Andrea Zeta con Danzami nei sogni apre la tournée Germania. Tamm è la prima città tedesca che accoglie il cantante italosiculo

Si incontrano sempre più spesso giovani artisti etnei che cantano in napoletano, emergendo dignitosamente da questo mondo difficile ma altrettanto magico della musica e della canzone. Il Corriere d’Italia ha incontrato lo straordinario e umilissimo artista italo siculo, Andrea Zeta, il cantante catanese che, con “Danzami nei sogni Germania tournée” ha aperto il suo spettacolo in territorio tedesco partendo da Tamm. Affianco a lui la straordinaria partecipazione di due bellissime donne, la prima Teresa Langella cantante partenopea che sta scalando con successo le scene nel mondo della musica, della bellezza e del cinema. Tanto per dare un assaggio “Io senza di te” un singolo e “Bravi a farci male” l’inedito in coppia con il cantante Mic, impreziosiscono lo scorso anno la sua carriera musicale. Sul set è protagonista inoltre in RAI con diverse scene in un cameo nella fiction “Sotto copertura”. Non da meno è la seconda affascinante donna Marika Cecere, tipica bellezza mediterranea. Canta in diverse lingue ed è seguita da una produzione italiana Tunnel per Made in Sud, Rai. In Germania, entrambe, ringraziano ai nostri microfoni la calorosa accoglienza dedicata da parte dell’organizzazione e dal pubblico. Una serie di concerti fortemente voluto da Marco Pagano, il giovane promoter protagonista indiscusso in questi ultimi anni nel panorama organizzativo musicale e che si sta facendo spazio in Germania presentando numerosi artisti, con il sostegno del suo inseparabile staff Michele Floridia, il fratello Antonio Pagano, Angelo Marsiglia, Davide Deiana, Dj Skizzo Raffaele. Ma partiamo subito dall’intervista fatta a ruota libera,

Andrea Zeta, da buon siciliano, come sei arrivato ad affacciarti alla musica partenopea e a scrivere brani affermati?

Mi sono posto spesso la domanda di come, io catanese, possa essere arrivato a scrivere napoletano. Confesso che il percorso artistico da “Andrea Zeta” è nato a Napoli perché mi affascinava la musica partenopea. Il mio ottimo maestro è stato per l’appunto Checco D’Alessio, di cui gli sono infinitamente grato. Grazie a lui e al fatto che ho avuto la percezione di seguire attentamente questi noti maestri, quando lavoravano in studio, la fascia di conoscenza tra artisti e autori altrettanto importanti si è allargata a macchia d’olio. Ritornato nella mia città, a Catania, inizialmente mi trovai dubbioso nel scrivermi delle canzoni, ma avendo appreso molto da questi grandi e notato che la gente iniziava a vedermi con un occhio di riguardo, sfruttai il tutto e lo misi in pratica. Iniziai così a scrivere brani importanti e grazie anche al maestro Diego Finocchiaro che cura gli arrangiamenti, le canzoni hanno riscosso inaspettatamente più di quattro milioni di visualizzazioni. Numeri non indifferenti che mi hanno gratificato e permesso di riempire teatri, a incominciare dalla mia città Catania fino a girare l’Italia come Calabria, Milano, Torino etc., e di toccare la soglia di duemila persone in numerosi palasport, stadi come quello di Brindisi e tanti altri. A breve sarò anche Roma.

Sapresti descrivere chi è Andrea Zeta, il rapporto che ha con i suoi fans e i suoi amici, com’è arrivato a tanto e a gestire la sua popolarità?

Andrea Zeta è un artista oggi affermato grazie ai suoi fans. È un ragazzo così per come lo vedi. Artista su un palco ma quando scende resta una persona come tutti gli altri. Non mi so spiegare il successo, lo ritengo più un fenomeno che esploso dal nulla poiché, pur non avendo mai fatto radio o pubblicità, sono arrivato al cuore di tutti. Non posso dire che è stata la fortuna, perché non mi ha aiutato nessuno a diventare quello che sono, eccetto persone di fiducia come Marco Pagano e altrettanti organizzatori in Italia che hanno creduto alle mie capacità artistiche e ai fans che fedelmente mi seguono. Diversamente dal grande amore che ho verso il mio pubblico e che ogni giorno straordinariamente cresce a dismisura, nella mia vita privata ho invece amici contati sulle dita delle mie mani e uno di questi è riservato a Marco Pagano. Grazie anche a Marco Pagano ho scritto molte canzoni, come l’ultima che è uscita da poco “Io non potessi vivere”.

