I dadi sono tratti! Confermati i fondi per il contributo alle imprese editrici di quotidiani e periodici italiani all’estero. In tutto sono due milioni di euro che verranno versati ai richiedenti aventi diritto dai cinque continenti che producono quotidiani e periodici.

È il caso di esultare? Ebbene sì. Per capire l’entità del dramma che ha vissuto l’editoria estera, sapere quanti hanno combattuto per i fondi e quanto è durato il dramma, merita ritornare sull’intervista fatta a Giangi Cretti, Presidente della Commissione tematica del CGIE sull’editoria e Presidente della FUSIE (Federazione Unitaria della Stampa Italiana Estero) che il nostro giornale ha pubblicato febbraio scorso: https://www.corriereditalia.de/attualit-a/stampa-italiana-allestero-intervista-a-giangi-cretti/

Cretti: “A tal proposito i disagi – anche se più appropriato sarebbe definirli danni – di cui stiamo parlando sono acuiti dal fatto che la legge (n.d.r.: voluta a suo tempo dall’allora Sottosegretario Lotti del PD) ha soppresso la Commissione che affiancava il Dipartimento dell’editoria nella valutazione preventiva dei requisiti che consentono di accedere ai contributi. Venendo meno la Commissione, è venuto meno il necessario contributo di conoscenza della realtà in cui operano i media all’estero, e la capacità di contestualizzarne l’operato. Oggi la verifica, come purtroppo è normale che sia, è fatta esclusivamente sulla base di documentazione predisposta e formulata in contesti che sono peculiari delle varie nazioni estere, ma valutate secondo disposizioni, consuetudini e parametri che sono nazionali.”

Conseguentemente: “…testate che in passato hanno potuto beneficiare dei contributi e hanno pubblicato nel 2018 e nel 2019, cioè per due anni e in assenza di comunicazioni, facendo affidamento sul contributo, che oggi si vedono recapitare una notifica di esclusione: in che situazioni pensa che si vengano a trovare? E quegli editori che, sempre per due anni, hanno ottenuto crediti bancari convinti di poter contare seppure con ritardo, sui contributi, con quali prospettive si trovano confrontati oggi?”

Chi opera nell’editoria all’estero, che tutela e diffonde la lingua e la cultura italiana nonché promuove il sistema Italia all’estero è rimasto con il cerino in mano e/o nel peggiore dei casi sommerso da debiti.

Durante il dibattito svolto il 21 ottobre u. s. in videoconferenza su Editoria e Informazione all’Estero, cui hanno assistito anche i consiglieri Sepe, Iannelli e la dirigente Palamara, tutti del Dipartimento all’editoria della Presidenza del Consiglio, il sottosegretario all’editoria Andrea Martella rispondendo proprio a Giangi Cretti ha confermato sia i fondi per l’editoria italiana all’estero che il suo assenso al ripristino della Commissione che affiancava il Dipartimento all’editoria nelle istruttorie delle pratiche per la richiesta di contributi delle testate italiane all’estero.

L’articolo 21 della costituzione italiana afferma che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” Per fare ciò l’editoria va sostenuta con fondi pubblici per continuare il suo operato – idealmente – super partes.

Con il loro operato gli editori fanno arrivare la voce dell’Italia odierna all’estero ma – è opportuno sottolinearlo – danno voce a più di 5 milioni di Italiani, i quali sono iscritti regolarmente all’ Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), per cui noti allo Stato Italiano e fanno arrivare notizie importanti e fondate in tempi brevi agli italiani in Italia.

Con le tecnologie moderne “il mondo” si è fatto piccolo. Proprio in questo periodo una miriade di strumenti moderni – siano essi il blog, la pagina FB, il messaggino whatsapp o SMS, il video youtube o altro diffonde notizie spesso inesatte o semplicemente false.

I contributi alla stampa invece permettono a professionisti di operare con serietà e professionalità nel campo della stampa e a tutela della professione.

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here