Qui a seguito troverete, cari lettori, alcuni degli importanti traguardi che il “Corriere d’Italia”, giornale in lingua italiana, edito in Germania a Francoforte sul Meno ha raggiunto in questi 65 anni:
Raggiunge tutti gli italiani in Germania:
Il “Corriere d’Italia” fu fondato nel 1951. All’epoca si chiamava “La Squilla” e usciva come supplemento de “L’operaio Cattolico”, organo della comunità e della Missione cattolica italiana di Francoforte sul Meno. Nel frattempo il “Corriere d’Italia” è l’unico giornale che raggiunge puntualmente tutta la comunità degli italiani in Germania e li informa, super-partes, sia sui fatti che li riguardano nella nuova patria, la Germania, come pure su quelli della madre patria, l’Italia.
Diffonde e difende la lingua italiana:
Il “Corriere d’Italia” è letto soprattutto da italiani residenti in Germania, ma anche da tedeschi interessati alla questione delle minoranze, come pure da tantissime persone di tante altre culture, che spendono soldi e sudore per imparare l’italiano, e che a detta di molti è “la lingua più musicale del mondo”.
Dibattito interculturale:
Il “Corriere d’Italia” serve da laboratorio per il dibattito interculturale in Germania ma è anche un modello da seguire per creare questa “nuova” Europa. Da tempo ci poniamo la domanda: come è possibile una convivenza attiva e creativa tra minoranza e maggioranza che non comporti un annullamento ed una assimilazione della prima nei confronti della seconda? È un cammino che minoranze e maggioranze fanno assieme e prevede continuo dibattito con un serrato scambio di idee in politica ma anche nella Chiesa, implementando il “buon vivere” con regole e con rispetto della legge. Il Corriere d’Italia è la piattaforma in cui si sono tracciati dei percorsi di queste vie e che documenta quante barriere di carattere culturale sono state abbattute in questi ultimi 65 anni.
Versione on-line del Corriere d’Italia:
Da 10 anni si può leggere tutto il giornale in versione digitale e la finestra per il commento permette al lettore di interagire con l’autore, democratizzando lo scambio di opinioni. Il suo indirizzo web è: www.corritalia.de
Sfondato il tetto di vetro ai vertici:
Di questo traguardo “l’altra metà” del mondo lavorativo, quella al femminile, ne è molto fiera! Da due anni il giornale è sotto la guida di Licia Linardi, la prima donna in tutta la storia del giornale. Se si tiene presente che in tutta la Germania solo il 2% dei periodici ha una donna in quella posizione, non ci resta che dire: Chapeau, caro “Corriere d’Italia”, 65 anni e non si vedono!
In tanti anni un elenco minuzioso verrebbe lunghissimo per cui mi fermo qui perché è arrivato il momento di parlarvi della nostra voglia di festeggiare. Il delegato, Padre Tobia Bassanelli che è anche l’editore del giornale, assieme al Comitato direttivo del giornale vi inviterà a festeggiare in Ottobre con la musica, perché se il giornale è legato ad una lingua, la musica invece parla un linguaggio universale.
Un grande concerto di Musica Sacra per il 65.mo anniversario del Corriere d’Italia
Quando: 22 Ottobre 2016
Dove: Sankt Antonius Kirche, Frankfurt am Main
Ore: 20.00h
L’intenzione è di celebrare il 65esimo anniversario assieme ai nostri lettori e amici qui a Francoforte sul Meno nella chiesa di Sankt Antonius, sabato 22 ottobre 2016, a partire dalle ore 20.00h con un concerto della rarissima musica sacra del compositore, Don Giovanni Camillotto, il grande apostolo della riforma della musica sacra di Treviso. Un gruppo di più di trenta cantori vengono appositamente dall’Italia per farci festa con una musica di raro diletto. Il coro “Schola Cantorum S. Andrea di Cavasagra”, diretto dalla signora Emanuela Foscaro, acompagnati dal m.o. signor Federico Secco, l’organista e fondatore del coro, ci presenteranno diversi brani.
Il compositore, Don Giovanni Camillotto, il grande apostolo della riforma della musica sacra:
Don Giovanni Camillotto nasce nel 1859 a Carpenedo (Vedelago), primogenito di Angelo e Caterina Cavasin, entra in Seminario a 13 anni, dove viene aprrezzato per la sua sensibilità musicale dal Rettore, Mons. Pietro Jacuzzi, che lo avvia agli studi musicali sotto la direzione del m.o. Antonio Biscaro. Le sue prime composizioni, in particolare una Messa ed un Confitebor, risalgono agli anni del Ginnasio. Con la collaborazione di Don Barotlomeo Fantuzzo “instrumenta” alcune Messe del Cherubini e del Palestrina e comincia a rinnovare il repertorio della musica sacra, diventando uno degli esponenti di spicco della “riforma ceciliana”.
Per ridare nuova dignità e valenza liturgica alla musica sacra, corrotta dai vezzi della musica da teatro, si recuperano i fondamenti della musica polifonica e dal canto gregoriano.
Riforma della Musica Sacra: Pio X emane il “Motu Proprio”
Il Motu Proprio emanato da Papa Santo Pio X nel 1903 sulla Riforma della Musica Sacra si radica idealmente a Treviso: nel 1884, durante un solenne Pontificale in onore di Benedetto XI tenutosi in San Nicolò, don Giovanni Camillotto (1859-1915) diresse la Missa Jesu Nostra Redemptio di Palestrina suscitando grande interesse fra i presenti tra cui Mons. Giuseppe Sarto, futuro Papa Santo Pio X, il quale incoraggiò il Camillotto a proseguire quella strada, divenendone suo estimatore. (citazione dal sito dell’Istituto Diocesano di Musica Sacra di Treviso).
Nei tempi più recenti Papa Santo Giovanni Paolo II, commemorando il centenario del Motu proprio di Santo Pio X col suo Chirografo del 22 novembre 2003, dopo aver sottolineato i punti fondamentali di quel documento, auspicava che si potesse raggiungere presto, «grazie al concorde impegno dei pastori d’anime, musicisti e fedeli, quello che è il vero fine della musica sacra, cioè “la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli».
Foto di archivio