Nato in allarme, scontri a pochi chilometri da Kiev

Stiamo vivendo uno di quei giorni storici che segnano un mutamento irreversibile, uno spartiacque, Wendepunkt come dicono i tedeschi, nella situazione politica mondiale.

Spezzando e calpestando sotto i cingoli dei suoi carri armati il diritto internazionale, l’esercito russo ha invaso uno Stato libero e sovrano riconosciuto internazionalmente e membro di organizzazioni internazionali. Guardando a ritroso nella storia del nostro continente, l’ultimo episodio del genere si era verificato nel 1939, quando le truppe tedesche invasero la Polonia negandole il diritto di esistere come nazione indipendente.

Tutte le illusioni di vedere nella Russia un partner affidabile sono distrutte, Putin ha fatto cadere la maschera, non sarà più possibile tenerlo da conto come finora.

La figura da peracottaro l’ha fatto il buonismo tedesco, che ad onta di tutte le proteste e le riserve, fino all’ultimo si era fatto costruire un costosissimo gasdotto sotto il Baltico che adesso non si potrà più usare. Evidentemente gli americani erano meglio informati.

La NATO ha rafforzato gli stati baltici suoi membri che potrebbero essere l’oggetto di un prossimo attacco. Tutti gli sviluppi futuri sono aperti.

Putin ha mandato in onda minacce vaghe e ciò malgrado inequivocabili. Tutte le grandi repubbliche centro-asiatiche che, come l’Ucraina, si sono staccate dall’Unione Sovietica diventando stati sovrani e indipendenti, i vari Kazakistan, Kirzigistan, Azerbaistan, Turkmenistan, Usbekistan, non sono anche loro esposti al rischio di fare la stessa fine dell’Ucraina?

Chi crede più alle smentite di Putin?

E se la Cina approfittasse dell’occasione propizia per attaccare Taiwan?

Comunque si sviluppi la situazione, è chiaro che da questo momento l’equilibrio della politica internazionale è sconvolto in modo imprevedibile.

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