Cistite acuta, cronica e la Leucoplachia vescicale: un frequente argomento dei Forum al femminile

La Cistite Batterica acuta è una malattia comune nel Sesso Femminile: circa il 25 – 30 %, delle donne tra i 20 ed i 50 anni hanno sofferto di infezione delle vie urinarie. Molte donne si chiederanno perché questo problema sembra essere prevalentemente femminile. La risposta è da ricercarsi nella loro conformita’ anatomica caratterizzata da uretra molto più breve, rispetto a quella dell’uomo e la sua vicinanza, con l’orefizio anale.

Infatti l’infezione normalmente ascende dall’Uretra in vescica. Una Batteriuria iniziale deriva, principalmente e solitamente, dalla risalita di flora fecale, lungo l’Uretra, sino alla Vescica.

Nelle Donne, la colonizzazione della mucosa del vestibolo Vaginale e’ una tappa fondamentale nella patogenesi delle Infezioni Urinarie. Gli episodi di cistite si manifestano con sintomi molto fastidiosi come elevata frequenza minzionale, dolore, bruciore alla minzione, senso di incompleto svuotamento vescicale, continua sensazione di peso sovrapubico. Tali sintomi vengono spesso riferiti come invalidanti per la vita quotidiana e sessuale.

Tale patologia, oggi, sta acquisendo un significato sempre più preoccupante a causa della sempre più elevata resistenza batterica agli antibiotici oggi unica arma incisiva nel trattamento delle cistiti acute. Tali episodi possono rimanere isolati nella vita di una donna o al contrario essere ricorrenti e recidivanti fino a configurarsi il fastidioso quadro delle cistiti croniche con variabili aspetti macroscopici evidenziabili alla cistoscopia alcune delle quali Cistite ghiandolare, leucoplachia vescicale, malacoplachia vescicale che sono considerate lesioni precancerose.

Molte di queste donne convivono per anni con fastidiosi disturbi quali elevata frequenza minzionale, dolore alla minzione, dolore nei rapporti sessuali al tal punto da limitarsi nella attività della vita quotidiana e nei rapporti con il partner. Affrontano il problema spesso con l’automedicazione, ossia da sole assumono l’antibiotico che da sempre hanno usato nei casi di cistite acuta prescritta dal loro medico al primo episodio. L’idea di sottoporsi ad una cistoscopia non viene facilmente accettato e il problema si rimanda anche per anni senza rendersi conto del danno che esse fanno alla propria vescica.

Purtroppo nelle forme croniche l’antibiotico non basta! La terapia delle forme croniche va affrontata con uno specialista urologo che oltre al semplice esame delle urine ed urinocoltura programmerà un esame urodinamico ed una cistoscopia per capire il quadro macroscopico della lesione. E’ bene che queste cistoscopie vengano fatte in sedazione per consentire l’adeguata distensione vescicale e per poter effettuare delle biopsie della mucosa vescicale.

Una attenzione particolare la poniamo ai casi di leucoplachia vescicale ossia ad una condizione, caratterizzata da corneificazione dell’epitelio transizionale della vescica, con cheratinizzazione ed atipie cellulari. Si ritiene che la leucoplachia rappresenti una risposta dell’urotelio normale agli stimoli nocivi quali infezioni croniche, presenza di calcolo vescicale, etc. Frequentemente è interessata la regione del trigono ( parte della parete vescicale posteriore, posta immediatamente dietro al punto di passaggio tra vescica e canale uretrale) e per questo viene spesso identificata con il nome di cervicotrigonite. La diagnosi è basata sul quadro cistoscopico, con il caratteristico aspetto della mucosa biancastra, con rilevatezze a “fiocchi”. I sintomi sono quelli descritti per un quadro di cistite cronica con urinocolture spesso negative. La terapia è caratterizzata da instillazioni endovescicali con nitrato d’Argento o farmaci antinfiammatori ed, in caso d’insuccesso, da terapia chirurgica endoscopica. La terapia endoscopica prevede o l’ausilio del resettore che asporta parte della mucosa o del Laser che vaporizza o coagula la mucosa vescicale rendendo la procedura molto più agevole anche nel postoperatorio. E’ importante sottolineare, tuttavia, che il trattamento endoscopico spesso, pur associandosi ad un miglioramento o risoluzione dei sintomi, non è definitivo ma può richiedere anche una successiva procedura a distanza di 4-6 mesi. Inoltre ricordando che la lesione porta ad un rischio di trasformazione neoplastica è bene che la paziente si sottoponga ad un programma di controllo come prevenzione.

Buone abitudini per prevenire la cistite

• Abbondante apporto idrico ( almeno 1.5-2 litri al dì).

• Regolarizzazione dell’alvo nei casi di stipsi o colite cronica.

• Accurata igiene intima personale, per evitare contaminazioni da parte di materiale fecale.

• Svuotare la vescica dopo un rapporto sessuale.

