Nella foto: La redazione di Radio Cosmo Italiano. Foto di ©WDR

La storica trasmissione Radio Colonia cambia nome e formato e diventa Cosmo Italiano

Dal 3 gennaio 2022 la storica trasmissione Radio Colonia, nata nel 1961 e prodotta dell’ente pubblico radiotelevisivo Westdeutscher Rundfunk (Wdr), è diventata un podcast: Cosmo Italiano. Un cambio nome e di formato per una nuova generazione di programmi in lingua che sfrutta le possibilità del digitale. Ne parliamo con Tommaso Pedicini, caporedattore di Radio Colonia e ora di Cosmo Italiano.

Compiuti i sessant’anni Radio Colonia è andata in pensione per lasciar spazio a una nuova generazione di programmi radiofonici. Come è stato motivato questo cambio? E quali sono i punti forti di questo formato?

Al di là dei sessant’anni era già da un paio di anni che si provava a vedere a livello dell’emittente Cosmo (canale di Wdr, Radio Bremen e Rbb) e di Wdr di dare una vita digitale alle nostre trasmissioni. In parte lo avevamo già fatto con le homepage, poi con i profili sui social media, in particolare su Facebook, questo è stato il primo passo. C’era però l’idea di come far vivere Radio Colonia e le altre trasmissioni in lingua nel mondo digitale e ci siamo resi conto che un podcast quotidiano che prendesse il posto della trasmissione sarebbe stata la risposta migliore per rimanere nel formato narrativo simile a quello della radio, quindi con i tempi e il modo di narrare della radio spostati però nel mondo digitale. È stato più un passaggio che non una frattura con il mondo di prima: infatti c’è un podcast ogni giorno dal lunedì al venerdì che va in onda in radio alle 21:00 e qui con un po’ di aggiunta di musica italiana che nel podcast non c’è. Con Cosmo Italiano ci allontaniamo dall’attualità, in realtà non abbiamo mai fatto breaking news, però andiamo di più verso un formato monotematico, di approfondimento che ogni giorno cerca di spiegare un fatto di politica, di società, di cultura tedesca agli italiani in Germania con dei paragoni con l’Italia. È uno stile che abbiamo sempre usato e ora lo facciamo approfondendo un tema unico ogni giorno, perché ci siamo resi conto che questo è un lavoro che non fa nessun media in lingua italiana in Germania mentre per quanto riguarda le notizie dall’Italia o dalla Germania su diversi canali c’è addirittura un’inflazione di questo tipo di informazione. Abbiamo pensato che questa nicchia informativa è quella che più può servire agli italiani che sono arrivati da poco e in tanti negli ultimi anni, lo fa in italiano e lo fa a un livello di servizio pubblico radiotelevisivo con ricerche fondate, concentrandosi su temi che sono validi e si possono ascoltare anche dopo due o tre settimane perché non hanno perso la loro attualità, penso a temi come Hartz IV o il salario minimo (Mindestlohn).

Si tratta, dicevi, di un passaggio non di una frattura: un formato di approfondimento di temi che, grazie alla diffusione sui canali digitali, come Spotify e Apple Podcast, restano disponibili a lungo e sono più facilmente usufruibili in ogni angolo della Germania e anche oltre confine.

In realtà già il fatto di avere avuto un podcast della trasmissione, il “Mitschnitt on demand” e l’account facebook, faceva sì che molti temi fossero già ascoltati e scaricati da italiani che stanno in tutte le parti della Germania, e quindi non solo in Nordreno Vestfalia e a Berlino dove trasmettiamo e trasmettevamo in onda FM, ma anche da italiani che stanno in altri paesi europei o addirittura da italiani che stanno in Italia e che si vogliono informare sulla Germania, e questo lo sarà sicuramente ancora di più in futuro. Come dicevi, la presenza su piattaforme terze come Spotify, Apple Podcast e via dicendo, in realtà ci permette di uscire un po’ dal circuito della radio pubblica tedesca e dei nostri siti e di offrirci a tutto il mercato dell’informazione. Da questo ci aspettiamo un successo maggiore e nuovo pubblico.

Tommaso Pedicini, caporedattore. Foto di ©WDR

Moltiplicare i canali di diffusione del podcast Cosmo Italiano per raggiungere una maggior utenza. Come scegliete i temi del podcast?

Con il podcast abbiamo una programmazione di circa una settimana di anticipo dove vediamo i temi che sono interessanti mettendoci dalla parte dell’italiana, dell’italiano che è arrivato da qualche mese o da qualche anno in Germania e vuole capire di più su un tema attuale e importante. Abbiamo cominciato il 3 gennaio con l’uscita dal carbone della Germania. Ce la farà il governo a mantenere questa promessa, di farlo entro il 2030? Su questo abbiamo approfondito i fatti e sentito diversi pareri. Quello che manca nell’immigrazione è soprattutto l’approfondimento e da qui è nata la scelta di questo nuovo formato.

