Nella foto: Stazione centrale di Colonia, 10 aprile, ©Mariantonietta Bellia
di Paola Colombo - 

Il coronavirus ha stravolto il mondo e la nostra quotidianità, sono cambiate le nostre priorità. Condividiamo inquietudini ma scopriamo risorse prima impensabili. Ecco alcune testimonianze.

Siamo preoccupati, questo tempo sospeso ci porta a riflettere ed è pieno di opportunità nuove. Come cantava Leonard Cohen “There is a crack in everything. That’s how the light gets in”, c’è una crepa in ogni cosa, ecco come vi entra la luce. Siamo tutti nella stessa situazione, questo ci conforta e ci fa riscoprire un senso di appartenenza e di comunità.

Camilla, 48 anni lavora presso un’agenzia pubblicitaria, Francoforte.
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio datore di lavoro ha dovuto diminuire gli orari di lavoro. Io sono operativa solo al 50%. Vado ancora in ufficio ma solo tre ore al giorno. Molti dei miei colleghi lavorano da casa per cui è molto strano trovarsi solo in due in un locale dove di solito ci sono sei persone. Ho notato però che ognuno cerca di fare del proprio meglio perché le cose funzionino. Per esempio da quando non abbiamo più la donna delle pulizie ciascuno si impegna perché l’ambiente sia comunque pulito e accogliente, come dire, siamo più uniti, ci sentiamo molto più “squadra”.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
La cosa che mi pesa di più è forse l’idea che la mia libertà sia limitata. Prima davo per scontate cose che invece sono importanti: vedere chi voglio quando voglio, andare dove voglio quando voglio. Anche Como, la città da cui mi sono trasferita, non mi è mai sembrata così lontana come ora, e mi manca tanto.

Non avrei mai pensato che…
…potesse esserci un silenzio così forte. Da un lato è il silenzio piacevole di una città senza rumori dall’altro è un silenzio che urla, che ci ricorda in ogni istante che qualcosa non va come dovrebbe.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
La possibilità di pensare e di rendermi conto di quante cose futili sono state importanti per me. È bello anche trascorrere più tempo in famiglia apprezzando le doti di tutti i componenti.

Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
A dire il vero no. Ho comprato un corso audio/video per migliorare il mio inglese ma assurdamente non ho ancora trovato il tempo di iniziare…

Cecilia, ricercatrice storica, 45 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?Organizzativamente non molto: anche normalmente posso lavorare da casa e lo faccio particolarmente volentieri. Certo, con due bambine mi riesce più difficile trovare i miei spazi e concentrarmi. Anche la preoccupazione per i miei cari in Italia e altrove, per le sorti dell’Italia e dell’Europa non mi permette sempre di lavorare serenamente.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Non poter andare a trovare mio padre e non essere certa di poterlo rivedere.

Non avrei mai pensato che…
…un virus potesse trovare il mondo occidentale completamente impreparato e metterlo in ginocchio.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo periodo sospeso?
Nessuna che non mi desse già la mia quotidiana, felice normalità, priva di restrizioni sociali e spaziali.

Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Nessuna. Non ho più tempo a disposizione di quanto ne avessi prima, anche se lo uso in maniera più flessibile.

Schaumainkai domenica 5 aprile, Francoforte ©Paola Colombo

Fausto, dirigente, 55 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio lavoro si è trasformato radicalmente. Sono passato da meeting fisici, bilaterali, multilaterali, riunioni di direzione e riunioni plenarie, a meeting virtuali. Dal guardarsi in viso intorno ad un tavolo a guardarsi via video o, in qualche caso, non guardarsi affatto e sentirsi via telefono. Gli uffici sono chiusi e tutto lo staff telelavora ormai da settimane. Nei contenuti: le agende e i progetti in corso sono stati modificati per fronteggiare le nuove emergenze imposte dalla crisi, nuovi strumenti di analisi e revisioni normative da mettere in campo.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Non poter tornare in Italia. Non che non mi piaccia stare a Francoforte, ma non poter respirare aria italiana da ormai più di un mese pesa assai.

