Sempre nell’ambito degli eventi per il 65° di Fondazione della Missione Cattolica di Amburgo, domenica 23 aprile nel pomeriggio, alla presenza di un folto gruppo di persone, era presente Francesca Bellino

Scrittrice, giornalista e reporter di viaggio, ha collaborato e collabora con diverse testate, tra cui “Il Mattino” e “Reset”, oltre ad aver la cura di un blog su “Huffington Post”. È autrice de: “Il prefisso di Dio”, “Storie e labirinti di Once”, Buenos Aires (Infinito, 2008), “Uno sguardo più in là” (Aram, 2010), “Sale” (Lite Editions, 2013), due saggi sul mito di Lucio Battisti e racconti pubblicati in antologie.

Nel 2009 ha ricevuto la Targa Olaf al “Premio Cronista – Piero Passetti” e nel 2013 il Premio Talea. Francesca Bellino ha quindi presentato la sua ultima fatica: “Sul corno del rinoceronte”.

Ha moderato la Dott.ssa Teresa Mattogno, insegnante di lingua italiana presso le “Volkshochschule” di Amburgo che, dopo l’introduzione di don Pierluigi Vignola Presidente dell’Associazione “Prima Persona”, con magistrale e felice precisione ha esposto quanto scritto e descritto dalla Bellino. Raccontare sotto forma di romanzo, con la suspense e i tempi di un film, e attraverso l’amicizia di due donne, molto diverse tra loro che si incontrano per caso, la rivolta tunisina e la cacciata del dittatore Ben Alì, è quanto presentatoci da: “Sul Corno del Rinoceronte”.

Un romanzo, dedicato a tutte le donne che sono partite, con la storia ruota attorno all’intensa amicizia tra Mary, giovane antropologa italiana, e Meriem, tunisina, immigrata in Italia per amore e in fuga dal patrigno autoritario. Molto diverse tra loro ma accomunate dallo stesso coraggio, le due protagoniste cercano e trovano, ciascuna a suo modo, la propria identità e la propria affettività.

Dopo la morte di Meriem, Mary arriva a Tunisi per partecipare al suo funerale. È sconvolta e disorientata, ma sa che per raggiungere Kairouan, la città natale dell’amica, deve prendere un taxi. Così, sale sul primo che trova. Il tassista Hedi diventa per lei una sorta di Virgilio: con lui Mary attraversa un paese in equilibrio precario tra festa e rivoluzione, speranze e proteste, nel pieno degli sconvolgimenti politici successivi alla liberazione dalla dittatura. Durante il viaggio, si alternano al presente i ricordi di Mary, momenti della vita a Roma con Meriem e della vacanza a Kairouan dove si è innamorata di Faruk, affascinante calligrafo… Rivelandosi gradualmente a se stessa, Mary prenderà coscienza dei propri limiti e attuerà la propria rivoluzione. “Fuori dal Taxi echeggiano ancora i rumori della rivolta. L’aria è densa a causa del fumo dei gas lacrimogeni e della spazzatura bruciata. Ai canti striduli delle donne seguono slogan intonati da uomini e voci rese metalliche dai megafoni. Tra i palazzi bianchi e i falò di immondizia i giovani si stancano di chiedere giustizia, né di festeggiare l’inizio della nuova era. Nei loro occhi arde un fuoco, quel fuoco sacro di chi è pronto a rischiare la pelle per ottenere ciò che gli spetta, ma a chi stanno parlando quei giovani? sono pronti a vivere la libertà?”. “Rannicchiata con il cuore che rimbomba in ogni angolo del corpo, penso a quando ero bambina e i miei genitori mi lasciavano sola a casa(…) Mi spogliavo e, nuda cantavo e saltellavo in tutte le stanze. Mi sentivo una farfalla, bella e leggera. Mi dico che forse i tunisini stanno vivendo la stessa emozione, anche se la loro casa non è ancora libera…”. Con questo road novel dal finale a sorpresa, l’autrice racconta l’amicizia fra due donne che cercano e trovano, ognuna a suo modo, l’identità e l’affettività, facendo emergere aspetti insoliti e curiosi di due culture diverse. Quelle culture che accomunano tutti noi che viviamo in missione o come emigrati dalla nostra Patria. Pertanto, subito dopo si è aperto un bel dibattito tra i presenti e la scrittrice, con domande che hanno permesso di apprezzare sempre di più il libro, ancor prima di comperarlo con dedica della stessa Bellino e, quindi, con riflessioni conclusive da parte del Presidente di “Prima Persona”.

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