Avere un ospite non accetto come il Covid-19, vivere con il pensiero di morire o non rivedere più i propri cari, è davvero atroce. Tante sono le storie e gli appelli, lo scetticismo sui vaccini e il ritorno alla normalità, l’ansia e la disperazione di chi non ce la fa. Dal lockdown anche i nostri connazionali, piccole e medie attività, imprenditori, operatori di spettacolo si sono fermati per gravi difficoltà economiche. La speranza di vedere la luce in fondo al tunnel, sembra lontana. Diamo parola alla collettività, all’istituzione consolare e pastorale del Baden-Württemberg e dall’Italia

“In una vita sostanzialmente in corsa, è una battuta di arresto dolorosa, uno tsunami. La mia attività esecutiva è ferma e mi sono adeguata a quella che è la didattica a distanza. Il nostro mondo viaggia sulla comunicazione e visto che è rimasta affidata totalmente al virtuale, mi auguro che si basi almeno sulla veridicità”, ci dice Rossella Spinosa compositrice e docente al Conservatorio di Como ma spesso in Germania per eventi concertistici. “Il pensiero va a tutti i bambini, il trovare i propri giochi chiusi, l’impossibilità di abbracciare amici nella dinamica più naturale e sociale; va alla collettività “mondo” perché nessuno è rimasto inerte, di fronte a questo; va ai settori in sofferenza e a noi artisti in qualche modo dimenticati. Siamo la parte della società così essenziale così superflua ma che condiziona il mondo e la maniera di sentirlo, vederlo e comprenderlo. È inimmaginabile vivere senza la presenza della cultura. Il nostro modo di relazionare ora, è orientato al distanziamento e alla lontananza. Forse ci sta insegnando a comprendere e valorizzare meglio la vicinanza. Ci sono state tante fallacità a oggi e mi auspicio, oltre alla carriera e alla ripresa di un circuito economico, il ritorno alla serenità, ai valori, al rispetto della collettività e al bene comune spesso dimenticato e che se riscoperto, diventa un valore aggiunto della nostra società. C’è tanta voglia di ripartire e diversi progetti futuri cui tengo molto sono legati al mondo del teatro”.

“La pandemia ha fermato il mondo e colpito purtroppo anche la nostra di famiglia”, ci dice Luis e Stefy. “Ci manca molto il calore del nostro pubblico. Siamo un duo musicale e il nostro lato artistico spazia dagli intrattenimenti agli eventi privati, alle balere e sacre paesane. Amiamo la musica, per noi è vita. Non abbiamo ricevuto aiuti dall’Istituzione tedesca, quindi, l’augurio è di ripartire presto con le nostre serate e i nostri progetti”.

“Sono in Germania da quarant’anni e la mia vita è in questa Boutique sartoria”, ci dice Lina Catalano. “Vivo la situazione con ansia e perplessità. Stiamo rispettando tutte le norme ma solo le farmacie e i generi di prima necessità sono aperti. Perché non possiamo esserlo anche noi? Stare chiusi non è solo sinonimo di perdere guadagni ma anche clienti e la loro fiducia, conquistata negli anni. Non riaprendo finisce il commercio, ed è una mancanza anche verso noi piccoli imprenditori”.

“Vivo solo di musica e ho subito notevoli danni” ci dice Marco Serra. “Essendo un professionista, gli aiuti mi sono stati riconosciuti dall’Istituzione tedesca ma ovvio che non è paragonabile a quanto perdo. Penso alle persone in decenza, agli anziani, agli ospedali ma anche a noi musicisti costretti a cancellare date, per la restrizione sociale. Il mio modo di rimanere in contatto ora è attraverso i social. Mi si sono aperte strade nel mondo televisivo e collaborazioni ma auspico al ritorno alla normalità, perché manca il contatto con il pubblico e con i live”.

“Da ventidue anni della musica ne ho fatto un lavoro professionale”, ci dice Antonella Di Ganci in arte Neliah The Voice. “Quello che è successo da un anno a questa parte, è un capitolo della nostra storia che ci lascerà un segno indelebile, sia per il numero elevato di vittime in continuo crescere, sia per il nuovo modo di approcciarci agli altri. Siamo diventati più scontrosi, freddi. Ci manca il contatto e il calore che la famiglia e le persone ci danno. Penso alle famiglie che sono in questo periodo da soli e a chi ha perso i propri cari, in questa dura battaglia col Covid. La speranza è di ritornare presto ad abbracciarci e sorridere, anche se a molti non verrà più così semplice fare”.

