Foto di ©Gerd Altmann,Pixabay

Oramai la rete ne è piena: centinaia di notizie (anche false) che circolano riguardo il Coronavirus, accompagnate non di rado da teorie complottiste. Bill Gates che avrebbe organizzato tutto per vendere il suo vaccino e impiantare in ognuno di noi un microchip, lo Stato che approfitterebbe dell’assenza dei cittadini sulle strade per montare le antenne 5G, la Cina che avrebbe elaborato il virus per distruggere l’economia occidentale e catapultarsi al primo posto di chi ambisce l’egemonia mondiale, spazzando via gli Stati Uniti e l’Europa e, addirittura, una dittatura mondiale di un gruppo di ricchi capitalisti che, con l’espediente della pandemia, vorrebbero ridurci in oggetti di scambio, meri portatori di dati, merce all’interno di un mercato globale.

La difesa della libertà di pensiero

Ebbene, la libertà di pensiero è sacrosanta. Dunque ognuno è libero non solo di esprimere la sua opinione, ma anche di credere in ciò che vuole – anche all’esistenza di un miliardario che vuole governare il mondo. Difendere questa libertà, per tanto, non è solo un diritto, ma se la prendiamo con Voltaire anche un dovere di ogni cittadino. Anche perché, in fondo, siamo cittadini in quanto soggetti di diritto e liberi – altrimenti saremmo al massimo oggetti di diritto e, dunque, tutt’altro che liberi.

Guai, dunque, a ridicolizzare chi alza la voce per difendere la libertà: prendere per i fondelli i manifestanti che nelle varie città tedesche hanno protestato e continuano a protestare contro le misure anti-Covid-19 del governo è pericoloso e irresponsabile – un fenomeno che, purtroppo, si può osservare nei media. Quando una massa viene derisa e ridicolizzata, ci vuole ben poco per passare alla sua radicalizzazione. È così che, in passato, sono nati anche i peggiori movimenti della Storia.

La Costituzione tedesca (Grundgesetz) prevede, ad esempio, nell’articolo 20 comma 4 il diritto di difesa della Costituzione – da parte di ogni cittadino, appunto. Per Brecht, un intellettuale sempre controcorrente, “quando l’ingiustizia diventa diritto la resistenza dev’essere un dovere”.

Il senso di giustizia (Rechts-gefühl)

Ma cosa è l’ingiustizia? Una domanda, prima facie, semplice da rispondere: ingiusto è tutto ciò che viola i miei diritti senza un motivo valido, congruo alla legge. È giusto, dunque, che ogni cittadino venga sottoposto all’obbligo di un vaccino contro il coronavirus? Per rispondere a questa domanda spostiamo un attimo l’attenzione ad una controversia degli anni 70, esattamente l’anno 1976: Dopo mesi di dibattito in parlamento, il governo social-liberale di Willy Brandt mette nero su bianco l’obbligo della cintura di sicurezza nelle vetture. Una legge – inizialmente senza sanzione, solo qualche anno dopo entrò in vigore l’ammenda per chi commette un’infrazione – che non solo fece discutere i politici, ma mise in subbuglio l’intera opinione pubblica. Migliaia di persone che manifestavano nelle piazze contro la violazione della libertà personale di guidare senza cintura di sicurezza; movimenti politici che nascevano per difendere il sacrosanto “no” alla claustrofobica sensazione di restare intrappolati in macchina dopo un incidente! In una memorabile sentenza, anni dopo, il Bundesverfassungsgericht chiuse la faccenda dopo che alcuni cittadini avevano ipotizzato l’incostituzionalità dell’obbligo di mettere la cintura di sicurezza. L’argomento da parte dei giudici di Karlsruhe che giustifica la legge in questione non è semplice da comprendere: mettere la cintura di sicurezza è un atto di solidarietà. Vale a dire: se non la metto e in caso di incidente grave non posso aiutare gli altri (perché sono gravemente ferito e ho bisogno di aiuto!), vado contro gli interessi della comunità.

Ed ecco il punto cardine della questione: in nuce si tratta di un giusto equilibrio tra la mia libertà e la solidarietà. A volte deve prevalere il buon senso e la ragione sul senso di giustizia, specie se il senso di giustizia è proiettato esclusivamente sul soggetto e non considera la sfera sociale nel quale si muove. Per dirla con l’imperativo categorico di Kant: se tutti decidessimo di non sottoporci al vaccino, il rischio di una nuova pandemia sarebbe più alto – anzi elevatissimo. Se, invece, la maggior parte dei cittadini si facesse vaccinare, i giorni del virus sarebbero contati. Non sarebbe il primo virus a scomparire dalla circolazione, insomma.

Vaccino e “giusto equilibrio”

Eppure, così ragionando, potremmo legittimare quasi ogni legge che limita la nostra libertà personale: ad esempio sarebbe possibile vietare a tutti il fumo delle sigarette, perché fumare – come tutti sappiamo – nuoce alla salute, anche di chi subisce il fumo passivamente. La stessa cosa vale per l’alcool: il consumo di alcolici sicuramente non fa bene alla salute, specie di chi ne abusa con quantità che per il proprio corpo diventano un vero e proprio veleno. Sarebbe giusto, dunque, vietare in generale il consumo di bevande alcoliche oppure il fumo?

La risposta a queste domande è evidente: non sarebbe affatto giusto. Qualche mese fa, in occasione di una presentazione del suo ultimo saggio, chiesi allo scrittore e giornalista Deniz Yucel – che trascorse oltre un anno nelle carceri di Erdogan in Turchia per aver scritto due articoli critici nei confronti del presidente – cosa per lui fosse la libertà. Senza esitare mi rispose con un sorriso: “Fumare senza dover dare conto a nessuno”. In carcere, infatti, poteva fumare soltanto tre sigarette al giorno.

Ma come arriviamo ad un giusto equilibrio nella questione del vaccino? Per far ciò dobbiamo guardarci intorno e osservare come la nostra società pare abbia risolto il problema relativo all’alcool e al fumo. Fumare, ad esempio, non è proibito in luoghi privati o spazi aperti (a casa, nel proprio giardino, per strada); è vietato, però, fumare all’interno di un ufficio pubblico, nei mezzi di trasporto, nei ristoranti ecc. Perché? Per non nuocere la salute altrui, specialmente di chi non ha la possibilità di andarsene, come ad esempio il cameriere in un ristorante oppure l’autista in un bus.

Sarebbe, dunque, giusto un vaccino per tutti? La risposta, anche qui, è “no”. Il vaccino per tutti violerebbe la nostra libertà in maniera incondizionata. Inoltre, e questo forse è il punto ancor più fondamentale, sarebbe una violazione dell’integrità fisica dell’uomo, una misura che – in generale – potrebbe anche violare la dignità stessa del cittadino. Ma anche per quanto riguarda il vaccino bisogna trovare il giusto equilibrio: chi, ad esempio, è maggiormente esposto al rischio di infettarsi (insegnanti, professori, personale medico e sanitario, le forze dell’ordine ecc.) dovrebbe vaccinarsi. Per il resto della popolazione rimane la scelta libera di sottoporsi al vaccino.

Magari questa affermazione potrebbe suonare forte, ma sono sicuro che fra qualche anno ci sarà chi – come facciamo oggi per quanto riguarda la cintura di sicurezza – si chiederà come mai si sia alzato un polverone attorno a questa questione.

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