Non avrei mai pensato che…
…avrei trovato così tanto piacere nel cucinare. Le agende giornaliere sono dense e vincolate, il tempo rimanente è sempre stato poco. Ma ora, durante il telelavoro imposto dalla crisi, apprezzo molto cose semplici come alzarsi dalla stanza-studio, andare in cucina, cucinare, provare le ricette suggerite il giorno prima da parenti e amici nelle lunghe telefonate serali, e poi uscire a comprare gli ingredienti giusti per l’indomani. Insomma piccole cose cui presi dalla fretta dei tempi normali non si fa molto caso, ora danno un senso di compiutezza e relax che non immaginavo.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
La possibilità di prendersi delle pause. Le settimane lavorative vanno via in fretta, ma lo stare sempre in casa, anche se telelavorando, e poi questi ultimi weekend di tempi dilatati, fatti di videochiamate con affetti lontani, di lunghe passeggiate solitarie, tutto ciò apre il tempo, consente pause di riflessione e momenti di autoanalisi ricchi di un senso che era andato perduto nelle corse degli anni precedenti.E poi il calore di persone che non sentivi da tempo e che ora ritrovi come non fossero passati anni.

Erminia, casalinga, esperta di didattica museale, 43 anni, Francoforte.
Come è cambiato il tuo lavoro?
Ho quattro figli, tra i 12 e i cinque anni, e in questo periodo ho meno tempo di prima perché coi bambini c’è più da fare.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Mi dispiace che i bambini non vadano a scuola e che non vedano gli amici. Per quel che mi riguarda, sto bene, anche se non mi sento libera di fare cose normali per la paura di ammalarmi. Non mi pesa trascorrere delle settimane a casa sapendo che ciò possa aiutare a uscire da questa situazione. Spero che basti quello che stiamo facendo tutti, restare a casa.

Non avrei mai pensato che…
…potessi avere meno tempo di prima. Pensavo stando a casa di poter sbrigare la lista di cose che avevo da un secolo ma mi sono resa conto che ho meno tempo di prima, perché i bambini hanno bisogno di più attenzione. Devo fare di più con loro, così sono più contenti.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo periodo sospeso?
Abbiamo riscoperto la Stadtwald (n.d.r. la cinta boschiva a sud di Francoforte) dove facciamo lunghe passeggiate. Questo tempo ti fa rendere conto ciò che è veramente importante, tutto il resto, l’abbigliamento, le scarpe, le cose materiali non sono importanti. Lo sapevo anche prima ma ora è come un promemoria. 

Micol, senior project manager, 32 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
La modalità di lavoro è più intensa per via delle continue teleconferenze ma anche efficiente, in quanto non ci sono i percorsi casa-lavoro. Come capo team devo aguzzare l’ingegno per mantenere il team motivato e in questo mi ha aiutato molto visualizzare i risultati ottenuti settimana per settimana. Sicuramente si deve essere molto più attenti ai toni della voce per capire se ciascun membro del team stia bene o abbia bisogno di supporto sul lavoro.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Più che le restrizioni in sé è l´idea della restrizione stessa che alle volte mi pesa. Prima della crisi non mi sono mai posta la domanda se fosse possibile raggiungere i parenti in Italia o semplicemente muoversi: bastava prendere un aereo e zac, in un’ora ero a Milano, anche spontaneamente. Era sottointeso che si potesse viaggiare, che non esistessero frontiere. Ora ci è stata tolta una possibilità, un’opzione …anche se razionalmente capisco e sostengo le misure, la reazione emotiva è quella del bambino a cui hanno tolto il giocattolo preferito.

Non avrei mai pensato che…
… avrei avuto così poco tempo libero! Faccio parte del gruppo di fortunati che ancora lavora e ha la possibilità di farlo da casa. Questo a parte, c´è una specie di stress sul mantenere i contatti sociali e una contorta percezione del tempo libero…e così la mia settimana è piena di webinar serali, videochiamate, progetti casalinghi mai finiti…altro che rallentamento.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Poter scegliere il silenzio con me stessa. Sta diventando sempre più semplice poter avere un momento di silenzio anche con la propria mente: con questo non intendo l’eliminazione di qualsiasi suono esterno ma il riuscire a dare una pausa alla mente e godersi un silenzio interno, come a voler dire: cari pensieri, oggi avete libero anche voi.

Rolando, ingegnere informatico, 58 anni, Monaco di Baviera
Come è cambiato il tuo lavoro?Non è cambiato quello che faccio, paradossalmente sono ancora più impegnato di prima, ma è profondamente cambiato il modo in cui lavoro. Normalmente viaggio molto, ora faccio tutto da casa e raramente mi reco in ufficio, solo per controllare che tutto sia a posto. Da un punto di vista lavorativo quindi, non incontro particolari problemi, ma inizio molto presto e stacco molto tardi, cosa che nel lungo periodo non è sostenibile.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Mi manca l’incontro con altre persone.