“È dall’ottantanove che nel nostro mondo d’impresari, televisivo e manageriale, ci si conosce più o meno tutti”, ci dice la SDA Sanremo Eventi casa leader nel mercato artistico in Europa. “Gli aiuti sono arrivati ma i danni sono irreversibili. La rete ora è diventata una fonte fondamentale di supporto, comunicazione e continuità agli affari, non nego però che rimango basito nel scoprire scorrettezze da parte di certuni che, fuori dalla loro competenza e da ogni logica, propongono tutto e tutti presentandosi senza un reale qualifica. Ferisce e butta nell’incertezza chi casca nell’illusione, infrangendo i loro sogni. Ben venga la creatività e la tecnologia ma, prima di dare affidabilità a chicchessia specie sui social, è bene controllare la veridicità di chi si propone dietro uno schermo perché magari, nella vita reale, fa tutt’altro mestiere. Le vittime che il Covid miete, non mi ha lasciato indifferente anzi, mi ha fatto riflettere quanto in realtà siamo fragili di fronte a questo nemico, ma fiducioso mi auguro che torni presto la normalità, affinché ognuno ritorni a ricoprire il reale ruolo senza inganni. Gli artisti che avete appena interpellato sono l’esempio positivo e più naturale di chi, con dignità, porta a casa il pane. Essi meritano rispetto e sostegno, perché non offendono l’arte della musica e i nostri lavori e valori trentennali basati su fatti, no parole”.

“Ci siamo trovati impreparati a difenderci da questo mostruoso nemico invisibile, ad arrenderci di fronte a tante situazioni e a sperare in Dio”, ci dice dalla Toscana il pluripremiato scrittore e poeta naif Luigi Moscato. “Leggendo i quotidiani e i notiziari apprendo, a loro avviso, che potevamo avere almeno diecimila morti in meno specie in Lombardia. Questo mi porta a pensare istintivamente che, forse, i nostri garantisti si trovassero da tutt’altra parte, anziché fare meglio il lavoro per cui sono tenuti a fare e a prevedere un piano cautelativo che, sempre secondo le fonti mediatiche, è rimasto al 2006. Mi preme il futuro incerto della ristorazione in generale, dell’economia che ci aspetta al varco, il vedere stringere sempre più la cinghia e l’essere strozzati dalle banche, lo strazio di chi inerme si è visto portare via il proprio defunto senza un degno saluto. L’auspicio è che questi vaccini, siano diffusi al più presto all’intera generazione umana e che siano davvero efficaci, affinché si possa preservare la vita preziosa di tutti, nessuno escluso. Il fatto di aiuti intona, per molti, più come una parola “magica”. Non per essere drastici, ma se di aiuti si può parlare, quei pochi che sono riusciti fino ad oggi ad averlo, non coprono nemmeno le spese minime del fa bisogno familiare. Sono convinto che chi di dovere si fosse impegnato a rispolverare il piano pandemico fermo al 2006, forse, non ci saremmo ritrovati oggi a combattere impotenti su questo fronte. Mi auguro che tutto questo rimanga presto solo un bruttissimo ricordo”.

“È una tragedia e tempesta inaspettata che ci ha colpito a livello fisico, mentale, relazionale e spirituale”, ci dice Padre Arcangelo Biondo della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim. “Siamo impotenti e smarriti. Grazie a Dio, alcuni obiettivi sono stati raggiunti come il vaccino. Siamo esortati quindi a non spegnere quella fiammella e riaccendere la speranza di un mondo migliore. Celebro la Santa Messa qui nella missione, nel rispetto delle norme, con solo sei fedeli alla volta su prenotazione e ho aggiunto una terza, la domenica alle 10:30 con la stessa regola. C’è l’adorazione eucaristica tutti i giovedì, l’apostolato della “telefonata” agli anziani, ammalati e ricordo di portare la spesa ai bisognosi. Il pensiero è alle famiglie che hanno avuto un lutto, come nel mio caso, agli anziani, ai malati terminali, ai depressi, ai dimenticati e a chi ha perso il lavoro, perché hanno bisogno di una voce umana. La fede cristiana porta a contributi come la solidarietà, la carità e il pregare, affinché questo flagello umanitario cessi. Purtroppo non abbiamo avuto nessun aiuto istituzionale ma è noto che nel primo lockdown in Italia c’è stata tanta promessa di contributi. Stanno arrivando, sappiamo che l’Italia marcia con lentezza. Mentre dal primo lockdown, la Germania subito si è attivata. Non vedo l’ora di risentire la vicinanza e gli abbracci”.

“È una catastrofe per tutti, specie per chi vive in strada, agli infermieri e ospedali che sprezzanti del pericolo lottano per farci stare bene”, ci dice Tony Fazio. “La pandemia ci ha tolto tutto quello che avevamo costruito. Il mio settore spazia dal fare musica e serate in prima persona, a produrre e dare spazio ai miei allievi. Ho percepito anch’io gli aiuti ma non copre tutto quello che perdo stando fermo. La pandemia mi ha reso più creativo sui social, facendo dei Broadcast e concerti virtuali per non allontanarci dai nostri fans. Dispiace vedere che non c’è ancora una soluzione ma sto lavorando su dei progetti da mettere in atto, non appena tutto questo finirà”.

Unanime arriva un grazie al Corriere d’Italia e all’emittente TeleVideoItalia.net dagli interpellati, compreso il Dott. Massimiliano Logi, Console Generale d’Italia a Stoccarda che ha espresso parole di sostegno, conforto e vicinanza alla collettività italiana.

Quello che hanno aggiunto naturalmente, lo potete ascoltare per intero nel reportage televisivo realizzato in collaborazione con la SDA FotoVideo Production al sito ufficiale di televideoitalia.net e corriereditalia.de

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