„Fino a poche settimane fa molti mi chiedevano quando lasciavo la parrocchia: forse faceva gola a qualcuno. Ora non me lo chiede più nessuno”, dice sorridendo ma non senza una punta di malizia don Franco Tonini, parroco da trent’anni a Concordia sulla Secchia, un paese di 9 mila abitanti della provincia di Modena, nella diocesi di Carpi, uno dei paesi più colpiti dal terremoto del 20 maggio e ancor di più dalla scossa successiva del 29 maggio.
Don Franco Tonini, 77 anni suonati (ma non li dimostra), è uno di quei parroci che col terremoto ha perso tutto, luogo di culto e abitazione. Il tetto della chiesa parrocchiale, dedicata alla Conversione di San Paolo, è andato completamente distrutto, crollando all’interno, sui banchi, e la canonica, piena di crepe, non è agibile. Al momento don Franco viene ospitato dalla sorella. Mi accoglie – assieme ai miei accompagnatori, l’ex direttore delle Edizioni Dehoniane p. Alfio Filippi e l’assessore alla cultura del comune di Carpi Maria Cleofe – nel suo nuovo ufficio parrocchiale, un container di pochi metri quadri, dove un ventilatore cerca di spezzare il soffocante caldo dell’estate.
Li vicino, quasi attaccata, c’è la nuova chiesa, quella dell’emergenza, una grande tenda aperta su due lati, sul terreno dell’asilo. Puoi vederci dentro tutto, senza entrare, e salutare il Santissimo a distanza. L’ufficio è piccolo, ma attrezzato di tutto per non restare isolati e poter lavorare, scrivania, telefono, stampante… Dal computer ci mostra i danni del terremoto, la chiesa sventrata, la canonica pericolante. Non possiamo andare sul posto: il centro di Concordia è “zona rossa”, l’accesso è proibito. Mentre fuori scattiamo qualche foto, arriva una coppia, che chiede a don Franco se ha bisogno di giochi per i bambini dell’asilo. È la solidarietà spicciola, quella della gente, che continua ad arrivare.
Come continua la solidarietà delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania, che hanno scelto questa parrocchia di Concordia per concretizzare la propria vicinanza alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Ai primi di luglio la Delegazione ha mandato sul conto della diocesi di Carpi 20.000,- euro, metà raccolti nelle collette di domenica 10 giugno o domeniche successive, l’altra metà come contributo del fondo di solidarietà delle missioni.
È infatti la diocesi che, assieme alla Caritas, coordina la ricostruzione e gli interventi delle parrocchie colpite dal sisma. La colletta prosegue, in modo che anche a chi è sfuggita l’iniziativa o non ha ancora partecipato ad azioni simili di altri enti, possa dare il proprio contributo.
Le collette vanno mandate al seguente conto: Italienische Missionare Solidaritätsfonds, Frankfurter Volksbank, Konto-Nr. 276014, BLZ 501 900 00, Terremoto Emilia Romagna.
Il Vicario generale della diocesi di Carpi, Carlo Malavasi, che avevamo incontrato prima della visita a don Tonini, ringrazia vivamente e ci terrà informati del proseguo dei lavori: presto sarà agibile una struttura prefabbricata pluriuso, con ufficio parrocchiale e disponibile anche per gli immigrati, secondo la nostra richiesta, ed in seguito la chiesa vera e propria, ma molto sobria.