Siamo dentro in un’ondata di immigrazione in Germania cominciata almeno una decina di anni fa. Il Rapporto italiani nel mondo 2021 dice che negli ultimi 16 anni sono arrivati in Germania 800.000 italiani. È a loro che prestate particolarmente attenzione?

Anche qui c’è continuità non frattura. Abbiamo visto il successo che hanno avuto i video su Facebook con Luciana Mella sul sistema sanitario, scolastico, gli aiuti sociali, ma semplicemente anche sull’iscrizione all’Aire e perché ha senso farla. Ci siamo resi contro che tutti questi aspetti, che sono la quotidianità di coloro che sono arrivati da poco, venivano spiegati su qualche pubblicazione locale ma non avevano un bacino di diffusione ampia e capillare. Ci siamo resi conto che c’era sete di questi video. Questo spirito di informazione per questo pubblico è quello che cerchiamo di portare nel podcast e renderlo informazione quotidana.

Parlavi di musica, da sempre un pilastro di Radio Colonia, che non c’è nel podcast. Proponete un’offerta musicale alternativa?

Il podcast che viene caricato online alle 18:00 non ha musica, ma ha un sound design con bumper, jingle, mentre la ripetizione in radio delle 21:00 ha musica solo in coda. Dove invece continua l’offerta musicale è il channel musicale “Cosmo Italia” anche su Spotify ed è lì che offriamo, rinfrescandolo ogni due settimane, il meglio della musica italiana e questo è un prodotto digitale di Cosmo che ha quasi un anno.

Quindi c’è il podcast coi temi di approfondimento che si chiama Cosmo Italiano, il canale musicale Cosmo Italia, che ne è dello storico nome Radio Colonia?

Radio Colonia c’è come nome storico però anche lì c’è stata una scelta a livello di direzione di uniformarsi e, come coordinatore dei programmi in lingua da Colonia, è una scelta che ho approvato, ossia presentare una flotta di trasmissioni in lingua che abbiamo tutte Cosmo nel nome e poi la declinazione della lingua o del paese, nelle nove lingue che offriamo proprio per una maggiore rintracciabilità dell’offerta in tutti i canali di ricerca. Poi per chi sta a Berlino o a Francoforte c’è sempre una sorta di difficoltà mentale perché con Radio Colonia si pensa sempre a qualcosa di locale, invece noi vogliamo rivolgerci a tutte le italiane e gli italiani che sono in Germania senza una delimitazione geografica locale che possa essere Berlino o Colonia. Chiaramente Radio Colonia rimane nella storia, non escludiamo che in futuro potremo chiamare così qualche rubrica, qualche offerta o formato, il copyright non lo cediamo, ce lo teniamo ben stretto e non solo per la bacheca ma forse lo utilizzeremo per qualche prodotto in futuro.

Nel palinsesto del formato podcast Cosmo Italiano sono sparite le rubriche e adesso accennavi a un possibile aumento dell’offerta di contenuti. Che cosa bolle in pentola?

C’è una idea che stiamo valutando, di offrire un secondo podcast magari in un giorno della settimana, ci lavoremo nei prossimi mesi. Un podcast aggiuntivo, concepito in modo diverso, un formato magari dedicato a un ospite, o con delle rubriche fisse. Sicuramente non rimarremo con solo questo podcast ma nel giro di sei mesi forse otto ne lanceremo un secondo. Inoltre sul profilo Facebook vorremmo continuare la serie di video e dare spazio ad altri temi che hanno perso una loro collocazione nel podcast per la fine delle rubriche.

Mi ricordo sette otto anni fa la discussione in WDR se le homepage dovevano essere solo la vetrina dei prodotti o se essere un’offerta aggiuntiva in più. La scelta del programma radiofonico in formato podcast, a cui si aggiunge Facebook, il sito web, il channel di musica va in questa seconda direzione?

L’idea è quella della diversificazione massima dell’offerta del prodotto e anche il fatto di aver compreso da tempo che non è affatto vantaggioso usare Facebook semplicemente come cassa di risonanza per i temi che facciamo in radio o nel podcast, ma abbiamo in mente di usare Facebook come canale di attualità per non bucare completamente certe notizie. Andiamo sempre più in una direzione dove le cose che vanno sul podcast, sul sito, sul channel e sul profilo Facebook non sono esattamente le stesse ma sono diversificate. Abbiamo il grosso vantaggio di non avere una grande concorrenza di prodotti in lingua italiana in Germania, come invece hanno i turchi. Ci siete voi del CdI però siete fondamentalmente un giornale, poi ci sono dei formati digitali, cartacei che sono molto locali. Da questa posizione vantaggiosa ci possiamo permettere di sperimentare di più.

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