Nella foto: Logo Comites. Foto di ©MAECI

Le prossime elezioni Comites si svolgeranno per posta

Dei Comites si può dire e si è detto di tutto: che sono inefficienti, poco conosciuti, non riconosciuti, malvoluti dalle autorità ministeriali, limitati, inutili, ecc ecc. Però di fatto essi sono „quello che passa il convento“ cioè l’unica possibilità di rappresentanza ufficiale per gli italiani emigrati all’estero. Ufficialmente, i Comites (Comitati degli Italiani all’Estero) sono organi di rappresentanza della collettività italiana nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari che operano per l’integrazione della comunità italiana residente nel paese straniero in cui si trovano. Secondo un filmetto propagandistico rinvenibile in rete, i Comites forniscono sostegno alla Comunità Italiana all’estero e ne rappresentano la voce. Ma i suoi stessi membri e molte parti politiche ne criticano la legge istituzionale come insufficiente, e ne chiedono una riforma da innumerevoli anni.

In realtà i Comites si possono considerare uno die tanti casi di divergenza fra l’intenzione legislativa e la sua applicazione concreta, fra il mondo delle idee platoniche e quello della realtà pratica tanto diffusa in Italia, che alcuni la chiamano „maledizione del liceo classico“. Come ogni organismo democratico, il Comites deve venire rinnovato a scadenza per mezzo di libere elezioni. Rimandate più volte in passato, sembra che si sia stabilita una data definitiva: il 3 dicembre 2021. Lo ha reso noto la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina. Ufficialmente, per mezzo di decreto di ciascun ufficio consolare, la data dell’indizione verrà formalizzata il 3 settembre prossimo. A questo punto partirà pure la raccolta di firme per le varie liste che si vogliono presentare. Queste date sono state scelte accortamente per lasciare ampio margine di tempo alla campagna informativa nei confronti dei nostri connazionali, carenti come sempre di informazioni riguardo il ruolo e le funzioni del Comites, e di dare agio alla raccolta delle firme per la formazione delle liste, dato che in precedenza si sono verificati casi di liste che non avevano raggiunto il quorum. E questo sarebbe molto probabilmente l’esito anche questa volta, qualora la raccolta di firme si svolgesse durante le ferie estive. Si è deciso di tenere le votazioni esclusivamente per posta, onde risparmiare un grande sforzo organizzativo per i seggi. Il problema è che le lettere contenenti le schede elettorali verranno inviate solo a chi ne faccia richiesta entro il termine che scade esattamente un mese prima della data fissata per le elezioni, e cioè entro il 3 novembre 2021. Questo costituisce una differenza problematica con la prassi delle elezioni politiche, in cui le lettere vengono inviate per raccomandata ad ogni cittadino elettore presente nei registri consolari. Evidentemente si vuole prevenire un enorme spreco di posta, dato che si sa, per esperienze precedenti, gli elettori che poi rispondono alla chiamata alle urne sono solo una piccola percentuale.

Eppure i Comites non si sono rivelati così inutili come lamentano in molti: dopotutto è in gran parte merito loro se, a furia di protestare con la Farnesina, battere e ribattere, alla fine si sono riaperte alcune sedi consolari chiuse in precedenza, fra cui quella di Saarbrücken. Il loro problema principale è semmai un altro: il disinteresse e il disamore crescente nella popolazione degli emigrati; specialmente le generazioni più giovani non sanno nulla e non s’interessano minimamente a queste istituzioni italiane. Perciò sarebbe bello se nelle nuove liste che verranno presentate si trovassero tanti nominativi di giovani interessati.

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