Sono Marisa Roccasalva, insegnante dal 1993 in corsi di lingua e cultura italiana nella zona di Pforzheim/Baden-Württemberg.

In questo periodo di pandemia, come tutti i miei colleghi, mi sento impotente.

Devo cambiare spesso modalità di insegnamento a seconda delle restrizioni del Kultusministerium di Stoccarda. Nel mio circondario vi sono scuole che mi consentono di accedere per tenere i corsi di italiano e altre che preferiscono che si faccia lezione a distanza.

Nonostante le oggettive difficoltà, attualmente ho 124 alunni ripartiti in 12 corsi.

La voglia dei ragazzi di frequentare quindi c’è e l’interesse delle famiglie è alto.

Grazie alla determinazione di tutto lo IAL CISL, che da anni gestisce insieme al Consolato di Stoccarda i corsi di Lingua e cultura italiana, e degli insegnanti tutti, durante questa emergenza si riesce ad aiutare i nostri allievi a continuare l’apprendimento dell’italiano anche al di fuori delle aule.

Ovviamente anch’io devo tener conto di normative e regolamenti, di distanziamento e di numerose procedure di igienizzazione. Le problematiche che noi insegnanti ci troviamo davanti sono veramente tante, che cambiano di giorno in giorno. A Mühlacker per esempio le scuole, quasi univocamente hanno revocato la disponibilità ad ospitare i nostri corsi di lingua e cultura italiana.

Per cui con altre colleghe stiamo trovando soluzioni alternative ( circoli culturali, centri giovanili, sale parrocchiali,…). A Nöttingen invece, dopo una un’iniziale disponibilità, la scuola in cui io opero, su indicazione del comune , ha sospeso i corsi di italiano in presenza fino al prossimo gennaio. A Pforzheim c’è un’altra realtà: con l’avvio dell’anno scolastico il comune ha inviato una comunicazione per sospendere i nostri corsi; ma nonostante queste disposizioni, alcune scuole hanno concesso l’uso delle loro aule, per poi revocarlo settimane dopo. Altre scuole hanno invece garantito accoglienza e disponibilità sia per le AG e sia per i corsi di madrelingua. È di questi ultimi giorni una circolare del Kultusministerium che sollecita le istituzioni scolastiche a consentire l’accesso a tutte le attività extrascolastiche. Ogni scuola ha però una larga autonomia decisionale.

Mi è capitato inoltre d’incontrare i presidi che ci hanno raccomandato di evitare raggruppamenti di classi diverse e di escludere allievi di altre scuole. Altri presidi mi hanno imposto orari diversi e modalità di accesso impraticabili, per me, che spesso mi trovo ad avere disponibili gli alunni al di fuori della Ganztagschule. Il tutto con una instabilità e provvisorietà giornaliere!

Ecco, dunque, che mi sono attivata a lavorare anche a distanza, con mille difficoltà.

Non tutti hanno una buona connessione internet, il computer, la stampante e le cartucce; senza contare che spesso i genitori hanno solo un pc e devono lavorare online da casa, i più fortunati. E non tutti hanno competenze sufficienti o il supporto di genitori per continuare un’attività scolastica facoltativa. Ed ancora ci sono paure, restrizioni sociali, problemi economici sempre piú pressanti, soprattutto ora che un nuovo lockdown sembra inevitabile.

È stata attivata sia la piattaforma Ial-Learning, dall’istituto IAL CISL, un valido strumento che cerca di razionalizzare e professionalizzare la didattica a distanza, sia un’ attività di formazione per noi insegnanti. Ma comunque non si riesce a includere tutti i nostri allievi.

Dunque, nella libertà di insegnamento usiamo anche altri mezzi (telefono, messaggistica mobile di uso comune, e-mail, posta), pur di arrivare ad una didattica inclusiva e personalizzata, che garantisca con ogni mezzo una presenza virtuale, sia con i genitori che con gli allievi.

Penso che sia importante semplificare la didattica e sostenere i ragazzi, in uno dei momenti più difficili della storia contemporanea. C’è bisogno di sostegno educativo più che di istruzione. Ed è anche chiaro che la didattica dell’emergenza non può sostituirsi alla scuola! Spero che possano presto tornare i momenti spensierati, magari senza mascherine e senza misure di distanziamento, e poter abbracciare di nuovo i miei cari bambini e ragazzi.

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