Nella foto: Il Dr. Tommaso Conte, coordinatore Intercomites Germania

Intervista al coordinatore dell’Intercomites Germania, Dr. Tommaso Conte, sui servizi consolari in generale e, in particolare, sulla gestione dei servizi nel periodo più acuto della crisi a causa della diffusione del Coronavirus

Sulla base delle segnalazioni giunte ai Comites in Germania da numerosissimi connazionali, è corretta l’informazione che, a cavallo tra il mese di marzo e maggio scorsi, i “battenti”, cioè le porte dei consolati siano rimaste chiuse al pubblico per evitare, giustamente, il diffondersi delle infezioni?

L’informazione sulla chiusura al pubblico dei consolati in Germania, in modo particolare dei 4 maggiori consolati (Colonia, Francoforte, Monaco e Stoccarda), in quel periodo è sostanzialmente vera. Non si contano le segnalazioni dei connazionali che si sono trovati davanti alle porte chiuse, nonostante avessero già concordato un appuntamento con mesi di anticipo. Il blocco dell’accesso al pubblico è stato ovviamente conforme alle disposizioni locali contro la diffusione della pandemia. L’assembramento di persone in luoghi chiusi era sicuramente da evitare e i consolati non potevano certo costituire un’eccezione. Non capisco perché si mette in dubbio la correttezza della notizia sulla chiusura al pubblico, diramata peraltro, dagli stessi uffici consolari e, come a Francoforte sul Meno, giustificata anche da vari casi d’infezione registrati tra gli impiegati in servizio e messi poi in quarantena. Credo che tutti o la quasi totalità delle persone, abbiano capito che la notizia sulla “chiusura dei battenti” non riguardava la metafora sulla “cessazione di ogni attività” ma la semplice chiusura delle porte d’ingresso. Sono convinto tuttavia che chi cerca il pelo nell’uovo, e ha il tempo di farlo, possa appassionarsi molto a quest’attività esplorativa.

Le risulta corretta l’informazione che gli appuntamenti ottenuti con lunghi tempi di attesa, anche tre o quattro mesi, sono stati annullati e che agli utenti non è stata indicata una data alternativa, ma la semplice richiesta (al telefono o via mail) di attesa di “tempi migliori” cioè di allentamento delle misure precauzionali?

Sostanzialmente corretta. Il “Prenota Online” è stato veramente messo fuori funzione (e nella gran parte dei casi lo è ancora). Gli appuntamenti già stabiliti sono saltati. In taluni casi gli utenti sono stati informati, in altri no (perché non hanno risposto all’unica chiamata telefonica ricevuta dal Consolato), ma in molti casi non è stata fornita una data alternativa poiché non erano prevedibili i tempi di allentamento delle misure precauzionali, quindi i “tempi migliori”. È anche vero che non è stato diramato alcun comunicato in cui veniva spiegato alla gente con quale sistema sarebbero stati ripristinati, non appena possibile, gli appuntamenti nel rispetto della precedenza già acquisita. In ogni modo non sono state fornite scelte, tranne l’indicazione sulla precedenza che sarebbe stata data ai casi “urgenti e indifferibili”. La decisione di cosa fosse “urgente” e cosa fosse “indifferibile” è comunque spettata unicamente ai consolati.

Risulta essere corretta l’informazione che il sistema di appuntamento con i consolati “Prenota Online” sia stato interrotto e che non sono state fornite scelte per prenotarsi ai servizi per i quali è obbligatoria la presenza dell’utente (richiesta passaporto, ritiro carte d’identità, autentiche di firme, ecc.)?

