Esordito nel 2002 ad Amburgo, Vapiano prima dell’ondata del corona-virus era arrivato a gestire più di 200 ristoranti, oltre 60 in Germania e poi in Austria, Gran Bretagna e Olanda e in altri Paesi del mondo. Dopo una pausa di quasi cinque mesi il grande gruppo riparte in agosto con una struttura più snella e pietanze più semplici

La maggior parte dei ristoranti “Vapiano” esistenti in Germania, 30 ristoranti sparsi in tutto il territorio federale, è stata ora acquistata per 15 milioni di euro da Mario C. Bauer, ex direttore del grande gruppo gastronomico tedesco con matrice italiana. Secondo Ruth Rigol, amministratrice del gruppo in dissesto, non tutte le filiali saranno riaperte mentre altre saranno vendute. Recentemente Il gruppo Vapiano si era visto costretto a dichiarare la sua insolvenza attribuendone le cause a diversi fattori negativi il cui effetto si è appesantito a causa della crisi del corona-virus. In realtà, secondo un gruppo di esperti del settore le cause sarebbero da individuare anche in eccessivi tempi di attesa per le vivande ordinate, a causa di menu non adeguato alle mutate esigenze alimentari, oltre che a una politica di espansione la quale non avrebbe tenuto in debito conto alcuni scandali tra il personale, in parte regolarmente sfruttato. A tutto ciò andrebbe anche aggiunto che il gruppo Vapiano ha cercato di rimediare eliminando una serie di piatti che richiedevano eccessivo impegno o tempo di lavorazione, proprio in coincidenza con la crisi originata dal corona-virus.

Ritorno alle origini

Secondo la nuova direzione, Vapiano avrebbe ancora la possibilità di ritrovare la vecchia via che aveva portato il gruppo al suo successo e alla sua notorietà che era basata sul vecchio motto imprenditoriale “Alles was wir tun, tun wir mit Liebe”, tutto ciò che facciamo, lo facciamo con amore. Mario C. Bauer avrebbe dalla sua il sostegno di noti europei rappresentanti del settore europeo della gastronomia, come la famiglia Van der Falk molto nota in Olanda e che fu sin dall’inizio partner di Vapiano, insieme con Henry McGovern, direttore di “AmRest” un gruppo di gastronomia quotato in borsa. Questi e altri, nel complesso “un team d’impegnati e interessati investitori” ai quali non mancano mezzi finanziari, il Know-how o le motivazioni per stare a fianco di Vapiano e accompagnarlo verso un suo migliore futuro. Ciò non soltanto in Germania, perché il consorzio di Bauer intende occuparsi anche delle attività che Vapiano coordina anche in altri Paesi europei e in altri continenti.

Tagli inevitabili

Per quanto riguarda la Germania, le filiali di Vapiano implicate nell’attuale di processo d’insolvenza riguardano circa 2500 dipendenti che difficilmente riusciranno a evitare dolorosi tagli. Stando al direttore del consorzio Mario C.Bauer, in agosto circa 30 ristoranti Vapiano in Germania dovrebbero poter riprendere la loro attività in Germania. Bauer ha davanti a sé il non facile compito, che è quello di saper convincere ogni singolo gerente di un ristorante che Vapiano può ancora funzionare. A condizione, naturalmente, che sappia ritrovare i suoi valori iniziali che furono alla base della sua “Systemgastronomie”, un concetto di standardizzazione basato sul modello gastronomico italiano.

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