Mai AUTOMEDICARSI ma consultare sempre il proprio medico che vi guiderà

Benefici della frutta contro le infezioni urinarie. Prevenire secondo Natura!

La frutta è ricca in generale di vitamina C e per alcuni elementi naturali che vi aiuteranno a ridurre i batteri presenti nella vescica. Fa bene ed è indicata. Inoltre, vi facciamo un elenco di alcune strategie da seguire oltre a prendere gli antibiotici quando prescritto:

• Bevete molti liquidi: Grazie a questi depurerete la vostra vescica e le vie urinarie.

• Le tisane come la camomilla, la cannella o il rosmarino sono l’ideale per combattere questa infiammazione

• Assumete alimenti con proprietà antibiotiche come l’aglio, lo zenzero, il prezzemolo. Si possono bere infusi di zenzero o di prezzemolo durante il pomeriggio, mettendo 5 rametti di prezzemolo in un bicchiere d’acqua. Fate bollire e filtrate: è davvero ottimo!

• Alimenti diuretici: li conoscete già, sono quelli che evitano la ritenzione idrica e ci aiutano ad urinare. Sono particolarmente indicati per esempio gli asparagi, il cetriolo, il sedano, i ravanelli…

• Evitate gli alimenti che possono infiammare la vescica, come il caffè o il tè verde.

• Evitate gli alimenti con farine raffinate, il lievito, i dolci e tutto ciò che aumenta la ritenzione idrica e non aiuta a ridurre l’infezione.

• Bevete una volta al giorno un bicchiere d’acqua con un cucchiaio di bicarbonato di sodio. Vi aiuterà a curare l’infezione urinaria.

I tipi di frutta adatti a trattare le infezioni urinarie

1. I mirtilli

Ormai reperibili nei supermercati sotto casa in ogni stagione, possiedono grandi proprietà antibiotiche e antiossidanti. Aumentano l’acidità dell’urina e aiutano così ad eliminare i batteri, che in questo modo non si attaccano al”tratto urinario”. Un consiglio: non comprate i succhi già pronti dei supermercati poiché non possiedono i principi attivi del frutto, che sono quelli che realmente curano, e sono pieni di zuccheri. Comprate i mirtilli e fatene dei succhi in casa!

2. I benefici dell’ananas

Sapevate che l’ananas possiede un enzima disinfiammante che accelera la guarigione quando soffrite di infezioni urinarie? Proprio così, si tratta di un tipo di frutta medicinale che vale la pena assumere ogni giorno nel modo desiderato, sotto forma di succo o di macedonia.

3. La papaia

La papaia è un altro tipo di frutta ricca di acidi capaci di eliminare i batteri e di prendersi cura del nostro sistema urinario. Si tratta di una fonte naturale di antiossidanti e vitamina C. Un’altra cosa di cui dovete tener conto è che la papaia è un ottimo disintossicante ricco di fibre, e grazie anche agli antiossidanti, ci aiuta a pulire la vescica, l’intestino e il colon.

La papaia ci è di aiuto anche grazie ai suoi enzimi che riducono le infiammazioni e fungono da cicatrizzanti. Senza dubbi, è ottima per trattare questo tipo di problema.

4. Succo di arancia e limone

Come ben sapete, poca frutta contiene tanta vitamina C e antiossidanti come l’arancia ed il limone. L’ideale è preparare una spremuta di mattina con due arance e mezzo limone. Bevetela poco a poco senza filtrarlo, poichè la polpa ci fa bene, dal momento che pulisce il nostro intestino. Sarà sufficiente una spremuta al giorno, successivamente potrete integrare assumendo della frutta di quelle che vi stiamo elencando.

5. L’uva nera

L’uva nera è una fonte naturale che ci aiuta a prenderci cura del nostro sistema urinario, efficace quasi come i mirtilli. Ha un buon sapore ed è un frutto che fa piacere vedere e mangiare, adatto da assumere ogni giorno, ma soprattutto quando si soffre di infezioni urinarie. L’uva nera, essendo ricca di antiossidanti, riduce l’infiammazione, ha un effetto diuretico e ci apporta le vitamine di cui abbiamo bisogno ogni giorno!

E dulcis in fundo….le “CILIEGE”…

Tra i frutti preferiti dagli europei le ciliege occupano sicuramenteuno dei primi posti. Forma sferica, colore accattivante, sapore dolciastro inconfondibile, conquistano in questo momento, l’attenzione degli studiosi americani. Le sue antiche origini (72 a.C. secondo Plinio il Vecchio) e le sue benefiche propietà sono note da tempi lontani come per esempio “la protezione da infarti e la prevenzione delle malattie vascolari” e questo grazie ai suoi preziosi elementi Acqua: 77-87% – Zuccheri: 11-22,5% – Grassi: 0,1% – Proteine: 0,7-1% – Vitamina A – Vitamina C – Potassio – Fosforo. Oggi si fa strada l’ipotesi che le ciliege proteggerebbero anche le vie urinarie.