Come già detto, sono mancate informazioni precise sulle prospettive e altre vie dopo il blocco degli appuntamenti. Qualche consolato ha esortato tutti (e lo fa ancora), già prenotati e annullati, a spedire le proprie domande di servizio consolare per iscritto. Alla pagina web di Francoforte si legge: “Onde evitare assembramenti di persone nei locali consolari, è pertanto obbligatorio inviare le richieste complete di rilascio mediante posta, indicando sul formulario un indirizzo e-mail e un numero di telefono che consenta di venir contattati per ottenere un appuntamento, al fine di presentarsi in Consolato per la registrazione delle IMPRONTE”. Alla pagina web di Monaco di Baviera si trova invece una “richiesta di appuntamento per emissione del passaporto” che, intendiamoci, non è la richiesta di rilascio del passaporto “completa”, cioè con tutta la documentazione, fotografie comprese, come voluto da Francoforte, ma solo la richiesta di un appuntamento, mentre il “Prenota Online” di Monaco continua a essere bloccato. A Monaco poi, per il rilascio della Carta di Identità, si richiede di inviare una “Busta” precompilata e francobollata con € 4,05 per la eventuale restituzione della documentazione incompleta o per altre mancanze. Se la pratica è completa quando il connazionale ritirerà la Carta, riceverà i francobolli indietro. Ritengo questa decisione del Console molto infelice. A Colonia si legge: “Per presentare la richiesta di rilascio è indispensabile prenotare un appuntamento online”. Poi si va alla prima pagina e si legge: “AVVISO – TUTTI GLI APPUNTAMENTI PER L’UFFICIO PASSAPORTI E CARTE D’IDENTITÀ SONO SOSPESI a partire da martedì 17 marzo 2020 fino a termine da stabilire”. A Stoccarda invece si accede ai “Servizi” solo con prenotazione telematica.

Le sembra scorretta l’annotazione che sia mancata un’informazione univoca sulla ripresa dei servizi con presenza di pubblico, dando anche precedenza a chi con gran pazienza si era già prenotato con mesi di anticipo?

Un’informazione sulla sospensione dei servizi, e sulla prospettiva di ritorno alla normalità, centrale, univoca e vincolante per tutta la Rete consolare, è certamente mancata. Come è mancato un messaggio di solidarietà, di spiegazione (se non di giustificazione) agli italiani iscritti all’AIRE che vivono in Germania, che sono costretti ad affidare le proprie richieste, obbligatoriamente e senza alternative, ai “LORO” consolati. Purtroppo dobbiamo constatare che ci sono alcuni (per fortuna pochi) Consoli che credono di essere come gli antichi Consoli romani. Questo spiega il perché ogni Consolato ha le sue regole, diverse dagli altri.

Secondo Lei è scorretto asserire che la comunicazione con i consolati sia migliorabile sotto tutti gli aspetti, sia tecnici sia umani?

È migliorabile sotto tutti gli aspetti. E non sono l’unico ad asserirlo, hanno preso coscienza del problema anche diversi parlamentari eletti nella circoscrizione estero e lo stesso CGIE. Ma anche il nostro bravo Ambasciatore, Luigi Mattiolo, concludendo l’ultimo Intercomites tenutosi il 19 giugno scorso, ha detto che l’informazione è stata insufficiente e che va migliorata.

Come si spiega che ancora oggi non si sia ottenuta una prassi comune ed eguale in tutti i consolati per l’erogazione dei servizi, come per esempio si registra a Francoforte s. M con la richiesta d’invio per posta delle domande di passaporto mentre a Monaco non si desidera ricevere domande inviate per posta. Siamo forse di fronte a un problema di comunicazione tra i consolati stessi e tra consolati e Ambasciata?

Credo di avere in parte già risposto a questa domanda. C’è il protagonismo di vari Consoli, che non hanno ancora capito che in Germania è solo l’Ambasciatore Mattiolo a fare il diplomatico, gli altri gestiscono o dovrebbero gestire uffici che danno servizi. Comunque, sono lieto di informare che l’Ambasciata proprio all’ultimo Intercomites, ad una nostra ulteriore richiesta, si è impegnata a finire quanto prima la “Guida facile ai servizi consolari”, vincolante per tutta la rete in Germania, sulla scia dell’ottimo lavoro pubblicato nel 2018 dal Consolato Generale a Francoforte sul Meno, così come a rilasciare la CIE (Carta di Identità Elettronica) dagli inizi di ottobre di quest’anno.

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