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Editoriale

Per l’amor di Dio, sì, è questa l’invocazione ultima che ci rimane davanti a questo scempio che viola ogni legge imposta dalla ragione, dalla civiltà, dall’essere cristiani, dall’essere figli dell’illuminismo.

Non si contano gli innumerevoli tentativi di spiegazione di questo conflitto che vanno dall’approccio strategico (difendere l’Ucraina significa difendere tutta l’Europa dalle manie di espansione russe) all’approccio storico geografico (il conflitto in Ucraina era prevedibile e rientra nelle scosse di assestamento dopo il terremoto del crollo dell’Unione Sovietica) a prese di posizione esorcistiche contro il nuovo satana di nome Putin e a quelle del “chi ce lo fa fare”, in fondo sono tutti ex sovietici che si scannino tra di loro.

Nel frattempo si spara. Nel frattempo si uccide. Nel frattempo donne vecchi e bambini scappano in preda al terrore. Solo lacrime e sangue.

Tragica ironia del destino: le stesse lacrime, lo stesso sangue lo stiamo vedendo tutti giorni in televisione dopo il terremoto in Turchia e Siria. Decine di migliaia di persone sepolte vive sotto le macerie con una fine atroce, orribile.

Ecco. Così si muore per mano del destino, per una disgrazia, quando meno te lo aspetti.

Morire, però, dopo uno studio fatto a tavolino, con calcoli di morti ammazzati messi in conto a priori, morire per principi che non significano nulla del tipo “Difesa della Patria”, da un lato o “Difesa degli interessi nazionali e delle nostre minoranze” dall’altra, sono tutte scene di un film che abbiamo già visto mille volte nel cuore dell’Europa, dalla Guerra dei trent’anni al conflitto Franco-prussiano alla guerra del 15-18 all’ultima guerra mondiale.

”Patria e onore”, ma quale Patria, quale onore? Una pallottola che ti sfonda il cranio cancella, una volta per tutte, tutte le Patrie e tutti gli onori inventati dai potenti di questa terra. E facciamo attenzione noi tutti, noi tutti che ammettiamo pubblicamente di essere “Cristiani”. Cristiani, seguaci cioè della parola di Gesù Cristo, quell’essere che ha spaccato in due la storia dell’Umanità in “Prima di Cristo e dopo Cristo”. Quello che ha lasciato un segno epocale: L’amore universale tra gli esseri umani è l’unica via di salvezza. La vita umana è sacra. Ama il prossimo tuo come te stesso e tutto è risolto. Tradotto in termini di guerra in Ucraina significa: vorresti che tuo figlio muoia spaccato in due da una bomba? E allora non mandare bombe a nessuno!

Cerchiamo, appunto, di vederla da un’altra angolatura. Quando un ragazzo russo di vent’anni (che non sa nemmeno dove e perché lo hanno mandato a combattere) salta in aria sotto un bombardamento di carri armati che noi, sì noi, abbiamo mandato in Ucraina, non possiamo gioire, non possiamo gridare urrà, non possiamo gridare che giustizia è fatta. L’omicidio, infatti, non è mai giusto secondo la Giustizia di stampo cristiano. Resta e rimane, di fatto, incompatibile con tutto quello che abbiamo imparato al catechismo e con tutto quello che di domenica a messa stiamo ad ascoltare, il restare a guardare in silenzio come i nostri governanti (e con i nostri soldi) armano una guerra che alla fine, e come sempre, non avrà vincitori. Nella guerra ci saranno anche i buoni e i cattivi ma, obbligatoriamente, le cattiverie le fanno tutti. Questa è la guerra: cattiveria collettiva. Sangue chiama sangue e per questo nessuno di noi si illuda di uscirne con le mani pulite. Noi, le nostre mani ce le siamo già sporcate e quando si metteranno a tavolino perché esausti (e la storia lo insegna che tutte le guerre finiscono) e le province ucraine separatiste riceveranno l’autonomia, e l’Ucraina entrerà nell’Unione Europea, e Putin dichiarerà di aver salvato i fratelli martiri in Ucraina e bla, bla, bla…, tutti si chiederanno: era proprio necessario scannarsi?

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