L’uso di prodotti contenenti ciliegie sembra essere associato alla prevenzione delle infezioni del tratto urinario, secondo uno studio del National Taiwan University Hospital e del National Taiwan University College of Medicine pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine.

I prodotti contenenti ciliegie sono da tempo usati come rimedio popolare. “I prodotti contenenti ciliegie tendono a essere efficaci nelle donne con delle Uti ricorrenti, nei bambini, nei consumatori di succo di ciliegia e in chi, in generale, li consuma piu’ di due volte al giorno”, scrivono gli autori.

Gli scienziati hanno effettuato 13 trial coinvolgendo 1616 individui nelle analisi qualitative, e 10 di questi trial, con 1494 individui, erano anche di tipo quantitativo. “In conclusione – scrivono gli studiosi – il consumo di prodotti contenenti ciliegie potrebbe proteggere contro le Uti. Ma occorrono ulteriori studi per confermare questa interpretazione con certezza”.

Un tumore su 3 potrebbe essere evitato con uno stile di vita sano. E uno su 3 potrebbe essere curato se tutti aderissero ai programmi di screening per la diagnosi precoce. Ognuno può fare la sua parte per sconfiggere il nemico, perché contro il cancro ‘We can. I can’: noi possiamo, io posso. E’ questo lo slogan del World Cancer Day 2018, che si celebra domenica 4 febbraio (www.worldcancerday.org) con l’obiettivo di responsabilizzare la popolazione su quanto conta sposare e mantenere abitudini salutari, e giocare d’anticipo attraverso controlli regolari.

Non fumare, mangiare bene, fare attività fisica sono le regole d’oro rilanciate alla vigilia della Giornata mondiale da Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro, e Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori.

“Nel 2017 – ricorda Marco Alloisio, presidente della Lilt di Milano – in Italia sono stati diagnosticati poco più di 369.000 nuovi casi di tumore maligno”, oltre mille al giorno, “di cui circa 192 mila negli uomini e 177 mila nelle donne, in aumento rispetto al 2016 quando ne erano stati diagnosticati più o meno 365 mila, di cui circa 190 mila negli uomini e 175 mila nelle donne. Ancora troppi”. Non solo: “Le previsioni per i prossimi anni – avverte l’Airc – indicano che nel 2030 il cancro sarà la principale causa di morte nel mondo, dove saranno diagnosticati fino a 21,6 milioni di nuovi casi all’anno”.

La buona notizia è che “a fronte di questi dati – sottolinea l’associazione impegnata da oltre 50 anni a sostenere gli scienziati in guerra contro il cancro – ci sono i progressi della ricerca che negli ultimi 2 decenni hanno contribuito a far diminuire costantemente la mortalità.

In Italia in particolare oggi si guarisce di più, come testimoniano i dati che ci pongono al vertice in Europa per le guarigioni: la sopravvivenza a 5 anni è aumentata rispetto ai casi diagnosticati nel quinquennio precedente sia per gli uomini (54% verso 51%) che per le donne (63% vs 60%). Nel nostro Paese vivono oggi oltre 3,3 milioni di persone che hanno superato una diagnosi di cancro”.

Nel 2006 erano circa 2,2 mln, precisa la Lilt che festeggia quest’anno i suoi primi “70 anni di lotta per la vita”.

Il messaggio di questa Giornata mondiale contro il cancro è che “tutti possiamo contribuire a migliorare i risultati ottenuti adottando corretti stili di vita: prima di tutto non fumare – insiste l’Airc – quindi consumare cibi che, se scelti con attenzione, possono diventare validi alleati per la prevenzione, e infine eliminare un altro fattore di rischio, la sedentarietà”.

Una sana alimentazione, infatti, “da sola non basta. E’ importante associare a una dieta equilibrata anche un’attività fisica regolare – almeno 30 minuti di camminata al giorno – che contribuisce a diminuire del 20-40% il rischio di tumore al colon, all’endometrio e al polmone, oltre a influire sulla prevenzione del cancro al seno”.

E poi “prevenzione e diagnosi precoce” che “restano le parole d’ordine per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore”, ripete la Lilt ribadendo “l’importanza di sensibilizzare la popolazione sulle patologie oncologiche e sulla cultura dell’arrivare prima”.

L’edizione 2018 del World Cancer Day, evidenzia infine l’Airc, dedica particolare attenzione promuovere e divulgare “un’informazione puntuale e corretta sul tema cancro: un impegno indispensabile per far maturare una sempre maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica”.

Proprio per rispondere a questa esigenza, sul sito airc.it è disponibile una sezione mirata a “fare chiarezza su alcuni temi su cui c’è confusione”. Falsi miti che vanno “dal metodo Hamer alla terapia Gerson, dalle proprietà della dieta alcalina ai rischi dell’utilizzo del forno microonde”.