né a morire del tutto. Serve, però, a fare “Grandi Coalizioni”, quindi a governare in coda. E per governare non serve il dibattito parlamentare vivace e democratico, appassionante, civile ed educativo. Serve la maggioranza che assicura la gestione del potere. Buona notte, Bundestag.