Il tuo messaggio è chiaro, ti sei auto costruito ma quanto c’è di tuo e vero nelle canzoni, quali sogni hai nel cassetto e chi ringrazi oltre a tutto?

Le canzoni hanno molto di vita vissuta e molte suggerite da Marco Pagano, tra le straordinarie notti insonni. Non ho sogni nel cassetto in particolare, magari quello ad esempio di arrivare al Festival di Sanremo, ma è difficile, pertanto non ci penso. Mi prendo la vita come viene e me la vivo per ora così. Ringrazio Marco Pagano per avermi fatto conoscere in Germania un meraviglioso connazionale che vive qui per lavoro e non per scelta di vita e perché, sempre attraverso lui e il suo spirito d’iniziativa, molti altri giovani esordienti come me stanno avendo la mia stessa opportunità con grande successo.

Marco Pagano, cosa ti ha spinto a presentare un tour di Andrea Zeta?

Premetto che i concerti che abbiamo organizzato in Germania vedeva sempre la presenza di Andrea Zeta in compagnia di altrettanti artisti come Gianni Celeste, Rosario Miraggio, Checco D’Alessio, Teresa Langella e tutti sono stati fantastici ma senza togliere merito a nessuno, coltivavo da qualche tempo ormai il desiderio particolare di presentarlo al nostro pubblico in Germania con un tour tutto suo. Sono soddisfatto di questa mia ennesima decisione che ha portato la piena riuscita del tour ma soprattutto grato ad Andrea Zeta per non essere venuto a meno alla mia proposta e alle attese dei suoi fans.

Come hai conosciuto Andrea Zeta ma soprattutto cosa ti ha legato alla sua musica tanto da dedicargli questo tour in Germania?

Ci siamo conosciuti a Napoli trattando dei concerti con Rosario Miraggio e Checco D’Alessio. Andrea Zeta era lì per preparare il brano Lacrime di Stelle ed è partito quasi istintivamente un feeling artistico tra noi due. Il suo modo gentile e umile mi ha conquistato e ha fatto sì, di ritenerlo in breve tempo più di un amico uno di famiglia, un fratello. A oggi non è cambiato questo rapporto, anzi si è solidato. Quello che ci distingue dagli altri è che, mentre con gli altri ci sono solo rapporti di lavoro, con lui ci si sente notte e giorno, non si va quasi mai a letto. Non a caso il mio slogan tatuato anche nel mio braccio “Crazy but real“ (pazzi ma reali) si riferisce proprio al nostro modo di essere e di fare senza mai montarci la testa. Ci scambiamo risate, pensieri più disparati e costruiamo canzoni che alla fine pubblica e mi dedica, annunciando al pubblico che le ha costruite assieme a me. Questo mi onora, anche se devo ammettere che è lui il perno che riesce a trasmettere e a entrare nel cuore della gente con questi testi. Questa prima tappa inoltre è per me una data importante, ci tenevo perché proprio una di queste nostre canzoni festeggia oggi live il suo primo compleanno

Non voglio sembrare retorico ma permettetemi di ringraziare di vero cuore tutti gli artisti che non si tirano mai indietro a ogni mia chiamata, la vostra presenza nei nostri spettacoli con il Corriere d’Italia e l’attenzione che mi dedicate ogni volta non solo stampa ma attraverso anche ai servizi televisivi di TelevideoItalia.de che in collaborazione con gli studi di SDA FotoVideoProduction trasmettono questi spettacoli, ma soprattutto ringrazio il caloroso pubblico che ci segue numeroso e fedele a ogni concerto che gli presentiamo, i miei sponsor che mi permettono di realizzare tutto questo con successo perché: io non sono niente senza di loro!

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