È stato bello tornare, la scorsa settimana, nel calmo, tranquillo e gentile traffico di Baltimore. Sì, sembrerebbe che mi sia lasciato andare ai sensi, ma sappiate da dove sono appena tornato: da Palermo, il capoluogo della Sicilia , l’isola che è il piede dello “stivale” italiano. Palermo è una città meravigliosa, vibrante, scalpitante, ma camminare per le sue strade ti fa sentire come un cervo della Pennsylvania il giorno dell’apertura della stagione di caccia. È come una versione di New York in cui ogni automobilista è un tassista.
La regola fondamentale per un guidatore sembra essere: “Mai usare i freni quando puoi usare a tutto volume il clacson”. E mentre le macchine sono almeno prevedibili, moto e scooters sembrano venir fuori da ogni dove tra le strade congestionate. Così, quando mia moglie ed io siamo usciti fuori dal nostro treno Amtrak alla Penn Station, mentre aspettavamo l’autobus Charm City Connector bus, fummo colpiti dalla calma di quelle strade. Mai un clacson ha suonato in quel tratto di strada che ci ha portato fino il centro, dopo più di due settimane di viaggio per il Portogallo e la Sicilia, in cui nessuno tra noi ha mai guidato un veicolo.
Al contrario, però, abbiamo preso ogni forma di mezzo di trasporto – treni, metro, aliscafi, autobus piccoli e grandi, il portoghese “Elevador” e la funivia di Taormina. Non abbiamo cavalcato cavalli, però, sebbene è facile incontrare a Palermo negozi che ne vendono la carne. Questo viaggio non è stato proprio un lavoro. Un resoconto sui trasporti difficilmente potrebbe aiutare, ma è possibile comunque fare delle piccole osservazioni. Primo, ci sono pochi modi che una società può utilizzare per accogliere i propri visitatori stranieri (e i loro soldi), rendendo efficienti, comprensibili e in generale facilmente accessibili i trasporti pubblici. Anche se è forse la regione più povera d’Italia, bisogna dire che la Sicilia, in queste nostre due settimane di permanenza, ha superato il test.
Anche quando un giorno andammo ad una fabbrica di capperi in un isolato borgo del Nord dell’isola, abbiamo potuto usufruire di un autobus che ogni ora passava dalla piazza di fronte alla Chiesa E con grande sorpresa, gli autobus circolavano in orario, un esempio che potremmo importare nel Maryland. Questo non vuol dire che la Sicilia possa reggere ben più efficienti sistemi di trasporto nel mondo. C’è da dire, infatti, che i treni regionali erano spiacevolmente lenti, e le linee per le lunghe distanze (fortunatamente prese dagli altri) subivano ritardi di lunghe ore. Ci siamo sentiti a casa.
La Sicilia, come altre mete del basso Mediterraneo, può essere paragonata alle aree più povere degli Stati Uniti. In molti luoghi pubblici mancano le tavolette del water e la carta igienica scarseggia. A Catania, però, la seconda più grande città della Sicilia, abbiamo incontrato una piacevole eccezione: in una stazione dei treni piena di gente, i servizi igienici erano di una pulizia impeccabile. C’era un tranello, però, per entrare anche solo nell’anticamera dei bagni, dovevi pagare 50 centesimi di euro. Un guardiano era lì a tua disposizione, mentre si occupava di mantenere i bagni puliti e profumati, per quanto è possibile per quel genere di posto. Forse, pensavo mentre facevo la mia ispezione, pagare i bagni può essere un brutto colpo da incassare.
Da persona che si è imbarcata nelle squallide toilette della Penn Station, però, non potrei che invidiare i viaggiatori che vanno in Sicilia. Forse, quando la stazione dei treni di Baltimore verrà ristrutturata, si potrebbe pensare di devolvere una piccola quota per assumere un custode. Potrebbe essere un deterrente per l’indigente che gravita intorno alle stazioni, ma credo che pochi viaggiatori darebbero anche pochi spiccioli per assicurarsi un bagno pulito. Per gli americani che viaggiano, aiuta fare qualche ricerca in giro per avere dei consigli. Per esempio, sarebbe buono conoscere che gli autobus regionali siciliani non hanno bagni, come invece succede nella più civilizzata Uruguay.
Facciate i conti con questo aspetto, quindi, prima di ordinare la seconda birra al Big Bus Bar di Palermo. Le guide tendono a sorvolare questi aspetti così delicati, così chiedere ad un viaggiatore, postare una domanda su un sito di viaggi o magari consultare una guida Lonely Planet, potrebbe darti le informazioni di cui hai bisogno. Se c’è una cosa che abbiamo capito dai nostri viaggi, è la sensazione di novità e piacere che provi quando vai in un posto di cui non conosci la lingua. In Portogallo e Italia, così come in molti altri Paesi che abbiamo visitato, la gente ha fatto di tutto pur di esserti di aiuto.