Non avrei mai pensato che…
… pur con tutte le controindicazioni questa quasi-clausura mi desse molto tempo per riflettere, per parlare con i miei figli, insomma fare tutte quelle cose per le quali normalmente fatico a ritagliare dei momenti tranquilli.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Leggo moltissimo, non solo in internet, intendo libri veri e propri, è bellissimo.

Cristiano, giornalista, 50 anni, Colonia

Come è cambiato il tuo lavoro?
Lavoro al 50% da casa in home office.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
I negozi di dischi sono tutti chiusi!

Non avrei mai pensato che…
… certe cose potessero accadere così velocemente.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Passo molto più tempo con la mia famiglia e loro con me.

Antonella, responsabile comunicazione, 51 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?
Sono da circa un mese in smart working e mi sembra di lavorare di più; è molto interessante essere in costante contatto digitale con il mondo, dai colleghi della rete estera e della centrale a Roma fino ai nostri partner. Abbiamo tutti un gran bisogno di scambiare idee, ipotizzare scenari, commentare gli attuali sviluppi dell’industria turistica. È un microcosmo che vuole sentirsi vivo e pianifica per quanto possibile una dimensione nuova di vivere e lavorare. Insomma un’opportunità di cambiamento necessario.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Non vedere gli amici e non poter viaggiare.

Non avrei mai pensato che…
… sarebbe potuto accadere tutto ciò con la virulenza che sta mostrando. Mi dispiace per i tanti morti, una cosa inimmaginabile se me l’avessero preannunciato.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Aver recuperato il tempo lento, il sentire emozioni con una profondità che avevo perso, rincorrendo le cose da fare. Sono certa che tutto ciò non accada per caso e che abbia un senso.

Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Ho ripreso in mano gli archivi fotografici digitali della mia famiglia con l’intento di stampare centinaia di foto e costruire album fotografici, vorrei che mio figlio sfogliasse i ricordi di famiglia e che questi siano tangibili.

Enrico, grafico, 55 anni, Dreieich
Come è cambiato il tuo lavoro?Lavoro per case editrici italiane e sono abituato a lavorare da casa in maniera indipendente. Purtroppo a causa del coronavirus le librerie sono state chiuse per settimane e i programmi editoriali sono stati posticipati. Il settore editoriale è in crisi già da tempo, spero che possa reggere questo momento e ripartire. Al momento le prospettive per il futuro non sembrano molto rosee.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
Non poter andare a visitare le mie figlie che studiano in Italia e non sapere se in futuro potrò sostenerle economicamente come sono riuscito a fare sino ad ora.

Non avrei mai pensato che…
… l’umanità moderna potesse essere messa sotto scacco in questa maniera devastante, ho paura che i più poveri del mondo pagheranno il prezzo più alto.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Sono molto abituato a vivere isolato e in un tempo mio, spesso molto lento, ora questo tempo si è ulteriormente rallentato e mi sembra di non poterlo governare non sembrandomi possibile un domani. Il pensiero gira su se stesso, forse dovrei imparare a guardare soltanto il presente e viverlo non interessandomi al futuro.

Tiziana, freelance, 53 anni, Colonia
Come è cambiato il tuo lavoro?
Molta parte del mio lavoro si svolge nel mio ufficio di casa. Quello che mi manca però è il contatto diretto con i miei interlocutori. Ho fatto le mie ultime interviste al telefono o con dei whatsapp vocali. La voce è importante ma guardarsi negli occhi, capire veramente chi si ha davanti, la gestualità sono componenti importanti che ora mancano. Il mio lavoro mi porta a conoscere molte persone e spesso si instaurano dei rapporti molto belli che possono sfociare in amicizie. Ecco, anche questo mi manca. Come mi manca la libertà di muovermi quando voglio, soprattutto come e con chi voglio.

Non avrei mai immaginato che…
…stare lontano dalla propria famiglia e dagli amici più cari per cause di forza maggiore facesse così male. Mi aiutano le videochiamate, sì, ma nulla è paragonabile a un abbraccio, un bacio, al profumo delle persone a cui vuoi più bene.

Che cosa ti regala questo tempo sospeso?
Il tempo. Se prima pensavo che 24 ore al giorno non mi potessero bastare, bene adesso ho capito che sono io a scandire le ore del mio personalissimo orologio. Ho tempo per riflettere, per notare le piccole cose che prima mi sfuggivano o che non volevo vedere. A volte però sono triste perché il prezzo che stiamo pagando per diventare delle persone migliori è altissimo.

Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Ho ripreso a fare a maglia e un po’ di uncinetto e sto mettendo in ordine la cantina.

Margherita, liceale, 16 anni, Francoforte
Come è cambiato il tuo lavoro?Faccio home schooling e stiamo imparando tecniche digitali, come fare lezione in video conferenza.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
L’unica cosa che mi dà fastidio, è che non c’è distrazione da questo argomento. Non ci si può muovere, si è a casa a sentire le notizie che sono sempre le stesse e questo stressa.

Non avrei mai pensato che…
… sarei rimasta a casa per una pandemia. Non vivo da molto su questo pianeta e ho sempre solo sentito degli avvenimenti speciali (anche in modo negativo) e adesso mi trovo direttamente in uno. Questo è, a parte l’aspetto tragico, molto interessante

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
Posso dormire. Sono sempre sotto stress e non ho tempo ma adesso c’è questo momento di standby e mi posso rilassare in un certo modo che normalmente non sarebbe possibile.

Stai facendo qualcosa che hai sempre rimandato per mancanza di tempo?
Trascorrere tempo con la mia famiglia e imparare a giocare a carte

Giulio, giornalista, 48 anni, Berlino
Come è cambiato il tuo lavoro?
Con l’esplosione dell’emergenza coronavirus e le conseguenti restrizioni e linee guide, è stato necessario riorganizzare il lavoro di redazione e questo in entrambe le realtà lavorative dove sono impegnato (radio e tv). Dopo prime incertezze sulla fattibilità, si è deciso di tentare con l’home office, il lavoro da casa propria. Le difficoltà non sono mancate. La redazione televisiva per la quale lavoro produce servizi giornalistici per i notiziari. I servizi vanno montati, servono immagini. Sarebbe stato possibile realizzare tutto questo stando a casa? Sì, è possibile. Se c’è una cosa che ci sta insegnando questa crisi, è proprio che non è necessario aggrapparsi a schemi, regole o strutture e che la flessibilità è una dote fondamentale per riuscire a fare ciò che si è sempre fatto, ma seguendo vie e modalità ben diverse da quelle a cui siamo stati abituati.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
La mancanza di libertà di incontrare amici o i familiari, di spostarmi per raggiungere luoghi o persone dove e con le quali vorrei trascorrere un’ora, un giorno, una settimana.

Non avrei mai pensato che…
potesse essere così salutare frenare tutto, frenare se stessi, i propri ritmi, le proprie attività, tutto ciò che pensiamo siano nostre necessità o libertà fondamentali. Anche quelle libertà che mi mancano, messe ora in pausa, acquistano maggior valore proprio perché temporaneamente „negate“ e sarà bello poterne godere di nuovo passata la bufera.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
La possibilità di relativizzare tutto ciò a cui siamo testardamente attaccati, ascoltare di più me stesso, valorizzare tutto ciò che fino ad ora ho dato per scontato e invece proprio non lo è.

Vittoria, studentessa, 31 anni, Colonia
Come è cambiato il tuo lavoro?
Il mio lavoro non è cambiato tantissimo e sono fortunata che posso lavorare da casa, smart working. Purtroppo tutti i lavori in fiera sono stati cancellati. Per quanto riguarda l’università, sto scrivendo la tesi di master in biblioteca e adesso è tutto sospeso.

Qual è la cosa che ti pesa di più in questo periodo di restrizioni?
La cosa che mi pesa di più in questo periodo è non potere andare in biblioteca a finire la tesi e non poter vedere gli amici. Per fortuna abito con i miei genitori, quindi ci vediamo sempre. Mi dispiace per i tanti amici che hanno delle attività e hanno dovuto chiudere. Il futuro lavorativo è un po’ preoccupante.

Non avrei mai immaginato che…
… si potesse vivere anche con altri ritmi e apprezzare altre cose come la natura. Noi che siamo in Germania il lockdown lo percepiamo meno, rispetto a chi vive in Italia e non si può muovere come noi qui.

Qual è la cosa più bella che ti dà questo tempo sospeso?
La cosa più bella è fare lunghe passeggiate nel bosco e andare in bici tra i campi. Sono fortunata che vivo in una cittadina piccola, vicino a Colonia, così mi posso godere questi momenti. Poi ho del tempo per seguire il mio hobby delle foto e della bici da sola. Per il resto trascorro la maggior parte del tempo a casa.

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